La Repubblica – Tensione Roma, polemica anche sul lancio abbonamenti

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A volerla vedere razionalmente, sembra una mano tesa per una tregua. Ma c’è già chi ne attacca il tempismo. Proprio nel pieno della settimana segnata dal sorpasso laziale al secondo posto, e infiammata dall’ira dei tifosi nei confronti del presidente Pallotta e dei suoi “fucking idiots”, da Trigoria è partito il lancio della nuova campagna abbonamenti. Diventata immediatamente un nuovo terreno di scontro tra proprietà e tifosi: “Ora ci chiedete i soldi, ma non eravamo fottuti idioti?“. E ancora: “Hungry for glory o hungry for money?“, scimmiottando lo slogan del club.

PALLOTTA: LA STORIA DEL “NO” AL RICORSO – Paradossalmente la frattura è nata, più che dopo la famosa intervista degli “idiots”, con il passo immediatamente successivo: la scelta di non presentare ricorso. A dimostrazione che anche tra i tifosi quell’attacco di Pallotta era stato accolto con un certo favore, dopo gli striscioni più che censurabili contro la madre di Ciro Esposito. Ma a Trigoria erano anche arrivate le mail di chi non era allo stadio perché in vacanza per Pasqua fuori Roma, e si aspettava un ricorso contro la chiusura del settore per non dover restare fuori domenica contro l’Atalanta. Anche Pallotta, almeno inizialmente, sembrava intenzionato a impugnare la chiusura della curva: dal dg Baldissoni aveva già ricevuto il testo del ricorso tradotto in inglese e era pronto a dare il via libera. Poi però si è confrontato con i suoi consulenti della Raptor e ha anche scambiato opinioni con un grande manager sportivo italiano. Prendendo la scelta giusta, appoggiata ieri anche dal presidente federale Tavecchio. E’ vero che molti non si sono sentiti tutelati, ed è vero che non tutti i 14mila della curva approvavano e appoggiavano quello striscione. Ma con quella scelta Pallotta ha segnato un passo senza precedenti in Italia: tagliare del tutto il filo con gli “idioti” da stadio. Gli stessi che nella notte tra sabato e domenica a Trigoria aveva esposto dieci metri di stoffa con scritto: “This fucking idiot gonna pay you Mother fucker“. Parole in libertà che in un inglese del tutto sgrammaticato sembravano persino ventilare una minaccia.

UNA ROMA PIU’ AMERICANA – Di certo Pallotta è profondamente segnato da questo periodo, in cui alle tensioni con una fetta di pubblico si sommano i risultati deludenti della squadra. Per questo tra maggio e giugno, quando verranno al pettine i nodi qualificazione alla Champions e stadio, tirerà le somme sul futuro del club. Il rimpasto è inevitabile, quasi scontato che chieda ad Alex Zecca di diventare la sua “spia” romana: si tratta di un manager della Raptor Capital, Head Trader della società, socio di Pallotta, suo braccio destro e grande appassionato di calcio. Non dovrebbe avere incarichi dirigenziali, ma riferire – più che supervisionare – sul lavoro dei manager a Pallotta. In arrivo, per volere di Mr President, dovrebbero esserci anche due medici statunitensi, oltre al preparatore dei Boston Celtics Ed Lippie. Per una Roma ancora più americana di quella di oggi.

La Repubblica – M.Pinci

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