Tavecchio tenta il rimbalzo

Corriere dello Sport (A.Santoni) – E’ stato il lunedì nero della storia Nazionale. Un po’ come a Wall Street, esattamente 30 anni fa, quando i titoli dei mercati internazionali crollarono di oltre il 22%, così l’Italia azzurra, a San Siro, ha conosciuto il tonfo più clamoroso della sua storia mondiale. Eppure già ieri, nonostante la gigantesca ondata di critiche che ha provato a sommergerlo, Carlo Tavecchio ha concepito un inatteso tentativo di “rimbalzo”. Dopo aver detto “no, non mi dimetto”, direttamente al telefono al presidente del Coni, Malagò, il numero uno di via Allegri ha scelto di cercare la risalita, se non agli occhi dell’opinione pubblica, almeno a quelli del suo Palazzo, unico in questo momento in grado di presentargli il conto. Dunque, oggi pomeriggio alle 16, a Roma, Tavecchio riunirà tutti i capi delle sette componenti federali, una specie di Gabinetto di Guerra, dopo la Caporetto azzurra, un Consiglio di Presidenza allargato al quale sottoporre un Piano di rinascita tecnica condiviso. Col dg Uva, ci saranno Sibilia e Ulivieri, i suoi vice, nonché caposaldi della sua maggioranza politica, in rappresentanza di Lnd e Assoallenatori, ci sarà Nicchi, presidente degli arbitri, anche lui nel patto di sindacato dell’attuale leadership in Figc. Per quanto riguarda la Lega di A, il commissario Tavecchio ascolterà se stesso, mentre per la Lega di B, probabile la presenza del commissario Balata. Con loro anche Gravina (Lega Pro), Tommasi, leader dell’assocalciatori e dell’opposizione antitavecchiana e pro Abodi alle ultime elezioni in Figc. Non sarà solo per cortesia istituzionale, la loro presenza. Uditori, sì, ma potrebbe anche nascere qualche proposta concreta condivisa, se Tavecchio si mostrerà propositivo su alcuni punti cari all’Aic, come le seconde squadre, o una gestione del Club Italia più coinvolgente per la loro componente, o una ridefinizione dell’organizzazione dei Centri Federali di Addestramento.

SFIDUCIA… – Quello che appare piuttosto definito, a meno di svolte notturne, è il fatto che nessuno, neppure Tommasi, ha intenzione di proporre la sfiducia nei confronti del presidente Tavecchio così come non c’è ancora una componente che pensi di risolvere il problema sulla tenuta di Tavecchio attraverso interventi esterni. Che, per parte sua, partirà con una relazione su quello che è appena accaduto, tra Solna e Milano. A quell’ora il dg Uva dovrebbe aver già risolto il rapporto con Ventura. E dunque Tavecchio darà il suo giudizio sull’ormai ex ct azzurro. Una scommessa perduta in modo amarissimo. Ma una crisi come quella attuale, tecnica e politica, con A e B commissariate, non si risolve solo portando sul piatto la testa di un commissario tecnico. La proposta di Tavecchio nasce da una sua valutazione politica e da quella che lui considera una assunzione di responsabilità: in questo momento di incertezza totale del movimento, un vuoto anche in Federazione aggiungerebbe instabilità a instabilità. Proprio a un passo dal traguardo dalla entrata in vigore della riforma statutaria della A, con elezione di presidente e ad alle porte, i grandi club (come Juve, Inter e Milan) hanno mandato messaggi di sostegno al presidente-commissario, temendo colpi di coda (lotitiani). Per concludere, solo in caso di larga sfiducia interna Tavecchio potrebbe scegliere di valutare un proprio passo indietro: ipotesi che potrebbe nascere solo da nuovi patti tutti da costruire (tipo Lnd-Aic…).

SPONSOR – Intanto Luigi De Siervo, ad di Infront, l’advisor della Figc per i diritti tv e il merchandising assicura: «Restano tutti, nonostante una grande amarezza». Oggi la nazionale azzurra può contare su 4 main sponsor: Puma, Poste, Fiat e Tim, più altri 4 premium sponsor (Lete, Lidl, Intralot, San Carlo), un Luxury partner (Ermannno Scervino), 10 official partner (Nutella, Frecciarossa, Fassi, Swisse, Radio Italia, Corriere dello Sport, Costa d’Oro, Goleador, Magniflex, Dixan) e due technical supplier (Sixtus e Technogym). Totale, 22 sponsor per 43 milioni l’anno.

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