Strootman: “Non volevamo il Barcellona, dobbiamo dimostrare di non essere qui per caso. Spero che Alisson rimanga qui” – VIDEO

Il centrocampista della Roma e della nazionale olandese, Kevin Strootman, è stato il protagonista di un una diretta sul profilo ufficiale Facebook della società giallorossa. Queste le sue parole:

In questi giorni i tifosi romanisti pensano solo ad una partita…
Al Bologna? (ride ndr).

No, sono proiettati un po’ più avanti, come si prepara Bologna-Roma in questo momento?
Anche noi pensiamo alla partita contro il Barcellona, ma per arrivare bene mentalmente devi vincere contro il Bologna. Sarà una partita difficile e noi dobbiamo vincerla, la Champions League non conta niente per il campionato e viceversa. Dobbiamo vincere contro il Bologna, che sarà una gara difficile, e poi potremo pensare al Barça.

Sei quasi maniacale con il lavoro settimanale…
Dopo l’infortunio è cambiato un po’ il mio modo di lavorare e di preparare l’allenamento, preparare le gambe e tutte le cose. Dovevo cambiare qualcosa, ogni tanto forse faccio troppo, forse voglio essere troppo preciso, ma mi piace. Ogni tanto mi prendono in giro, anche lo staff tecnico e quello medico, ma va bene. Io mi sento bene così e così voglio continuare. Quando stavo male col ginocchio mi è stato detto, anche da qualche dottore, che non potevo più giocare 90 minuti a questi livelli, dopo l’infortunio invece ho fatto 80-90 partite. Voglio continuare così e migliorare sempre. Per questo sto facendo questo lavoro.

Sei mai arrivato in ritardo all’allenamento?
No, solamente per le interviste come questa (ride, ndr). Non succede proprio nella squadra, al massimo sarà successo due o tre volte nell’anno. Gli altri sono sempre precisi. E’ una cosa buona. Anche i sudamericani e gli italiani.

Sono anche tutti ordinati?
Un po’ meno (ride, ndr).

Ti capita mai di lasciare qualcosa fuori posto?
Forse una volta, lo spogliatoio non è sempre così ordinato, ma ci proviamo.

Sembrate un bel gruppo da fuori…
Sì, penso di sì, questo si vede quando le cose non vanno bene. Nel mese di dicembre e di gennaio abbiamo perso qualche partita in campionato e siamo andati fuori dalla Coppa. Stavamo sempre tutti insieme, tutti parlano con tutti. Normalmente ci sono i gruppi, ad esempio i sudamericani, i brasiliani, gli argentini, gli italiani, ci sono, ma se facciamo una cena la facciamo tutti, siamo 23 persone. C’è tutta la squadra. Quando le cose vanno bene è facile dire che siamo gruppo e una famiglia, ma quest’anno anche quando non andava bene siamo rimasti uniti e nessuno ha parlato male di altri. Mi piace, dobbiamo continuare così per migliorare e per fare qualcosa di importante. Va mantenuto questo spirito.

Si vede anche nel campo…
Sì, forse dobbiamo farlo vedere ancora un po’ di più in campo. Bisogna dire anche la verità in campo ad un tuo amico. Serve il giusto equilibrio, lo stiamo trovando.

Chi paga il conto quando andate a cena?
Non è un problema, se vai a cena con i calciatori vogliono tutti pagare. In un ristorante più caro è più difficile. Quest’anno io ancora non ho pagato, sicuramente la prossima volta tocca a me: faremo qualcosa di poco caro, tipo pizza o panini (ride, ndr).

Come siete arrivati al sorteggio di Champions?
E’ chiaro che non volevamo prendere il Barcellona. Questo è sicuro al 100%. Lo sai che se arrivi ai quarti di Champions devi giocare con un avversario forte. Anche Siviglia e Liverpool sono squadre molto forti. Non è sicuro che se prendi il Siviglia o il Liverpool vai in semifinale. Abbiamo lottato lo scorso anno contro il Genoa, abbiamo fatto di tutto per arrivare in Champions League e per giocare queste partite. Faremo di tutto per portare a casa un risultato importante lì, poi qui, con lo stadio pieno, non si sa mai quello che succede. Siamo contenti di essere arrivati qui e adesso vogliamo dimostrare che ci siamo arrivati non per caso.

Come sta Florenzi? Ha il piede caldo per il Barcellona?
Sì, ma prima per il Bologna eh! Dobbiamo essere chiari. Sta bene, è tornato alla grande dopo l’infortunio e speriamo che farà un altro gol così, anche se fa un gol brutto va bene, non è un problema per me.

Quando hai capito di esser diventato un leader della Roma?
Non mi piace tanto questa parola. Quando le cose vanno bene sei un leader, quando le cose non vanno bene non sei un leader. Queste cose cambiano ogni settimana. Io voglio aiutare sempre i miei compagni, è il mio ruolo di centrocampista, devo aiutare i compagni. Se gli altri stanno bene anche io sto meglio, non posso dribblare due persone e fare gol. Il nostro leader è De Rossi e lo fa vedere da anni in ogni partita. E’ lui il nostro leader e basta.

Perché hai sempre il viso serio?
Sto ridendo ora. Se sono in campo devo fare il mio lavoro, fuori dal campo e nello spogliatoio posso ridere, ogni tanto, il giusto (ride, ndr). Non troppo, al momento giusto.

Che cosa pensi di Under? E’ uno di voi ormai…
E’ ancora un po’ difficile per lui, per la lingua, neanche l’inglese parla, parlava solamente turco. Ora capisce e parla un po’ l’italiano. E’ molto importante. Sta facendo bene in campo ed è una cosa che aiuta: se non giochi bene e non sai la lingua è difficile entrare nel gruppo. E’ così nel calcio e nella vita. Adesso sta facendo molto bene in campo, ha qualità enormi, può diventare un giocatore molto importante per la Roma e per il calcio. E’ un bravissimo ragazzo, deve imparare un po’ l’italiano. Qualche parola l’ha imparata, lui dice sempre: “Si si si, ho capito”, ma poi non ha capito niente (ride, ndr). E’ un bravissimo ragazzo, se migliora questo migliorerà anche nel gioco.

Segnate ad Alisson in allenamento?
No, quasi mai. E’ fortissimo, già dallo scorso anno si vedeva, sia in allenamento che nelle partite di coppa. E’ un professionista, fa le sue cose in palestra ed in campo. Ogni tanto litigo con lui perché se prende un gol è subito incazzato. Può succedere gli dico. Lui vuole vincere tutto, non vuole mai prendere gol. E’ la mentalità giusta. E’ un grande, è molto importante per noi e spero che rimanga per tanto tempo con noi.

Quando ci fai un bel tiro dalla distanza?
Aspetto il momento giusto. Dal gol contro il Napoli ancora me lo chiedono “perché non tiri?”, ma dipende dalle situazione di gioco. Forse tiro un po’ meno dopo questo infortunio, non lo so, spero di rifare un gol così presto.

Segni col Barcellona e offri la cena?
Sì, va bene. Però un gol importante! Altrimenti pizza. Se è un gol importante sushi (ride, ndr). Se faccio gol contro il Bologna andiamo a mangiare i tortellini (ride, ndr). Ma sempre dopo Barcellona.

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