Svaligiata la villa di Nainggolan

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Il Tempo (S.Mancinelli) Il Chelsea lo corteggia, lui risponde di trovarsi benissimo con la Roma. Ma intanto la porta in faccia a Conte non la chiude. E neanche ai ladri che ieri sera si sono intrufolati nella sua villa a Casalpalocco, lasciata aperta e senza allarme inserito. Furto in casa di Radja Nainggolan, il centrocampista giallorosso tanto ambito dal team inglese. Uscito a cena con il fratello e la sorella gemella che vivono con lui, con la moglie Claudia e la figlia Aysha, si è chiuso la porta alle spalle senza mandate, certo di essere al sicuro restando in zona senza tardare. I banditi, però, sono stati più veloci di lui.

LA DINAMICA Tra le 22 e le 23 al massimo hanno scavalcato la recinzione, provando a sfondare le porte finestre al piano terra. Non hanno dovuto faticare molto e, «armati» di una lastra, hanno aperto il portone blindato senza che nessuno nella piccola via Amipsia potesse notare qualcosa. L’allarme perimetrale, infatti, non era stato inserito prima di uscire. «Siamo andati a cena, sapevo che nel giro di un’ora saremmo tornati e pensavo di poter stare tranquillo» avrebbe detto il «Ninja» belga ai carabinieri di Ostia chiamati appena scoperto il furto. I ladri hanno infatti agito in meno di un’ora, arraffando 30mila euro in contanti, gioielli e una collezione di 15 orologi di lusso, alcuni dei quali importanti a livello affettivo, altri nuovi e ancora mai indossati. Snobbata la cassaforte che i banditi esperti non hanno neanche provato ad aprire, consapevoli di avere poco tempo a disposizione.

LE INDAGINI Gli investigatori agli ordini del Capitano Paolo Del Giacomo non escludono che la famiglia Nainggolan possa esser stata osservata dai ladri, sicuri di agire indisturbati prima dell’inizio del pattugliamento da parte della vigilanza privata della strada, durante la notte. Arrabbiata la moglie del centrocampista, si sarebbe lamentata in presenza dei carabinieri del fatto che la casa sarebbe aperta e frequentata da troppe persone. Al vaglio dei militari le telecamere all’esterno della villa e in strada. I ladri, fuggiti pochi minuti prima che il numero 4 della Roma rientrasse e si accorgesse del furto, non hanno danneggiato né messo particolarmente a soqquadro casa, come fossero andati a colpo sicuro. La famiglia è coperta, anche se in parte, dai furti.

IL BOTTINO Da quantificare con esattezza il valore dei gioielli e degli orologi portati via dai ladri insieme ai contanti, ma supererebbe – secondo una prima stima – i centomila euro in totale. Un malloppo importante, eppure misero rispetto al compenso offerto al Ninja da Conte. Il belga, scambiato per un terrorista nella sua Anversa pochi giorni dopo gli attentati a Parigi, avrà modo di pensare all’eventuale trasferimento in Inghilterra e al furto domani sera, quando – squalificato – vedrà in tribuna il match con il Bologna.

PRECEDENTI Radja Nainggolan non è che l’ultimo tra i calciatori giallorossi a esser finito nella rete dei ladri. L’estate scorsa toccò a Seydou Doumbia, il 29enne ivoriano in prestito alla Roma, salvato però dall’antifurto e dalla vigilanza privata. L’attaccante, infatti, era in vacanza con la moglie ucraina e la figlia quando i banditi scavalcarono il muro di recinzione della sua villa a Nuova Palocco, provando a forzare la porta-finestra del seminterrato. Il frastuono provocato dalla rottura di un vetro, dopo aver forzato con piede di porco e cacciavite l’inferriata, fece scattare l’antifurto, in quel caso inserito, e i due banditi furono costretti a darsela a gambe levate prima che la guardia giurata in servizio potesse sorprenderli. Anche allora titolari delle indagini furono i carabinieri di Ostia. A Natale di due anni fa toccò invece a Gervais Lombe Yao Kouassi, più noto come Gervinho. La villa a Casal Palocco della «freccia nera», oggi ala dell’Hebei China Fortune, venne svaligiata dai ladri in un’ora e mezza. Al 28enne ivoriano, che in quei giorni di festa si trovava in ritiro in Costa d’Avorio con la sua nazionale in vista della Coppa d’Africa, furono rubati orologi di lusso e gioielli per un valore di diverse decine di migliaia di euro.

A novembre 2011 fu Juan Silveir dos Santos, allora difensore giallorosso, ad esser beffato dai malviventi che, incappucciati, si presero gioco prima delle telecamere di videosorveglianza e poi dei sensori dell’allarme, dribblati e silenziosi per tre lunghi minuti. Cinquantamila euro il bottino arraffato tra gioielli e contanti. La metà di quello portato via a Jeremy Menez esattamente un anno prima. I banditi, entrati nella sua villa all’Infernetto a notte fonda, rubarono bracciali, orologi e il portafogli del calciatore, fuggendo poco prima che l’attaccante oggi al Milan si precipitasse al piano terra svegliato dai rumori. Al suo connazionale e allora compagno di squadra Philippe Mexès, toccò due volte. Prima nel 2008 poi nel 2011 quando i balordi soffiarono via il suv alla moglie. Lo abbandonarono in strada poco dopo, quando si accorsero della figlia di due anni addormentata sul sedile posteriore. A ottobre del 2008, invece, i ladri fecero visita a Marco Delvecchio due volte a distanza di due settimane. «Evidentemente volevano portare a termine il primo furto», commentò preoccupato l’ex giallorosso.

UN MUNICIPIO PREDA DEI LADRI I furti subiti dai calciatori della Roma, la maggior parte residenti tra Axa, Casal Palocco e Infernetto, non fanno che accendere ulteriormente i riflettori su una situazione critica per un territorio quotidianamente assediato dai ladri. La poca presenza delle forze dell’ordine, lamentata negli anni dagli abitanti costretti a fare affidamento sulla vigilanza privata, è un cavallo di battaglia per i politici e gli amministratori di zona, mentre le forze dell’ordine fanno il possibile per tamponare la mancanza di mezzi, stirando al massimo una coperta sempre troppo corta

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