Tanti auguri a Simone Perrotta, giocatore inesauribile dal grande cuore

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Se nasci (e cresci) in Inghilterra, è assai probabile che l’ultima cosa che ti aspetti è quella di vincere un Mondiale, da protagonista, con la nazionale italiana. La storia di Simone Perrotta può sembrare inizialmente una delle tante. Eppure ti conquista e ti lega ancor di più a questo sport, che sa essere tremendamente imprevedibile in ogni momento.

Ashton-under-Lyne è un comune di 43mila abitanti della contea della Greater Manchester. E’ qui che nasce Simone, 38 anni fa, ignaro di cosa la vita gli avrebbe poi riservato. Una sorpresa dopo l’altra. Prima un nuovo inizio, nella “sua” Cosenza, all’età di 5 anni. Poi la passione per il calcio ed un pallone rincorso sin da piccolo nella squadra del suo paese, Cerisano. Infine la gioia di esserci stato, di esser stato lì, presente, protagonista, il 9 luglio 2006 a Berlino.

“Campioni del Mondo” è la frase che lo accompagnerà tutta la vita, lo slogan d’una carriera fatta di sacrifici e passione pura per il calcio. Il suo primo incontro con Marcello Lippi avviene nel 1998. Perrotta è poco più di un ragazzo: ha 21 anni ma anche idee chiare e qualità che la Juventus nota subito. Ma la sua esperienza in bianconero dura l’arco di un sospiro. Neppure il tempo di svegliarsi dal sogno che Simone è già altrove. Appena 14 presenze complessive in stagione, poche per un giovane che ha bisogno di visibilità, continuità, progressi.

Bari e Chievo Verona gli aprono le porte del successo. Cinque stagioni in A e oltre 150 presenzeraccolte in giro per l’Italia, a rincorrere palloni e avversari, a segnare poco (appena 7 reti) e a far segnare molto di più, con quella capacità tutta sua di essere ora mediano ed ora rifinitore. Velocità di gamba, fisico possente, intelligenza tattica. Perrotta conquista tutti: tifosi, allenatori, perfino avversari, perché in campo è un “buono” che sa stare al suo posto, che sa farsi rispettare senza mai alzare la voce oltre il necessario.

Poi, improvvisamente, la vita di Simone cambia. Tutto in pochi mesi. Il trasferimento alla Roma, il ritorno in Champions League, l’incontro con Spalletti e infine il nuovo ruolo: quello che gli aprirà – definitivamente – le porte della nazionale. Nel 4-2-3-1 giallorosso Perrotta diventa iltrequartista che non t’aspetti. Fantasia e qualità da “10”? Macché, a quello ci pensa Totti. Perrotta è semplicemente un centrocampista aggiunto, che continua a far ciò che ha sempre fatto con la differenza che ora, al fianco di campioni, si diverte anche a segnare. I suoi tempi d’inserimento sono perfetti: in 9 stagioni esulta ben 49 volte. Roba da non credere, per uno come lui.

Ma il tempo delle meraviglie è tutt’altro che finito. Nell’estate del 2006 Perrotta è uno degli artefici del miracolo sportivo italiano. Sempre presente, sempre indispensabile, sempre decisivo. C’è ma (spesso) non si vede, perché senza fare rumore riesce ugualmente ad essere utile, a dare equilibrio ad una squadra di fenomeni, a correre per due e a farlo al fianco di chi, come Gattuso, è un esempio dal quale poter solo imparare. Ecco la storia di Simone Perrotta: il ragazzo nato in Inghilterra, cresciuto in Italia e “addormentatosi” in Germania, a Berlino: un sogno azzurro dal quale nessuno, probabilmente, riuscirà mai a risvegliarsi del tutto.

(gianlucadimarzio.com)

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