Test vero con la Roma. Juve, primo round ai rigori

La Stampa (M.Nerozzi) – A seimila chilometri da casa, dentro al Gillette Stadium di Foxborough, grandiosa casa dei campioni dell’Nfl (il prato un po’ meno magnifico), Roma-Juve è sempre uguale, nonostante la lentezza imposta dalla preparazione e dal caldo delle quattro del pomeriggio americano: gol sul filo del fuorigioco (della Juve, abbondantemente regolare), rigore non fischiato a Perotti (dubbissimo, ma lui ammonito per simulazione), gomitata di Dzeko a Chiellini (e mezzo parapiglia). Con successivi brusii sulla tribuna giallorossa. In realtà, nessuno scandalo che la Var avrebbe potuto raddrizzare, e da queste parti il football americano la usa da sempre, ma un primo tempo con più Juve che Roma e nella ripresa il contrario. Morale: un gol per tempo e 1-1, un grande classico. Così, per regolamento del torneo, il punteggio è uscito dalla riffa dei calci di rigore: dove la vincono Pinsoglio (uno parato) e Douglas Costa, che non sbaglia l’ultimo colpo.

IN GOL DZEKO E MANDZUKIC – Si parte con i bianconeri al volante (60 per cento di possesso palla all’intervallo) e la Roma affossata da una difesa spesso piazzata in modo imbarazzante, e i due centrali di più. Con dialoghi stretti ne approfittano Cuadrado e Dybala, che s’aggira sempre nella terra di mezzo, tra centrocampo e difesa, proprio dove nasce il gioco di Allegri. Da De Rossi e Nainggonlan, nessuno l’ha mai preso. Il peccato juventino è stato solo nel tiro a segno, perché l’argentino e Higuain hanno sempre sparato a salve, tra le braccia di Alisson. Meglio da fuori, con la carabina di Pjanic e Marchisio. Quest’ultimo, specialmente, ha confermato l’ottima ripresa fatta vedere con il Psg, a Miami: sarà il miglior acquisto del centrocampo, dopo l’effetto distorsivo del rientro dall’infortunio al ginocchio, che l’ha costretto ad alti e bassi. Le prime occasioni erano state romaniste (Dzeko, in spaccata) e sassata del ninja (alta). Poi, Juve: scivolata di Mandzukic e missile di Pjanic. Minuti di tiki-taka bianconero, ai bordi dell’area romanista, fino al lancione di Alex Sandro, per il gol di Mandzukic, che dribbla Alisson: linea del fuorigioco giallorossa dritta come le coste del Maine.

PROVE DI 4-3-3 – Nella ripresa scatta meglio la Juve, con gran combinazione Pipita-Dybala e gol annullato per fuorigioco (che c’era). Dall’altra parte, traversa di Strootman, con una gran botta. Nel frattempo, il frullatore dei cambi consegna ad Allegri uno sperimentale 4-3-3: Bentancur davanti alla difesa e tridente offensivo Bernardeschi, Higuain, Douglas Costa. Che, alla fine, lascerà pure discrete idee, non sempre ben realizzate. Davanti, meglio la Roma, però, grazie agli innesti del turco Under e, clamoroso, di Gerson. Macina la corsia anche Kolarov, il cui cross innesca il pareggio giallorosso di Dzeko, tra Barzagli e Chiello, per una volta meno affidabili di BenatiaRugani. Ma sia chiaro, è stata solo una (divertente) notte di mezza estate.

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