Totti. Summit a Boston in 48 ore la verità

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Il Corriere Dello Sport (G.D’Ubaldo) – Sono partiti ieri per raggiungere Boston, negli Stati Uniti si decide il futuro di Francesco Totti. Il direttore generale Mauro Baldissoni, l’uomo di fiducia del presidente Alex Zecca e il referente di Sabatini, Ricky Massara, sono arrivati negli Stati Uniti quando in Italia era quasi notte. Il viaggio era già in agenda per questioni relative allo stadio, a pochi giorni dalla consegna del progetto definitivo al Comune (avverrà tra pochi giorni, forse con uno slittamento alla prossima settimana), e il viaggio sarà anche l’occasione per dare impulso alle Academy giallorosse, che si stanno sviluppando oltreoceano: sono già impegnati per conto della Roma Giuseppe Giannini e Ciccio Graziani, domenica li raggiungerà anche Dodo Chierico. Pallotta vuole porre le condizioni per scoprire talenti anche negli Stati Uniti, ma il tema più caldo sarà il rinnovo del contratto del capitano.

L’APERTURA DEL TECNICO – I dirigenti ci stanno riflettendo. Il recente exploit di Totti e i suoi comportamenti (strategicamente azzeccatissimo il messaggio di unione rivolto ai tifosi) potrebbero far cambiare idea a Pallotta, anche con l’avallo di Spalletti. E questo è l’aspetto nuovo più importante di questi ultimi giorni, al di là di quello che ha fatto Francesco sul campo. Prima della partita contro il Chievo, in programma l’8 maggio all’Olimpico, la società intende far conoscere ai tifosi la verità sul futuro di Totti. Non c’è troppo tempo, poco più di dieci giorni per capire se quella sarà la partita di addio per il capitano, oppure se, come vogliono i tifosi, potrà vestire la maglia giallorossa ancora per un anno. «Presto ci sarà una comunicazione», aveva annunciato lunedì prima della partita Baldissoni. Il suo rientro dagli States è previsto per venerdì. Bastano quarantotto ore e Totti conoscerà il suo futuro.

Ormai ci siamo. E l’apertura di Spalletti di questi ultimi giorni nei confronti del capitano può essere determinante. Ieri il tecnico ha scherzato in termini positivi alla radio della Roma sulla conferma del capitano. In questi giorni è stato recuperato il rapporto tra i due. L’allenatore tra ieri e oggi lo ha elogiato spesso e ha anche confermato la nostra indicazione: aveva anche pensato di farlo giocare dall’inizio contro il Napoli. Spalletti ha spiegato: «Francesco si è meritato di giocare di più, ma anche lunedì le situazioni come il doppio infortunio mi hanno costretto a tenere di più alcuni giocatori. Anche contro il Napoli Totti ha fatto vedere le sue qualità, ha fatto dei contrasti, si è messo nella posizione giusta. Anche se il tempo non lo ha aiutato è stato della partita e ha saputo dare il suo contributo importante. Perché Totti è un giocatore della Roma, secondo me gioca ancora con la Roma… (ride, ndr)».

VUOLE CONTINUARE – Di Totti ha parlato anche Walter Sabatini, che è intervenuto in serata a Mediaset. Il direttore sportivo è rimasto a Roma, ma nel summit di Boston è rappresentato da Massara. Ieri ha ribadito la posizione della società. E quella di Totti: «Chi vive a Roma si accorge che la luce indugia sui tetti, quindi dissi che Totti era la luce sui tetti perché non si spegneva mai. Questa frase la dissi cinque anni fa, ma ancora è valida, non si è spento. Il punto di domanda su Totti è: “Vuoi finire quando sei ancora al massimo livello o quando non ce la fai più?”. Francesco pensa che queste sue possibilità tecniche, dinamiche e fisiche siano procrastinabili nel tempo. Lui ha una vera passione per il calcio, una voglia adolescenziale, su questo non ci sono dubbi». Però la questione Totti andava chiarita prima e non aspettare la fine del campionato, lasciando tutto sulle spalle di Spalletti: «Il tecnico ha fatto il suo lavoro. Quando l’ha ritenuto giusto, ha fatto giocare Francesco con ottimi risultati. Spalletti ha avuto l’onestà di metterlo in campo a giocare. E in campo ce l’ha messo l’allenatore, non la stampa e nessun altro. Luciano è fuori da questa possibile polemica, o qualsiasi discorso che possa essere fatto su Totti. Spalletti ha fatto il suo mestiere, e l’ha fatto anche bene».

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