Gazzetta dello Sport – Resta ancora il re: Totti, 13 gol per la corona giallorossa

Tra le tante letterine recapitate a Babbo Natale, Francesco Totti ne ha scritta anche una particolare. Da spedire direttamente a Verona, sponda Chievo, o a Firenze. E che questo benedetto primo gol arrivi subito, all’inizio del 2012. Anche se poi, a conti fatti, anche nella peggior stagione realizzativa della sua carriera, Francesco Totti resta il principale goleador giallorosso. Meglio dell’Osvaldo settebellezze (più quella «vera», il gol annullato in sforbiciata al Lecce) e del Borriello che tanti rimpianti (per il suo mancato impiego) ha creato nella tifoseria giallorossa. Meglio di chiunque altro, anche di Mirko Vucinic, ora alla Juve, che nel finale della scorsa stagione alternò gol (8) ad errori clamorosi.

Ha fatto 13 E anche se il Totocalcio è oramai in disuso e da un po’ la vincita massima la si ottiene con il 14, Totti e i suoi 13 gol del 2011 sono il bottino più prezioso in casa Roma in questo anno solare. Un bottino che ha aiutato i giallorossi la scorsa stagione ad arrivare in Europa League, qualificazione poi scelleratamente sprecata nel playoff contro il modesto Slovan Bratislava. Quei gol, però, restano e sono molti di più degli 8 di Vucinic o dei 7 di Osvaldo (che, comunque, è la sorpresa più bella di questa prima parte di campionato). Alle loro spalle, poi, le 5 reti di Marco Borriello ed i 4 centri di Simone Perrotta e Fabio Simplicio, due centrocampisti che in fase realizzativa hanno sempre dato un onesto contributo. I difensori? A quota 2 si collocano Nicolas Burdisso, Loria e Taddei (con loro c’è anche Menez, passato in estate al Paris Saint Germain), preceduti però dai tre centri personali di Daniele De Rossi e Bojan.

Metamorfosi La pensione, quindi, può aspettare. E ci mancherebbe, non fosse altro perché Totti ora è davvero tornato al centro del progetto della Roma, con Luis Enrique che nella sua «normalizzazione» ha capito che ridando al capitano le chiavi della squadra non solo ne avrebbe tratto benefici in campo, ma anche nello spogliatoio (e nell’ambiente circostante). Ma perché Totti non segna? Al di là del fatto che un bel po’ di partite le ha saltate per il fastidioso infortunio subito ad ottobre contro l’Atalanta, Francesco oggi gioca molto più lontano dalla porta rispetto al passato. Anche il più recente, quello targato Montella, che ne aveva fatto il suo punto di riferimento in attacco (facendolo giostrare da prima punta). Con Luis Enrique, invece, Totti gioca da trequartista, arretra spesso sulla linea dei centrocampisti, spesso spingendosi addirittura a ridosso del centrocampo per andarsi a prendere il pallone.

Niente spugna La letterina, quindi, verrà recapitata ai prossimi avversari. Chievo (in campionato) e Fiorentina (in Coppa Italia), appunto. Anche perché Totti è stato chiaro anche a Natale. «A fare il dirigente per ora non ci penso proprio, ragiono ancora da calciatore. Quando getterò la spugna poi si vedrà». Speriamo molto in là, anche perché «prima di smettere voglio vincere qualcosa di importante». Per riuscirci, la Roma ha bisogna dei suoi gol, non solo dei suoi magnifici assist. Magari partendo proprio da Roma-Chievo. Chissà.
Gazzetta dello Sport – Andrea Pugliese

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