Tavecchio: “Sono un competente di calcio, in Italia ce ne sono pochi. Lotito? Meglio essere amico di un ricco avaro che di un povero abbonante”

Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport del passato e del futuro della Federazione, dei suoi rapporti con Lotito e dell’uscita dal Mondiale. Le sue dichiarazioni:

La prego, una volta per tutte: ci dica la verità sui suoi rapporti con Lotito…
Lotito l’ho conosciuto in federazione. Questa persona sta 22 ore al giorno sul pezzo, ha testa, conosce tutti, cerca di coagulare consensi intorno a sé. Vuole sempre diventare presidente o vice, ma tutte le volte non lo nominano nonostante si dia da fare come un matto. Le confesso una cosa che non ho mai detto: Lotito voleva diventare vicepresidente vicario, e ne avrebbe avuto i titoli, lo meritava. Lo presi da parte e gli dissi: “Se facciamo questa roba il giorno dopo siamo morti in due”. Sa qual è il mio metodo di lavoro? Meglio essere amico di un ricco avaro che di un povero abbonante.

Sul Mondiale…
La sera dell’uscita dal Mondiale mi assunsi la responsabilità dell’apocalisse, spiegai ai miei che non avrei nemmeno convocato il consiglio. Le dimissioni furono un atto dovuto e molto sofferto. E certo non mi preoccupai dell’aspetto economico, visto che il rimborso spese era di 1180 euro al mese. Vuole che le dica l’ultima, e non è una battuta ma una verità assodata? Io sono competente di calcio e in questo Paese non lo siamo in tanti.

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