Il Messaggero – I gol di Totti poi i saluti

Nel tardo pomeriggio cala il sipario, allo stadio Dino Manuzzi: l’ultimo atto della stagione coincide con l’uscita di scena di diversi protagonisti. Pochi meritano applausi. Lasciano la serie A il Cesena, senza successi da 19 giornate, e Luis Enrique, senza vittorie da 5 turni. Se l’asturiano siede per l’ultima volta sulla panchina giallorossa, saluteranno anche altri. Non si sa quanti. Perché qualcuno ancora non sa se resterà l’anno prossimo. L’epurazione spagnola è probabile.

«Si è presentato perché teme che non lo faccia giocare». Lucho ha scherzato con il capitano, unico giocatore presente alla conferenza stampa di ieri mattina. Ma Francesco Totti vuole esserci contro il Cesena. È l’eccezione in questa partita: solo lui pensa più al presente che al futuro. In una delle pochissime città italiane in cui non è mai riuscito a segnare, cercherà di chiudere quest’annata negativa della Roma almeno con una soddisfazione personale. Gil basta una rete per migliorarsi. In un torneo in cui non ha mai giocato da attaccante, il capitano ha comunque realizzato 8 gol. Se fa centro qui, salirà ancora nella classifica marcatori all-time della serie A, diventando terzo e agganciando Josè Altafini e Giuseppe Meazza a quota 216 reti.

Non chiamiamolo premio alla carriera, ma c’è Marco Cassetti tra i diciannove convocati. Lucho lo fece capitano a Bratislava, assente De Rossi e in panchina Totti, nella prima gara ufficiale della stagione. Tra infortuni in serie e qualche incomprensione sul ruolo (lui si sente terzino, per l’asturiano è centrale) è uscito presto di scena. In scadenza di contratto, a 35 anni, si sfila la maglia giallorossa dopo sei stagioni. Tra i difensori, è quasi sicuro il ritorno di Gabriel Heinze in Argentina, nonostante si sia guadagnato automaticamente con le presenze, 25, la conferma. Da valutare la posizione di Josè Angel che ha qualche richiesta dalla Spagna. Simon Kjaer non vorrebbe partire. Ma entro il 30 maggio il club giallorosso deve decidere se riscattarlo, pagando 7 milioni al Wolfsburg, contrario a lasciare il danese ancora un anno in prestito alla società giallorossa.

Anche Fernando Gago non è certo di far parte della rosa della prossima stagione. La Roma potrebbe non riscattarlo. Troppi i 6 milioni da pagare al Real e soprattutto esagerato l’ingaggio del centrocampista. Ma è l’attacco il reparto con più giocatori in bilico. Bojan è in prestito e ha già fatto sapere che sarà lui a decidere se restare o no. Fabio Borini, in comproprietà con il Parma, porta 9 gol in dote, ma non ha la certezza di restare. Più complicata da decifrare la posizione di Dani Osvaldo (che rischia anche la Nazionale): Sabatini lo considera un punto fermo, ma l’italoargentino, dopo Roma-Udinese, criticò Baldini davanti ai compagni, cosa che non è andata giù al direttore generale.

Altri a fine corsa non sono nemmeno qui: per primo Cicinho, tra l’altro, come Cassetti, con il contratto in scadenza. Il brasiliano è stato a Trigoria per cinque stagioni, anche se con per due volte è andato momentaneamente via a gennaio, prima al San Paolo e l’anno scorso al Villarreal. A Roma sono rimasti anche Fabio Simplicio, vincolato ancora per un anno e comunque con qualche richiesta pure in Italia, e Rodrigo Taddei, squalificato per questa gara e blindato dalla vecchia proprietà.

Il Messaggero – Ugo Trani 

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti