Stipendi Juve: in Procura anche Bernardeschi e Alex Sandro

La Gazzetta dello Sport (F. Della Valle) –  Federico Bernardeschi e Alex Sandro ieri pomeriggio si sono dati il cambio nell’ufficio dell’aggiunto Marco Gianoglio, uno dei magistrati che sta seguendo l’inchiesta “Prisma” che vede tra gli indagati i vertici della Juventus per emissioni di fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni di società quotate in borsa, e si sono abbracciati come fanno di solito al momento della sostituzione.

Dalle plusvalenze fittizie (che avevano portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Fabio Paratici, il legale Cesare Gabasio e 3 tra manager ed ex dell’area finanza) si è passati a un’altra ipotesi dello stesso reato, il falso in bilancio.Ai bianconeri è stato chiesto di ricostruire gli accordi siglati con il club per tagliare e ritardare il pagamento degli stipendi di quattro mensilità durante la pandemia.

Sotto la lente ci sono i bilanci 2019-20 e 2020-21: secondo l’accusa, non fu una rinuncia ma solo un differimento (di 3mensilità su 4) e l’intesa per la restituzione diluita nel tempo fu contestuale a quella per il taglio, perciò tutto andava registrato nel bilancio 2019-20. L’accordo sarebbe poi stato rinegoziato nel 2020-21, non più collettivamente ma individualmente attraverso scritture private di cui è stata trovata ampia traccia nelle perquisizioni effettuate mercoledì nelle sedi di alcuni studi legali e di procuratori sportivi tra Milano, Torino e Roma, a cui i calciatori si sarebbero appoggiati (tra cui il commercialista di Aaron Ramsey ,pure lui ascoltato ieri come testimone).

Bernardeschi è uscito dopo un’ora e mezza, Alex Sandro dopo due ed entrambi i verbali sono stati secretati. Secondo quanto emerso, ad alcuni dei giocatori sentiti sarebbero state restituite tutte le mensilità stabilite, mentre per altri il quadro non è così chiaro. Resta da capire come questi soldi siano stati contabilizzati e se tutti gli accordi siano stati regolarmente registrati in Lega. Molte di queste scritture private sono state trovate ma non tutte: c’è il sospetto, per ammissione di uno dei professionisti (come riportato nell’ultimo decreto di perquisizione), che alcune siano state distrutte una volta esaurita la loro funzione di garanzia (come potrebbe essere accaduto per la famosa “Carta di Cristiano Ronaldo“, mai trovata).

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