La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Da Valentino Mazzola a Francesco Totti, vi piacerebbe un Torino nel segno del mito? Nei tempi «raioliani» che stiamo vivendo, quelli di «una generazione che ha dissipato i suoi poeti» – lo scriveva un altro mito, Vladimir Majakovskij – sarebbe bello credere nelle favole. Il problema, a volte, è saperle incrociare. Ad esempio, come non macchiare la storia d’amore fra Totti e la Roma con una lusinga granata? Ci ha provato Sinisa Mihajlovic, tecnico del Torino e (soprattutto) amico dell’ex capitano giallorosso. Mihajlovic ieri ha detto alla «Gazzetta» sul tema: «Francesco è stato il più forte calciatore italiano degli ultimi 30-40 anni, forse di sempre. Secondo me poteva giocare ancora un anno. Mi sarebbe piaciuto essere il suo ultimo allenatore. Perciò ho pensato a lui per il Torino. Dall’inizio, a metà partita: io la carta Totti nel mazzo vorrei sempre averla. Non credo pensi di indossare una maglia diversa da quella della Roma, ma se avesse voglia il mio numero ce l’ha».
LA TELEFONATA – Proprio vero, ed è per questo che ieri Francesco – in una giornata di relax vissuta al mare – ha preso il cellulare e ha chiamato Mihajlovic per ringraziarlo delle belle parole e, ovviamente, anche dell’invito. «Guarda che le porte per te al Torino sono sempre aperte. E non solo da calciatore, ma anche da dirigente», ha ribadito l’allenatore serbo. Impressioni? Se Sinisa avesse allenato una squadra straniera, il matrimonio si sarebbe potuto anche consumare. Adesso invece, tutto appare davvero molto remoto, anche perché c’è un altro amico che vuole Francesco al proprio fianco, Eusebio Di Francesco.
IL RUOLO DA DEFINIRE – «Al di là del ruolo che sceglierà, lo avremo quasi sicuramente come dirigente – ha detto ieri il nuovo allenatore della Roma in un forum a Pescara presso il quotidiano “Il Centro” – . Ci ho parlato e sarei felice di averlo al mio fianco, sarebbe un valore aggiunto per la sua conoscenza dell’ambiente e per il suo spessore all’interno della squadra. Mi aiuterebbe a trovare la chiave di lettura per molte situazioni. Da quando non abbiamo giocato più insieme ci siamo sentiti con grande continuità». Proprio quello che manca fra Totti e i vertici del club. C’è da dire che i dirigenti lo aspettano da tempo a Trigoria per parlare, ma è l’ex capitano ora a non averne troppa voglia. Di sicuro il ruolo di ambasciatore propostogli da Pallotta non lo vuole. È più attratto dalla possibilità di lavorare con Monchi, ma sopratutto l’idea di collaborare con Di Francesco lo attira. Ma in che ruolo? Ovvio che, se gli arrivasse una mega-offerta estera, Totti sarebbe pronto a rimettersi le scarpette, però finora non c’è nulla di concreto. Insomma, l’ex capitano ha ancora le idee poco chiare e teme che le abbiano anche in società (ma forse no). Di sicuro, per il momento non ha nessuna voglia di andare né in ritiro né in tournée negli Stati Uniti, però crede nel lavoro di Di Francesco. «Dobbiamo ricreare quel grande spirito che c’era nell’anno che vincemmo lo scudetto – ha concluso l’allenatore – Sono sereno e convinto che sarà una grande annata». Per questo Totti vuole esserci. Mihajlovic, ne siamo convinti, lo capirà.