Totti a De Rossi: “Un gioco sporco”

«Hanno fatto un gioco sporco». Totti, al telefono, si sfoga con l’amico De Rossi che è in vacanza in Giappone. Spesso hanno discusso, pure da compagni. Ma sono sempre stati leali tra loro. Questa storia finisce per ricompattarli se ce ne fosse stata veramente la necessità. La fronda, raccontata dettagliatamente dal preparatore americano, non è insomma in campo. Nè chiama in causa Francesco e Daniele. Bisogna, dunque, spostarsi in società. Dove la guerra di potere nasce sottotraccia e viene a galla nella forma peggiore. Le ultime nomine, dopo le dimissioni di Gandini che si è arreso in meno di un anno, hanno creato malumori, risentimenti e invidie. Rivoluzionato il vertice del club: Fienga è diventato il nuovo Ceo, con la delega da amministratore delegato, e Baldissoni promosso vicepresidente esecutivo e spostato esclusivamente sulla questione stadio. E Baldini, da esterno, divide et impera. Il management (nessuno escluso e Monchi compreso), per la cronaca, ha avuto la copia dell’email, a quanto pare, direttamente da Pallotta. Pure diversi giocatori furono messi al corrente, a cominciare dal capitano fatto passare per il capo della rivolta. Per litigare ancora un po’. Se De Rossi, pur scontento per l’acquisto di Nzonzi, guida l’opposizione a Di Francesco e fa frenare i giallorossi in classifica, come mai va in panchina da infortunato contro il Genoa per supportare il tecnico (che lo ringrazia a fine gara), calcia il rigore decisivo a Oporto, tiene in corsa per la Champions la squadra con la rete di Marassi contro la Sampdoria e riceve la proposta del club di diventare vice Ceo? E se Totti, ancora in attesa della carica di responsabile dell’area tecnico, non ha alcun potere, come dice in pubblico De Rossi, perché può poi decidere di far cacciare Del Vescovo e Stefanini? Lo riporta Il Messaggero.

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