Lo stadio della Roma a Massimina: accordo DiBenedetto-Scarpellini

La Roma ha scelto: nuovo stadio a Massimina
Accordo tra DiBenedetto e  Scarpellini

“Scusate l’emozione, ma mio padre ha atteso tanto questo momento, da quando ha rilevato il club da Dino Viola. Entrambi avevano messo al centro la questione stadio“, così Rosella Sensi il 29 settembre 2009: il destino della società era segnato e il progetto per un impianto da intitolare a papà Franco verrà letto come un ultimo disperato tentativo di rimanere aggrappata alla Roma.
Gli americano hanno dato da subito nuovo impulso all’idea di uno stadio di proprietà e ora si registrano i primi passi concreti: recentemente DiBenedetto ha incontrato il costruttore Sergio Scarpellini e – secondo quanto riportato dal quotidiano La Stampa – trovato un’intesa sui 130 ettari di terreno situati nella zona Massimina, in prossimità della via Aurelia, al di là del Grande raccordo anulare. L’accordo verrà confezionato la settimana prossima.
Stiamo studiando le possibili zone dove costruire il nuovo impianto e sono partite le analisi finanziarie“, ha ribadito DiBenedetto nei giorni scorsi. Al vaglio, in effetti, c’era più di una soluzione (le alternative erano rappresentate da terreni situati a Tor Vergata e Tor di Valle, il secondo di proprietà del costruttore romano Luca Parnasi), ma la scelta è ricaduta sull’area dove doveva sorgere (almeno nelle intenzioni di Rosella) lo Stadio Franco Sensi. Al progetto lavorò l’architetto Zavanella, che a settembre ha consegnato all’amministratore delegato della Roma, Claudio Fenucci, i documenti messi a punto nel 2009 (piano da 120 milioni di euro, per 55 mila posti a sedere in una struttura avveniristica): DiBenedetto e i suoi soci, adesso, decideranno se affidarsi a Zavanella o se ripartire da zero con architetti ed esperti scelti negli Stati Uniti.
Proprio in questi giorni sono tornati all’opera nella Capitale gli uomini del fondo Raptor di James Pallotta. L’azionista dei Boston Celtics, che fa parte del comitato esecutivo della Roma, ha deciso di prendere di petto la situazione dello stadio, mentre DiBenedetto è concentrato in incontri diplomatici: ieri era in visita alla Regione, oggi andrà in Provincia.
In attesa che il cemento prenda forma, i manager venuti da Boston hanno preso accordi con il Coni per sfruttare al meglio l’Olimpico attraverso una serie di servizi (uffici, merchandising, aree a disposizione delle famiglie): il patto con il Palazzo dello Sport sarà di durata triennale, segno che i tifosi giallorossi dovranno aspettare ancora a lungo prima di poter mettere piede nel nuovo teatro. L’operazione in ogni caso è vitale per le casse della Roma (il patrimonio netto consolidato, al 30 giugno 2011, è negativo per 53,8 milioni di euro): “Solo con uno stadio di proprietà potremo raggiungere l’equilibrio finanziario“, ha ammesso di recente Fenucci.
Ora che l’accordo con Scarpellini è fatto, come si porranno i burocrati? E’ la domanda che tutti si pongono. Regione e Comune hanno già garantito il loro appoggio a DiBenedetto. Qualcuno, c’è da giurarci, proverà a mettere il bastone fra le ruote.

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