«No, non torno. Nemmeno con Friedkin». Coerente e giallorosso, come sempre e da sempre. Ieri, oggi e domani, è Francesco Totti. Che azzera il sogno di chi, con il possibile cambio di proprietà, si augura di rivederlo dentro Trigoria, operativo e magari anche stimato e coccolato. Se è (e sarà ancora) a stelle&strisce, la Roma proprio gli non piace. Anzi, non la riconosce come tale. Senza togliere niente a chi c’è adesso e a chi può presto arrivare a gestirla. Niente da fare, insomma. L’ex capitano, lasciato a giugno l’incarico da dirigente (e 3 milioni di euro sul tavolo), non fa marcia indietro. Non si ingolosisce neanche quando rivolge lo sguardo al cielo cupo sopra la società che sembra improvvisamente gonfio di pioggia di milioni (di dollari) del potenziale acquirente californiano, spostatosi mercoledì a Londra, dopo il soggiorno nella Capitale (con visita al Bernardini), per riunirsi con i manager del suo advisor Jp Morgan e pianificare con loro le prossime mosse per prendersi il pacchetto di maggioranza. A metà dicembre il nuovo step, cominciando dai 130 milioni (su 150) dell’aumento di capitale. Lo scrive Il Messaggero.
PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE