Tagliavento: “Nei derby quando perdeva la Lazio ero romanista e quando perdeva la Roma ero laziale”

Paolo Tagliavento, ex arbitro di calcio, è stato intervistato da Il Messaggero ed ha parlato anche della sua carriera e di un particolare. Questo uno stralcio delle sue parole:

L’abbraccio di Daniele De Rossi, immortalato dalle telecamere, però è stato inusuale…
«Ma non è stato il solo che ho ricevuto. D’altronde, dopo 15 anni e 221 gare dirette, con tanti calciatori si è instaurato un rapporto di reciproca stima».

Qualcuno però ha equivocato su alcuni gesti…
«Se si riferisce ad Allegri, non vale nemmeno la pena di commentare quanto è stato detto e scritto».

Lei, Rizzoli e Rocchi avete guidato la squadra del rilancio arbitrale dopo Calciopoli…
«Quello è stato un periodo tremendo. Personalmente ho vissuto giorni terribili, che per fortuna sono durati poco».

Quando è stato tirato dentro l’inchiesta ha pensato di dover smettere?
«No, perché ero certo dime stesso e della mia onestà. Ero completamente estraneo e sia la giustizia sportiva che quella penale lo hanno appurato in brevissimo tempo».

E le manette di Mou in Inter-Sampdoria le diedero fastidio?
«Solo per un attimo, perché poi tutti i commenti mediatici e quelli del mio organo tecnico conclusero che avevo diretto molto bene…».

Lei era in campo, sempre a San Siro, anche nel famoso gol-non gol di Muntari…
«Sì, quello è stato ilmio errore più evidente. Che oggi si sarebbe evitato in un decimo di secondo…».

Derby di Roma, un rapporto che non è mai stato facile?
«E’ vero, perché quando perdeva la Roma ero laziale e quando perdeva la Lazio ero romanista. È normale che nella carriera di ogni arbitro ci siano score diversi con ogni squadra, ma sono semplici dati per le statistiche»

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