Stadio, sprint dei 5 Stelle verso il sì, superati due anni di veti e denunce

La Repubblica (L.D’Albergo) – La conversione del M5S sul nuovo stadio della Roma arriva per bocca dei big. Venerdì sera era stato Alessandro Di Battista a ribadire che «quando il Movimento dice che una cosa si fa, allora si fa». Ieri, per l’amara sorpresa degli attivisti storici, è arrivata la conferma a firma Luigi Di Maio. A “In Mezz’ora“, però, il candidato premier in pectore dei grillini si è spinto più in là: «In campagna elettorale abbiamo detto che andava fatto». Ieri, in contemporanea, anche il Campidoglio ha battuto un colpo — il terzo in 72 ore — sull’arena e il business park da quasi un milione di metri cubi che il club giallorosso e il costruttore Luca Parnasi vorrebbero realizzare a Tor di Valle. Nel suo bollettino settimanale, la sindaca Virginia Raggi ha ricordato l’obiettivo del Comune: «Lavorare con determinazione alla fattibilità del progetto». Ma «nel rispetto delle regole». L’ultima postilla è ormai l’unico flebile riferimento al passato 5 Stelle. Si torna al 2014, al 3 dicembre, e alla corsa in procura per battersi contro quella che veniva giudicata una speculazione. È netta, riassunta nell’esposto presentato al pm Mario Dovinola, la stroncatura dei quattro consiglieri grillini. Virginia Raggi, Daniele Frongia, Marcello De Vito ed Enrico Stefàno, allora all’opposizione, scrivevano che «il procedimento di approvazione dell’impianto è un’enorme speculazione immobiliare avente lo scopo fraudolento di assicurare enormi vantaggi economici a società private a scapito degli enti pubblici coinvolti e dei cittadini». Ai terreni «a rischio alluvione» di Tor di Valle è dedicato un intero paragrafo: «La scelta dell’area è scellerata, altro che ottimale». Solo qualche giorno più tardi, il 22 dicembre, è un post sul blog di Beppe Grillo a elencare i 10 motivi contro la delibera sul nuovo impianto della Roma. Il Movimento 5 Stelle apre al progetto. Smontandolo, però, punto per punto. L’elenco delle dieci bocciature, compreso il possibile aggiramento del piano regolatore che in quell’area prevede un terzo delle cubature richieste dall’As Roma, si chiude con un commento programmatico: «Questo piano è a vantaggio dei costruttori di strutture inutili e dei politici compiacenti».

Una parafrasi dell’ultimo degli “11 passi per Roma” con cui la scorsa primavera Virginia Raggi si è presentata come candidata del M5S. Il capitolo “Urbanistica” sembra scritto proprio per contrastare la realizzazione del “nuovo Colosseo” giallorosso. «Moratoria delle previsioni di nuove espansioni per verificarne le reali necessità e blocco delle edificazioni su aree a rischio idrogeologico», si legge nel volantino online. Ancora, la futura sindaca promette di «garantire la prevalenza dell’interesse collettivo su quello privato». L’impegno della prima cittadina, secondo gli attivisti di lungo corso, può essere ormai considerato come disatteso. Oggi si terrà un vertice tecnico con il club di Totti e Spalletti: il Comune aspetta una risposta ai rilievi formulati dai tecnici del dipartimento Urbanistica, che spinti dall’assessore Paolo Berdini (oggi l’addio alla giunta?) hanno dato parere negativo su Tor di Valle alla conferenza dei servizi in Regione. Domani, poi, l’avvocato Luca Lanzalone, il legale genovese chiamato dal M5S per chiudere la trattativa entro il 3 marzo, incontrerà i dirigenti della Roma per «trovare una soluzione ragionevole». «Ragionevole», ma comunque lontana dal sentimento della base grillina. Claudio Sperandio, l’organizzatore del meet up che raduna trecento iscritti al Movimento, chiede un voto online su stadio sì-stadio no. Mentre Francesco Sanvitto, l’architetto del tavolo urbanistica M5S che si è autoescluso dalla corsa alla poltrona di Berdini, punta il dito contro l’assessore allo Sport Daniele Frongia: «Da quando è in giunta nemmeno risponde al telefono. Abbiamo preparato una bozza di delibera che spiega perché il progetto non è realizzabile. È rimasta inutilizzata. Frongia era contrario, oggi cos’è successo?». Una domanda che rimbalza sui social e stimola gli “ortodossi” a 5 stelle. I quali, a partire dallo stadio, vogliono mettere sulla “graticola” l’amministrazione Raggi.

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