Totti e società all’incontro verità: «Tra 20 giorni saprete tutto»

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Francesco Totti vuole andare a vedere che cosa c’è di là, cosa c’è oltre quel confine che domani lo porterà a ricevere l’applauso di San Siro, nello stadio che poteva essere suo e contro quel Milan che per due volte almeno, da bambino e poi da campione, pensò, provò e per poco non riuscì a trascinarlo via dalla Roma. «Tra 20 giorni saprete tutto sul mio futuro», ha sussurrato il capitano ieri sera al Palazzetto mentre tifava la Virtus Roma nei playoff di A2 di basket. Il riferimento temporale è alla fine della stagione. Ma ci vorrà meno. Basterà un tavolo lungo a Trigoria, una sedia per lui e le altre per i dirigenti della Roma. Dopo Milano, la prossima settimana il capitano vedrà la società per capire meglio nei dettagli quale ruolo hanno in testa per lui, il contenuto di quel contratto da dirigente di sei anni che è lì appeso da tempo. Passa tutta da lì la certezza che Totti, una volta abbandonato il campo, resti davvero a Trigoria. Se la chiacchierata sarà rassicurante, allora Francesco accetterà di essere quella figura preziosa che il d.s. Monchi e la Roma hanno immaginato per lui.

QUI COSTANZO – Altrimenti ogni scenario sarà possibile. Decisamente meno degli altri, però, quello di un Totti ancora calciatore, al netto delle parole di Maurizio Costanzo, figura che pure è da sempre vicina al capitano. «Penso che quanto annunciato dalla Roma sia sbagliato e che probabilmente Totti andrà a giocare altrove, all’estero o in Italia», ha detto Costanzo. Parole nelle quali neppure Totti si riconosce: la sua carriera proseguirà fuori dal campo. Altrimenti lui stesso avrebbe già scatenato intorno a sé la ricerca di una squadra.

RUDI E ROSELLA E una poteva essere anche il Marsiglia dell’ex tecnico, Rudi Garcia: «Fin quando Francesco non avrà dato il suo parere, non ci si può pronunciare. Con me all’Olympique? È stato il mio capitano: tutto può succedere, a qualsiasi livello». Ecco, però: se una cosa va esclusa è che James Pallotta ascolti i consigli dell’ex presidente Rosella Sensi. «Sono allibita – ha detto alla Rai –, la Roma non può trattare così il suo simbolo. È colpa di Pallotta, troppo assente: se proprio non ce la fa a stare vicino alla squadra, allora nomini Totti presidente». La Sensi ne ha pure per Luciano Spalletti: «Lo vedo svuotato, non ha capito Totti, non avrebbe dovuto gestirlo così, un grande allenatore deve saperlo fare». Ma ormai è il passato: oltre il confine, oltre San Siro c’è un’altra storia.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti