Tor di Valle, i diktat dei tecnici: «Strade e trasporti insufficienti»

Il Messaggero (L.De Cicco) Un piano trasporti falsato da stime «non realistiche»; il traffico che anziché migliorare, con lo stadio e l’«Ecomostro» di negozi e uffici, rischia di impazzire definitivamente; le vie di fuga da cambiare, le tribune di Lafuente da ricostruire almeno in parte, i nuovi ponti fondamentali, tutti e due. Sessantuno pagine di prescrizioni mettono a dura prova il fragilissimo «sì» conquistato in Conferenza dei servizi dal progetto Tor di Valle. Il documento che contiene le osservazioni dei tecnici è stato pubblicato ieri dalla Regione e dovrà essere visionato ed eventualmente corretto entro il 12 gennaio dai vari enti coinvolti (oltre alla Pisana, il Campidoglio, la Città metropolitana e vari ministeri). Ai privati è imposta fin da subito una condizione: tutte le infrastrutture pubbliche dovranno essere costruite «prima o almeno contestualmente» alle opere private, a partire da strade e svincoli. Per l’ex Provincia poi è «una condizione imprescindibile per la sussistenza del parere favorevole, la definizione del potenziamento del trasporto pubblico. Ove non sia assicurata il presente parere sarà da intendersi di motivato dissenso». Cioè da positivo diventerebbe negativo.

STRADE – Per gli esperti sono necessari nuovi studi di traffico, anche durante i cantieri per «verificare un eventuale (temuto) peggioramento degli attuali standard funzionali delle infrastrutture esistenti», tenendosi pronti a intervenire «in caso di accertata inadeguatezza delle opere progettate, fino anche ad ipotizzare una generale riconsiderazione delle decisioni assunte da Roma Capitale». Insomma, il piano traffico potrebbe essere totalmente rivisto. La Città metropolitana ha chiesto in un tratto dell’Ostiense-Via del Mare unificata almeno «sei varchi spartitraffico» tra le varie corsie. Il problema principale è il piano trasporti. Secondo il Campidoglio il 50% degli spettatori (quasi 30mila persone) deve arrivare con i mezzi pubblici, quasi tutti sulla Roma-Lido. Ma i tecnici scrivono che risulta «non realistica» l’indicazione di arrivare «a una capacità della Roma Lido di 20mila viaggiatori per ora per direzione su tutta la tratta». Servirebbero ben altri interventi «non previsti nella nuova proposta», nelle stazioni di Tor di Valle e della Magliana, servirebbero soprattutto nuovi treni, tanti. «Il materiale rotabile necessario è un parco costituito da almeno 18 treni», si legge nelle carte. Mentre ai privati il Comune non ha chiesto un numero minimo di nuovi convogli, anzi, potrebbero solo rimettere in sesto alcuni vagoni vecchi (in gergo si dice «revamping»). Ma così «le stazioni saranno in grado di assorbire (allo stato attuale) al massimo un quarto della domanda di trasporto prevista e quindi si avrà un utilizzo prevalente del mezzo privato (75% e oltre) per raggiungere lo stadio». In questo quadro, rimarcano gli esperti, «la rete di viabilità andrebbe in crisi» e sarebbe «necessario un impegno da parte di Roma Capitale» per incrementare i bus. Ma la Città metropolitana ha già detto che non potrà essere utilizzata l’Ostiense -Via del Mare per creare nuove corsie preferenziali. E la Regione ha scritto che non aumenterà il proprio contributo per i trasporti. Insomma, non se ne esce.

I PONTI – I tecnici hanno ribadito che è fondamentale che nell’area ci siano due ponti, anche quello di Traiano che al momento non ha finanziamenti (avrebbe dovuto essere pagato dai privati, ma alla fine dovrebbe finanziarlo lo Stato, così almeno è stato promesso dal governo). E ancora: il Ministero dei Trasporti ha chiesto di realizzare una nuova rampa e di costruire sull’A90 «il prolungamento e la separazione fisica di 300 metri della corsia di decelerazione dello svincolo Via del Mare-Ostiense». Altre prescrizioni: i parcheggi sono insufficienti; il Ministero dei Beni culturali ha chiesto di ricostruire in parte le tribune dell’ex ippodromo «non lontano dalla sua originaria posizione» e che siano funzionanti; le aree a servizio dei tifosi ospiti e di casa non rispettano le norme anti incendio e vanno riprogettate.

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