Il Messaggero – Kevin, un girone fa

Kevin_Strootman

Un girone fa, allo stadio Olimpico i tifosi della Roma – non tutti: Sud chiusa – fecero la conoscenza di Kevin Strootman, assente nell’esordio di campionato a Livorno perché infortunato. Primo settembre, Roma contro la neo promossa Verona reduce dal successo casalingo ai danni del Milan, centrocampo a tre formato da Pjanic, De Rossi e appunto dall’olandese arrivato dal Psv Eindhoven con un biglietto da visita scintillante. E dietro pagamento di 16,5 milioni di euro, bonus esclusi. Curiosità grande, insomma, intorno a quel ragazzone dalla mascella quadrata che era stato accolto a Fiumicino, il 16 luglio, come una vera star. Se costa tanto, deve valere tanto, ilrefrain intonato in città. In pochi, quel giorno, potevano immaginare che, un girone dopo, King Kevin Strootman sarebbe già diventato, e in scioltezza, un beniamino della gente con una Lupa tatuata sul cuore. A dire il vero, quella partita contro il Verona cominciò a chiarire alcune cose, e basta andare a rivedere l’azione della prima rete della Roma per capire di che cosa stiamo parlando: Strootman impegnato a sradicare il pallone dai piedi di Hallfredsson, islandese spazzato via come una fogliolina al vento, appoggio a Totti, quindi scarico del capitano su Maicon, cross del brasiliano e autogol di Cacciatore. La tipica azione di Kevin levatedetorno, come testimoniato – per dirne un’altra – dall’unocontrodue (vincente, ovviamente) andato in scena nella recente Roma-Genoa con Matuzalem e Vrsaljko abbattuti dall’onda d’urto olandese.

GOL E GEOMETRIE
Ma Strootman non ha conquistato i cuori dei romanisti soltanto per via della sua, diciamo così, esuberanza fisico-atletica: ha il sinistro vellutato, Kevin, e un feeling notevole con la tattica oltre che una capacità immensa di fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Non è un caso, del resto, che Rudi Garcia lo consideri uno dei punti fermi, anzi fondamentali della sua Roma. Tanto è vero che Kevin non è stato impiegato soltanto quando è stato squalificato, all’Olimpico contro il Catania: diciotto presenze in campionato impreziosite da cinque reti, l’ultima delle quali (la prima all’Olimpico) contro il Livorno. Due gol su calcio di rigore, a Parma e a Milano contro il Milan, e poi le reti a Torino contro i granata e a Bergamo. Non v’è dubbio che l’olandese, in compagnia di Benatia, rappresenti il fiore all’occhiello del mercato estivo del ds Walter Sabatini al punto che il suo nome è finito nella lista dei sogni dei più grandi club europei: la Roma, però, non pensa neppure lontanamente all’ipotesi di una cessione del centrocampista. Come nel caso di Pjanic, la Roma i giocatori giovani e bravi se li tiene e, se può, affianca loro altri elementi di prospettiva e di valore. E Garcia se la ride…

 

Il Messaggero – M.Ferretti

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