Tor di Valle, gli ostacoli alla revoca. Il jolly di Vitek: “Quell’area è mia”

La Repubblica (L. d’Albergo) – Un emendamento di giunta. Oppure una modifica last minute in aula. Dopo l’ultimatum lanciato da Guido Fienga, amministratore delegato della Roma, il Campidoglio grillino sta valutando ogni possibile ipotesi per venire incontro alla società giallorossa e revocare la dichiarazione di pubblico interesse su Tor di Valle.

Ma nell’infinito braccio di ferro sul progetto del vecchio stadio giallorosso — “lì non andremo mai“, ha ribadito a più riprese Fienga — non mancano gli ostacoli. Il primo è il tempo: la consiliatura Raggi è agli sgoccioli e tentare un blitz senza una maggioranza solida (secondo problema) pare impossibile per il Movimento 5 Stelle.

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I consiglieri hanno paura di finire in tribunale, di essere trascinati in aula dalla Cpi di Radovan Vitek. I malpancisti hanno chiesto che l’atto sia almeno rivisto nella parte in cui cita Eurnova, visto che la società di Luca Parnasi lo scorso martedì ha venduto i suoi terreni a quella del tycoon ceco per 45 milioni di euro. Ma gli uffici aspettano una comunicazione ufficiale da parte dei protagonisti della compravendita. Arriverà presto, probabilmente già questa settimana, e sarà accompagnata dai documenti che attestano l’avvenuto passaggio di proprietà.

L’atto è stato siglato davanti alla notaia Mariangela Pasquini e riguarda 8 tra terreni e immobili con affaccio sulla via del Mare. Nel calderone ci sono il vecchio Ippodromo di Tor di Valle, 391.865 metri quadrati, e i terreni che lo circondano. Quanto basta per far ritenere chiusa tanto a Eurnova che alla Cpi la questione della proprietà delle aree e minare le basi della delibera della giunta Raggi.

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Uno dei presupposti su cui si basava l’atto era l’indisponibilità dei terreni, pignorati. Una questione che i dirigenti al lavoro fino a questo momento sul dossier stadio potrebbero chiedere di approfondire ancora una volta prima che il documento (ora in fondo all’ordine dei lavori del consiglio comunale) venga messo ai voti. Proprio il contrario di quanto auspicato dalla Roma, che si aspetta il passaggio della delibera “entro due settimane“.

Senza la revoca immediata, con le elezioni di mezzo, il club di Dan e Ryan Friedkin teme di perdere un altro anno per dire addio a Tor di Valle. Un’ipotesi che potrebbe portare la proprietà texana a rinunciare completamente all’idea di realizzare un nuovo impianto per la squadra di José Mourinho.

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