Summit con Jim

Corriere dello Sport (R.Maida) – E’ il momento di guardarsi negli occhi. Lo ha detto Eusebio Di Francesco alla fine della grama Epifania romanista, usando un’espressione tutt’altro che metaforica. I confronti ci saranno davvero già stamattina, a Trigoria, con lo stato maggiore della società e verosimilmente l’allenatore a riunirsi per studiare i problemi e cercare soluzioni, tra il mercato e le mosse di politica interna. Ieri Baldissoni e Monchi erano a Milano per assistere alla Supercoppa Primavera, persa con un po’ di sfortuna ai supplementari, ma già da ieri sera sono tornati a tempo pieno a occuparsi delle storie dei grandi.

CHIAMATA – In contatto continuo con il presidente Pallotta, che era nella gelida Boston di questo inizio di 2018, Baldissoni è pronto a guidare la delegazione di dirigenti che sono attesi a Londra entro la fine della settimana per un summit con il padrone. In realtà l’incontro non è ancora sicuro al cento per cento perché Pallotta, che è atteso in Inghilterra per l’attesissima esibizione di basket Nba tra Boston Celtics e Philadelphia 76ers, in programma all’O2 Arena giovedì prossimo, non ha ancora sciolto le riserve sulla trasvolata atlantica. Gli affari lo tengono impegnato a Boston. Ma vista l’importanza dell’evento, che vale per la regular season del campionato professionistico, difficilmente Pallotta vorrà mancare: oltre che essere proprietario della Roma, è azionista dei Celtics. E poi anche a Londra la sua azienda, il fondo Raptor, ha un quartier generale, sede di lavoro della fidata collaboratrice Kaitlyn Colligan (impegnata anche in queste ore nella caccia al main sponsor).

PROGRAMMA – Nelle prossime ore dunque Baldissoni, Monchi e Gandini sapranno se dovranno imbarcarsi per Londra. Non sarebbe una novità, d’altra parte: ogni anno a gennaio, a prescindere dai risultati sportivi di metà stagione, Pallotta invita i manager per un ciclo di riunioni che servono a fare il punto della situazione. Si parla di mercato, della situazione della squadra e anche di progetti. Aspettando che l’iter verso l’apertura dei cantieri dello stadio di Tor Di Valle si concluda, Pallotta vuole comprensibilmente chiedere conto al suo staff del momento difficile della squadra. Se non potrà farlo dal vivo, lo farà in conference call. Ma preferirebbe la prima soluzione.

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