Svincolo? Giochi di carte a Tor di Valle

Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Non è stata ancora emessa alcuna comunicazione ufficiale. Certo, le parole del nuovo sovrintendente unico di Roma, Francesco Prosperetti, sul vincolo imposto alla tribuna e alla pista del vecchio ippodromo di Tor di Valle sembrano aprire la strada alla cancellazione del medesimo. Anzi, secondo Prosperetti il vincolo non c’è mai stato: «Era una proposta e la mia posizione è che fosse impraticabile per una serie di motivi». A scanso di equivoci: «La decisione non è mia, è collegiale. In ogni caso il vincolo è stato oggetto di una discussione complicata». Di cui conosceremo oggi i risultati. La documentazione è vasta e contraddittoria. Non da ieri i proponenti il progetto sostengono l’esistenza di difetti di forma e di sostanza all’interno del provvedimento.

IRRITAZIONE – Il vincolo proposto, come puntualizza Prosperetti, dal suo predecessore Margherita Eichberg è uno degli ostacoli più alti sulla strada verso il nuovo stadio della Roma. Se viene cancellato o rimodulato – per esempio mantenendolo sulla tribuna ma togliendolo dalla pista – il momento dell’apertura dei cantieri comincerebbe ad avvicinarsi davvero. La qual cosa naturalmente suscita sconforto in certi ambienti. Le parole di Prosperetti hanno irritato, per esempio, il presidente di Italia Nostra, Oreste Rutigliano: «Se davvero i cinque sovrintendenti hanno condannato alla demolizione l’ippodromo di Tor di Valle, impallinando un vincolo di tutela voluto da organi dello stesso ministero dei beni ambientali e culturali, li ricondurremo alla ragione in tribunale». D’altronde se il vincolo fosse al contrario confermato sarebbe la Roma a rivolgersi al Tar.

RICHIESTE – Solite manovrine politiche, appena meno fastidiose di quelle che vanno avanti in Assemblea Capitolina. Il consiglio comunale oggi deve votare la delibera di pubblico interesse dello stadio, o meglio delle opere collegate. Il Movimento 5 Stelle più che spaccato si è sfrangiato. Comunque hanno respinto una rischiesta di sospensiva presentata dal Pd (che ha anche convocato una conferenza stampa dai toni forti per illustrare l’opposizione al progetto così com’è) mentre hanno approvato cinque ordini del giorno di Fratelli d’Italia. Tre lasciano più o meno il tempo che trovano: chiarire come e perché gli interventi sulla Roma Lido vengano considerato sufficienti, assicurare la funzionalità delle opere prima dell’apertura dello stadio, dare pubblicità al procedere dell’iter. Due sanno di sostanza: per dieci anni la gestione e la manutenzione del parco fluviale devono essere a carico di James Pallotta e dei suoi; gli eventuali fondi in eccesso vadano alla riqualificazione di Campo Testaccio. Oggi seduta a oltranza per arrivare a dama.

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