Gazzetta dello Sport – Totti a San Siro. Uno stadio, una vita: «E voglio la finale con la Lazio»

Ci sarà un giorno in cui Francesco Totti si concederà il lusso di voltarsi indietro. Sarà un Totti diverso. Più appagato, più sereno, più pronto ad accettare persino i malanni che il tempo e gli eventi quotidiani inevitabilmente gli riservano. Ecco, quel giorno il più grande giocatore della storia della Roma – ci assumiamo la responsabilità dell’affermazione – ripenserà a tutti gli stadi prestigiosi in cui ha poggiato i tacchetti e nessuno si sorprenderebbe se, dopo l’Olimpico, il posto d’onore lo riservasse a San Siro. Comunque vada, infatti, una notte come quella che si appresta a vivere oggi rappresenta un po’ il paradigma del tanto che Milano gli ha sempre tenuto in serbo. Ansia, adrenalina da «dentro o fuori », voglia di ammutolire un città che gli ha riservato spesso accoglienze rabbiose dettate dal timore. D’altronde, difficile meravigliarsi. I numeri, infatti, raccontano che proprio San Siro è lo stadio (Olimpico a parte, appunto) in cui Totti ha segnato più reti: 12 fra campionato e Coppa, tenendo conto delle partite giocate sia con l’Inter che col Milan, più una realizzata con la maglia della Nazionale. La caccia al 14 – in quello che sarà per lui il 42˚ match a San Siro – è insomma già aperta, tanto più che un gol potrebbe aprire alla Roma le porte di una finale di Coppa Italia dal sapore storico, visto che l’avversaria sarebbe la Lazio.

«Voglio la finale» Inutile nasconderlo, le premesse ci sono tutte. I nerazzurri sono stati sconfitti all’Olimpico 2-1 e per di più hanno un’emergenza infortuni che pretenderebbe più l’intervento di un esorcista che di un medico.MaTotti sa bene che nel calcio è meglio non fidarsi. Lui lo dice chiaro: «Voglio il derby, voglio la finale», però non dimentica come nei 39 incontri giocati finora a Milano il primo successo è arrivato solo al 24˚ tentativo, in quel 2-3 all’Inter dell’ottobre 2005 reso indimenticabile dal cucchiaio a Julio Cesar, entrato di diritto finora fra i tre più bei gol della sua carriera. Il bilancio complessivo, però, è in rosso: 21 sconfitte, 12 pareggi e 6 vittorie. Quanto basta per capire come neppure stavolta sia il caso di abbassare la guardia, tanto più che un leggero affaticamento al flessore della coscia destra (effetto collaterale di un vecchio infortunio) lo ha fatto lavorare in gruppo ma con qualche precauzione. Nulla di grave, ma tutto da tenere sotto controllo.

Rigori & Coppe Come l’eventuale rischio di una soluzione che vada oltre i 120 minuti, ad esempio. Per questo ieri Totti e tutti i suoi compagni di squadra (portieri compresi) si sono dedicati anche alla battuta dei calci di rigore. Nulla può essere lasciato al caso, tanto più che proprio un rigore sbagliato da lui negò alla Roma il successo nella Supercoppa Italiana disputata nell’agosto del 2008, che consentì a Mourinho di vincere il suo primo titolo in nerazzurro. Occhio però, perché proprio contro l’Inter a San Siro il capitano giallorosso ha avuto modo di aggiudicarsi due dei suoi trofei, entrambi nel 2007.A Milano, infatti, la Roma vinse prima la Coppa Italia nella gara di ritorno disputata a maggio, e poi la Supercoppa nel match giocato ad agosto. Bei ricordi, quindi, che i giallorossi stasera hanno voglia di riattizzare grazie un risultato utile al passaggio del turno. Possibile? Forse nell’universo giallorosso si sentono autorizzati a pensare qualcosa di più: probabile. Perché quando stasera capitan Totti inizierà a calpestare l’erba di San Siro, ad accompagnarlo ci sarà il rombo di una storia vecchia e nuova. Quella che a maggio potrebbe concludersi con un derby da vincere, con la decima Coppa Italia da alzare e una stella d’argento da cucire per sempre sulla maglia della Roma. Nel segno di un capitano che non ha ancora voglia di voltarsi indietro.
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini

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