Il Tempo – Il capitano corre oltre le polemiche

Nuovo stop invece per Greco, ancora in attesa di conoscere il proprio futuro. Tre volte tre. Il numero magico. Francesco Totti si allontana di corsa dalle polemiche. Il cronometro per lui ieri segnava 3.33: il tempo della sua ultima ripetuta da 1.000 metri, la prova di forza, dieci secondi più veloce rispetto al giorno prima. «Daje Francé daje!» gli urla Rosi mentre il capitano allunga il passo nei metri finali. Uno slancio imprevisto, emozionante, che costringe il giovanissimo Verre ad accelerare per non farsi raggiungere. L’arrivo è sotto la tribunetta dei tifosi, incitati da Heinze, che per una volta si emozionano quando Totti fa uno scatto piuttosto che un cucchiaio. Il capitano lavora sodo e si mette al servizio di Zeman: lo conosce bene e sa che senza una condizione brillante il campo lo vedrà poco. Vista l’aria che tira negli ultimi giorni, il suo impegno può essere interpretato anche come un segnale di disgelo. La Roma è rimasta spiazzata e delusa dopo l’attacco sul mercato deludente lanciato nella conferenza di lunedì, Sabatini gli ha risposto per le rime martedì, ieri la tensione si è allentata.

Anche perché entrambi i protagonisti hanno «accusato» le conseguenze delle rispettive parole: Totti non pensava di creare così tanta confusione – «queste cose sul mercato le dico ogni anno», il suo pensiero – e il ds voleva difendere la Roma piuttosto che attaccare il capitano. Già in serata Sabatini si è «ammorbidito» nell’intervista a Sky al termine di una giornata infuocata e ieri ha avvicinato il numero 10 al termine del duro lavoro mattutino. Una chiacchierata veloce sull’allenamento, davanti alle telecamere, per mostrare a tutti che non c’è chissà cosa da risolvere. La «mediazione» di Vito Scala negli ultimi giorni ha fatto il resto e da ieri in ritiro c’è anche Baldini: il dg scambierà anche due paroline con il capitano. «Con lui ho un ottimo rapporto» ha assicurato Totti, un anno dopo la polemica a distanza, quando Baldini era ancora a Londra ma virtualmente già sul ponte di comando della Roma e tirò fuori quell’aggettivo «pigro» oggetto di mille discussioni. Lanciati i rispettivi messaggi, ora la società e il suo giocatore più rappresentativo vogliono comunque trovare il modo di andare avanti insieme senza scossoni. E lo faranno.

In fondo entrambi si sono messi in testa la stessa missione: riportare lo scudetto nella Capitale. Il problema sono i tempi e la fiducia: a Totti restano due anni di contratto «anche se io voglio giocare fino a 40 anni» e inizia a temere che non ce la farà, gli americani pensano a una squadra vincente nel giro di qualche stagione e non intendono rivedere i programmi. Non avrebbe senso, a questo punto, e sono convintissimi che alla fine il tanto discusso progetto darà loro ragione. E se lo scudetto non arriva entro il 2014? Il sogno di Francesco si sgonfierà, a meno che le gambe e un nuovo contratto non gli regalino altre chance. Il futuro a lunga scadenza è il vero nocciolo della questione. La vecchia proprietà ha garantito per iscritto altri cinque anni da dirigente a Totti, gli attuali dirigenti potrebbero pensare di ridiscutere quell’accordo che prevede uno stipendio da 500mila euro netti a stagione. Più prima che poi bisognerà parlarne, al motto «patti chiari e amicizia lunga». Se nel frattempo si vince, diventerà tutto più facile.

Il Tempo – Alessandro Austini

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