Szczesny guida la lista di partenti

Corriere Dello Sport (R.Maida) – Passi d’addio. Magari gioiosi, festanti, fieri, ma quasi tutti definitivi. Non solo Totti, non solo Spalletti, allineati nell’emozione dei saluti dopo essersi detestati. Il 28 maggio è anche l’ultima danza di una pattuglia di professionisti che li seguiranno nell’uscita dalla Roma.

RINNOVAMENTO – Nella necessità strutturale di smantellarsi e rivestirsi, Trigoria si è abituata al senso di abbandono improvviso, ai badge disattivati, agli abbracci commossi, alle chiavi che non aprono più gli armadietti. E allora via al trasloco, ad esempio per Szczesny che per due anni ha protetto con alterne fortune la Roma. Tornerà all’Arsenal, che ieri ha tolto ad Antonio Conte lo sfizio del double inglese. Al suo posto, tra questi pali testimoni di una domenica struggente, dovrebbe entrare il brasiliano Alisson, che per un anno non ha giocato in Serie A (lo farà oggi, un assaggino?). Ma del mercato, con i sacrifici da plusvalenza che potrebbero generare altre partenze, si discuterà in altri contesti.

DELUSIONE – Di sicuro si chiuderà l’ingloriosa parentesi di Thomas Vermaelen. Non è stata colpa sua ma nemmeno della Roma. Era davvero «un’opera d’arte sbeccata», come svelò in estate Spalletti attraverso una metafora di preoccupazione. Ha cominciato male, con un’espulsione in Champions a Oporto, ha finito peggio, con un errore fanciullesco con il Villarreal. In mezzo la pubalgia, altri malanni muscolari, l’impossibilità di riabilitarsi.

SOLDI – E baby Gerson, a cui Sabatini un giorno incautamente regalò la maglia numero 10 con il nome dietro? Ha perso la Roma ancora prima di conoscerla, spedito allo sbaraglio allo Juventus Stadium in una notte di dicembre: da allora, non ha più giocato neanche un minuto e, saltato il trasferimento al Lilla a gennaio, andrà via a luglio. Come lui, raccontano storie di incompiutezza e precarietà i vari Bruno Peres, Juan Jesus, Mario Rui. Con un consuntivo che mette i brividi a Monchi: sono costati oltre 50 milioni. E gli ultimi tre devono essere ancora pagati, con il rischio beffardo che neanche servano più.

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