Totti, saluti e gol. La Roma non forza ma si aspetta l’addio

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Gli ultimi «schioppi» suonano così: un rigore come antipasto e un destro al volo all’incrocio contro la Primavera che vale tutta la cena, dal primo piatto fino al dolce, ammazzacaffé compreso. Ammazza il pensiero di smettere? No, quello no. Perché Francesco Totti, nell’intervista con Maurizio Costanzo, ha parlato con la testa di chi ha già deciso di dire basta con il calcio. E solo con la bocca di chi ancora una porticina aperta, uno spazio piccolo così se lo lascia alla possibilità di un ribaltone.

NESSUNA SORPRESA – Totti dice stop, la malinconia di un addio che durerà fino al 28 maggio, ultima giornata all’Olimpico contro il Genoa. «Non farò l’allenatore, perché i calciatori sono una massa di parac… Ma ho deciso, dirò tutto a maggio-giugno». Quando, chissà, il paradosso tutto verbale degli ultimi mesi potrebbe essersi concretizzato: via Totti, saluti anche a Luciano Spalletti, finito sotto il fuoco di fila di Costanzo. Nessuno dei due addii, in fondo, stupirebbe troppo la società. Di più: il club, da Pallotta in giù, si aspetta il ritiro di Totti a fine stagione, lo considera nell’ordine naturale delle cose. Ma allo stesso tempo non vuole forzare la mano, chiedendo oggi un pensiero sul futuro al capitano, libero davvero – lui sì – di decidere in qualsiasi momento.

DA FIORELLO Il giorno dopo l’intervista è stata un’altra… comparsata tv. Totti ieri mattina è stato ospite di «Edicola Fiore». E quando Fiorello l’ha invitato a lasciare la regia e a raggiungerlo in panchina, lui ha sorriso così: «Tanto ci sono abituato…». Poi via a Trigoria, dove conoscevano nei dettagli già da inizio settimana il contenuto dell’intervista con Costanzo, con tutte le spigolature annesse. Ecco perché le reazioni del giorno dopo sono state all’insegna della normalità tra Totti e Spalletti, a proposito del quale in fondo il capitano ha speso belle parole. I due si sono salutati al bar del centro sportivo e poi via in campo, con tanto di doppietta segnata alla Primavera nell’amichevole del pomeriggio. Nessun accenno particolare da parte del tecnico. E nessuna mossa sopra le righe di Totti, che si è solo informato se la messa in onda dell’intervista e gli attacchi di Costanzo a Spalletti avessero in qualche modo provocato un commento di allenatore e/o dirigenti.

DOMANDE Panta rei, tutto scorre. Le domande centrali, semmai, sono altre due. La prima è sulla piccola percentuale che Totti si tiene per rimandare l’addio: è legata a un finale di stagione che in qualche modo sorprenda anche lui. È evidente che lo status quo non lo spinge a rinnovare. E nello status quo, inutile girarci intorno, c’è anche la figura di un allenatore, Spalletti, del quale Totti comunque riconosce la grande bravura. L’altra domanda è relativa al post carriera. «Resterò alla Roma? Dovrei», ha sussurrato poco convinto il capitano. Dubbi tanti, perché il feeling con l’attuale dirigenza non è mai sbocciato. Perché Totti non vorrebbe rischiare di fare solo il parafulmine. La Roma in tempi non sospetti gli ha dato carta bianca. Lui stesso, quella carta lì, potrebbe giocarsela lontano da Trigoria. Nell’attesa, per non veder trionfare la malinconia, meglio godersi gli ultimi schioppi.

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