Totti, la Roma e i minuti inutili. Ora sogna un altro finale

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Tutti a letto presto, domani sera. Perché poi sabato c’è l’Atalanta e non sia mai finisca un’altra volta a stracci. La stagione è quella, il mese pure, il giorno quasi, 48 ore di differenza cosa vuoi che siano. Un anno fa Francesco Totti cominciò la sua seconda vita da romanista con il gol del 3-3 all’Atalanta, Luciano Spalletti quel 17 aprile 2016 fece capire perché non avrebbe indossato a lungo il vestito Roma. «Sono 10 anni che non vincete e fate figure di m…» urlò il tecnico a Totti e compagni negli spogliatoi. Il riferimento era alla notte precedente alla partita, non trascorsa in maniera ortodossa. «Ma Totti non ha mica salvato il risultato – disse ancora Spalletti –, quel gol lo fa anche fra 3 anni, andate a scavare e scoprirete altre cose».

AI SALUTI – Altre cose si sarebbero scoperte, in effetti: la notte agitata, appunto, ma pure che quella rete all’Atalanta aveva di fatto aperto la strada al rinnovo di contratto, santificato poi da altre e decisive prestazioni. Rieccoci qui, un anno dopo. La coppia non è scoppiata, è andata avanti (mal) sopportandosi ma in fondo mancano poco più di due mesi, poi sarà tana libera tutti. Addio Spalletti, che ha scelto di lasciare nonostante la corte della società. Quello che il club doveva fare, per trattenerlo, è stato tutto fatto ma non è servito. Quello che farà Francesco Totti, invece, è stavolta molto più che un anno fa una questione indipendente dalla società. Dodici mesi fa, prima di quel bivio chiamato Atalanta, era la Roma stessa a spingere il capitano a lasciare. Adesso è Totti che sta maturando, settimana dopo settimana, la decisione di mollare. C’è ancora, nascosta laggiù, una piccola parte del cuore del capitano che vorrebbe continuare a giocare. Ma tutto il resto lo spinge a fermarsi. Compresa la famiglia, nello specifico la moglie Ilary, che allo stesso tempo resta il freno principale a un’esperienza all’estero, esperienza che – Stati Uniti e dintorni – per certi versi avrebbe incuriosito Totti.

SOLO DUE VOLTE – E per tutto il resto che chiama l’addio s’intende anche l’amarezza per una gestione tecnica che lo stesso giocatore considera limitante. Nel 2017 in campionato Totti ha giocato sei spezzoni di gara, di cui solo due (per 39’ complessivi tra Udinese e Sampdoria, a gennaio) con il risultato ancora in bilico. Così il capitano non si sente una risorsa e il bicchiere dei dubbi diventa sempre più pieno. A meno che non sbuchi all’improvviso un’altra Atalanta, un altro gol e un finale diverso di un romanzo già scritto e non ancora pubblicato.

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