Totti inquieto: «Non è detto che smetta ora»

La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – «Intanto mi godo un po’ di relax insieme ad Ilary, poi vedremo: non è detto che io abbia finito di giocare definitivamente». La frase è di qualche giorno fa e risale ai giorni di vacanza passati da Francesco Totti in Costa Azzurra, la scorsa settimana. Il servizio, invece, andrà in edicola oggi su «Chi», anche se poi il contenuto è sostanzialmente quello. Quanto basta, però, per certificare a tutti gli effetti come le inquietudini dell’ex capitano giallorosso non si siano affatto risolti. Nel senso che nella testa di Totti (rientrato a Roma lunedì scorso) in questo momento c’è molta confusione e poche certezze. E, forse, una delle poche che ha maturato è che con l’attuale dirigenza giallorossa non vede come possa nascere un feeling per lavorare fianco a fianco.

I DUBBI – Ricapitolando, Totti con la Roma ha un contratto di sei anni come dirigente a 600mila euro a stagione. Non è ancora chiaro, però, il ruolo che andrebbe eventualmente a ricoprire. Si era pensato a quello di direttore tecnico, poi Monchi ha lanciato l’idea di averlo al suo fianco, Spalletti ha suggerito la vicepresidenza e Pallotta ha chiuso il cerchio (a modo suo) con la storia dell’ambasciatore e della pubblicità. Storia che ha fatto sorridere lo stesso Totti, e non poco. Del resto, non è certo un segreto come i rapporti tra Francesco e alcuni dirigenti giallorossi non siano poi così profondi. Anzi. E che questa mancanza di «collaborazione» reciproca abbia messo numerosi dubbi nella testa di Totti con riguardo al suo futuro da dirigente giallorosso. A spingere l’ex capitano della Roma ad accettare eventualmente l’offerta potrebbero essere solo due persone: Monchi, il nuovo d.s., nei confronti dei quali Totti ha maturato subito stima e sintonia. E lo stesso Di Francesco, il cui arrivo potrebbe aiutarlo a decidere di restare, visto il rapporto di amicizia che esiste tra i due.

LE TENTAZIONI – In caso contrario, l’opportunità di continuare a giocare lo porterebbe inevitabilmente all’estero. Qualcuno paventa addirittura in Cina, quanto di più lontano dall’idea di calcio di Totti. L’ipotesi è però remota, perché quello che è successo subito dopo Roma-Genoa, con quella dimostrazione d’amore meravigliosa che la gente giallorossa gli ha tributato, lo ha toccato davvero in fondo all’animo. Tanto che anche la voglia di andare a giocare altrove (l’idea iniziale era di raggiungere Alessandro Nesta negli Usa, a Miami) è poi pian piano scemata. Adesso il problema è capire se ci sarà la voglia o meno di fare il dirigente con manager con cui non è in piena sintonia. Il nocciolo del problema è tutto lì, altrimenti quel contratto di sei anni sarebbe già partito. Se poi con reciproca soddisfazione, è da capire. Ma questo è tutto un altro discorso.

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