Tre grattacieli e un hotel immersi nel parco

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Il Tempo (F.Magliaro) – Insieme allo stadio vero e proprio, le tre torri di Libeskind sono l’altro elemento di grande impatto visivo del progetto dello Stadio di Tor di Valle. Le torri, parte principale del Business Park, sono progettate da Daniel Libeskind e si presentano “ravvicinate per offrire uno skyline compatto ed unitario”, divenendo “un simbolo urbano unitario e riconoscibile, distintivo del nuovo intervento complessivo di Tor di Valle”. Queste torri appaiono, nel disegno di Libeskind, come “ritagliate da un unico blocco”: le masse costruite si incastrano idealmente l’una con l’altra e sono disposte fra loro come i vertici di un triangolo equilatero. Ciascuna torre è inoltre “incastonata” in un volume basso denominato “Podium”, concepito come una sorta di piedistallo di ogni edificio. I Podium ospitano su tre livelli, spazi commerciali, servizi e pertinenze. Caratteristica unica delle torri è la presenza dei “giardini verticali”, vere e proprie aree verdi inserite nel volume degli edifici e strettamente collegate agli spazi uffici. La Torre 1, la mediana, conta 40 piani e 199,2 metri di altezza; la Torre 2, la più piccola, è di 35 piani e 166,7 metri e la Torre 3 avrà 49 piani e sarà alta 231 metri. L’intero “Business Park” è composto da edifici ad uso terziario e servizi che inseriscono in un ambiente completamente pedonalizzato articolato attorno alla Piazza Centrale con sistemi di fontane, spazi a verde con piante ad alto fusto e zone ombreggiate per la sosta delle persone. Dalla Piazza Centrale parte un sistema di pedonale fatto da viali principali, passeggiata (Promenade) e ampie corti a verde, delimitate da 6 edifici più bassi. La corte “1”, a firma di Cordeschi, composta da edifici di 6 piani incluso, la corte “2”, a firma di Tamburrini, composto da due blocchi di 8 e 6 piani rispettivamente, e le corti “3”, “4”, “5” e “6”, tutte a firma di Bichara, e ciascuna formata da un edificio di 8 piani. All’interno del Business Park vi sono, inoltre gli edifici ad uso Multitenant, a firma di Piuarch, di 6 piani e l’edificio a destinazione commerciale, a firma di Altieri, di 2 piani. Infine, sul lato ovest, si trova l’Hotel, a firma di D’Incà, composto da 6 piani fuori terra.

L’altro grande elemento del progetto è quello ambientale. La creazione di un parco fluviale di 34 ettari di estensione – che ne farebbe il quinto parco di Roma per dimensioni dopo Villa Doria Pamhilj, Villa Ada, Villa Borghese e Villa Gordiani – collocato fra il depuratore Acea, il Tevere e lo Stadio, è uno degli elementi sul quale si basa il “pubblico interesse” concesso dal Campidoglio al progetto e rientra fra le opere da realizzare come “contributo del costo di costruzione” (una sorta di “tassa” che il privato paga al Comune sotto forma di opera pubblica anziché in denaro contante). L’investimento previsto è di 10 milioni e 666mila euro e cantieri aperti – se il cronoprogramma stabilito nelle carte sarà poi effettivamente rispettato nei fatti – dal 1 luglio 2017 al 24 ottobre 2018 con chiusura, quindi, delle opere un anno prima dell’apertura al pubblico dello Stadio. Le aree che comporranno il parco fluviale sono “terreni storicamente destinati all’uso agricolo” e il progetto prevede “la realizzazione di una rete di percorsi pedonali” consentendo “di aumentare notevolmente la permeabilità delle aree” alle acque piovane. All’interno del parco fluviale è previsto un “percorso principale” che attraversa l’intera area da nord a sud, mentre dal Roma Village due percorsi raggiungeranno “la passeggiata lungotevere nei pressi dell’argine”. Fra i 62 ettari totali delle diverse aree verdi – parco fluviale, parco urbano, zone di parcheggio e piazze – verranno piantati 9mila nuovi alberi singoli o raggruppati in boschetti e filari: varie specie di salici, olmi, roveri, ontani, pioppi bianchi e pioppi neri, ciliegi selvatici, sorbi, aceri, gelso. Sul 20% delle aree verdi verranno messi a dimora alberi già pienamente sviluppati, mentre sul restante 80% saranno piantumate “alberature forestali” che si svilupperanno nel tempo integrandosi nell’ambiente. I boschetti saranno di due tipi differenti: quelli composti solo di arbusti, localizzati presso il Tevere, e quelli cosiddetti “golenali”, vicini la ciclabile, con salici. Ai piedi delle alberature, verrà realizzata una “fascia di prato fiorito” di 6 metri di larghezza bordata con piccoli arbusti come rosa canina, ligustro e biancospino.

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