Torosidis: “Florenzi è forte e può giocare da terzino. Se devo scegliere un momento della mia esperienza dico il gol all’Inter in semifinale di Coppa Italia”

AS Roma Match Program (T.Riccardi) – Arrivò nel mercato di gennaio dell’anno 2013. In silenzio, senza clamori particolari o luci della ribalta accese. Firmò il contratto nel corso di una stagione complicata per la Roma, quella che iniziò con Zeman e finì con Andreazzoli. Il suo trasferimento dall’Olympiacos fu annunciato sul profilo Twitter della Roma prima dell’ufficialità, aprendo anche un nuovo fronte sui social. Ma a parte questo dettaglio, è stato un giocatore importante, uno su cui si poteva fare sempre affidamento per il ruolo di terzino destro. E qualche volta segnava pure gol pesanti, cosa che non guastava. Vasilis Torosidis – anno 1985 – ha vestito la maglia romanista fino al 2016, poi passò al Bologna per un bienno. Lo stesso Bologna contro cui debuttò proprio con la Roma il 27 gennaio 2013, Bologna-Roma 3-3. Cinque giorni dopo il suo approdo nella Capitale.

Ricorda quella prima volta in giallorosso al Dall’Ara?
Certamente. Fu una giornata importante per me. Ero arrivato da pochi giorni, ancora non mi rendevo bene conto di quello che era accaduto. Il mio trasferimento avvenne rapidamente. A me era interessato il Fulham, potevo andare in Premier League, ma poi fui felice di firmare per un grande club con la Roma. In pochi giorni mi ritrovai da Atene a Roma, arrivando fino a Bologna. Sul campo pareggiammo 3-3 e non trovammo il risultato pieno che ci sarebbe servito in quel momento. Fu un campionato difficile, una settimana dopo avremmo cambiato l’allenatore.

Ma lei si ambientò subito. A Bergamo regalò la vittoria un mesetto dopo con un colpo di testa vincente sotto la neve.
Vero, una bella soddisfazione in una gara insidiosa. Ma se devo scegliere un momento particolare della mia esperienza nella Roma, dico il gol segnato all’Inter in semifinale di Coppa Italia sempre in quella stagione. Vincemmo a San Siro 3-2 e raggiungemmo la finale. Peccato poi per l’epilogo di quella competizione.

Dopo quella finale con la Lazio, arrivò Garcia in panchina e lì cambiarono le cose.
Rudi è stato il miglior allenatore che ho avuto nella Capitale. Era forte, in campo e fuori. Con lui vincemmo le prime dieci partite del campionato e facemmo un cammino da record arrivando fino a 85 punti finali, che significarono secondo posto. Quella striscia di successi è un altro capitolo che porto nel cuore di quei tre anni a Roma.

Il suo connazionale, e amico, Manolas è diventato uno dei leader di questa squadra.
Kostas è sempre stato forte. Da quando giocava nell’Olympiacos e in nazionale pure. È tra i migliori difensori in circolazione. Ci sentiamo spesso, due o tre volte alla settimana. E mi fa piacere che sia un giocatore importante per la Roma.

Ha giocato anche con Florenzi, che periodicamente viene discusso da una parte dell’opinione pubblica nel ruolo di terzino. Il suo ruolo.
Ed è sbagliato perché Flore è forte e può giocarci tranquillamente da terzino. Ma non è una mia idea, è quello che succede. Lui spinge benissimo, ha facilità di corsa, tecnica e fa bene le due fasi. Può crescere ancora e diventare più forte di così.

Bologna, invece, che parentesi è stata?
Due anni belli, in una realtà più piccola e in una squadra non forte come la Roma, ma comunque importante. Hanno un grande presidente, veramente un signore (Saputo, ndr).

Ed ora è tornato a casa, all’Olympiacos.
Sembra essere tutto come prima quando andai via. Questa è casa mia, la squadra è importante e gioca ogni anno per vincere il campionato greco. In Europa abbiamo battuto il Milan, eliminandolo dall’Europa League dopo una partita bellissima. Insomma, sto bene e non mi lamento. Ma sono contento dell’esperienza che ho fatto in Serie A, alla Roma in particolare. Ho lasciato tanti amici, quando posso torno trovarli molto volentieri. Ed è una scusa per rivedere una città meravigliosa, la Capitale d’Italia.

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