Stadio, monta la fronda: «Se si tagliano le opere decade l’utilità pubblica»

Il Messaggero (M.Evangelisti – F.Rossi) – Sono tante le incognite che ancora pesano sul progetto del nuovo stadio di Tor di Valle. Ieri si è svolta la solita riunione del lunedì della maggioranza in cui si è cercato un punto d’intesa. Ma la fronda anti-Ecomostro si rafforza giorno dopo giorno. Sono sei i consiglieri comunali che, prima dell’accordo con la Roma, si sono detti non favorevoli al compromesso. Ad alimentare il dissenso della base – «almeno il 50 per cento dei nostri continua a essere contrario», spiega un importante esponente del Movimento 5 Stelle – c’è il tema del taglio delle opere pubbliche nella nuova versione light. L’assessore regionale Michele Civita è stato chiaro: «Non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture che l’accordo reputa indispensabili per garantire la mobilità, il miglioramento dell’ambiente e della qualità urbana».

LE CIFRE – «La nuova Roma-Lido potrà arrivare ad un convoglio da 600 passeggeri ogni sette minuti, ovvero 4.800 passeggeri l’ora – osserva Mario Staderini, ex segretario di Radicali italiani e promotore dei referendum Roma Si Muove La via del Mare e la via Ostiense, invece, potrebbero far transitare massimo 500 macchine l’ora attraverso lo svincolo per lo stadio. Dunque, il sistema della mobilità dell’accordo Raggi-Parnasi è in grado di portare allo stadio in due ore solo 10 mila persone su ferro e 2 mila automobili. Numeri non solo inadeguati di per sé, ma che presuppongono che nei giorni in cui si gioca la partita i pendolari lascino il loro posto ai tifosi». Se anche si facesse «il costosissimo e ora rinviato Ponte sul Tevere, si potrebbero aggiungere altre 2 mila macchine provenienti dalla Roma-Fiumicino e duemila persone a piedi tramite l’adiacente trenino – aggiunge Staderini – In totale, comunque, non più di 20 mila persone in due ore, sempre facendo scomparire i pendolari. Peccato che lo stadio sia fatto per 55 mila spettatori». Secondo l’ex segretario di Radicali italiani, «la pubblica utilità a Tor di Valle, ahi noi, non esiste; andare avanti è solo una dannosa perdita di tempo, per la città e per la stessa As Roma, che peraltro di questo stadio sarebbe una mera affittuaria».

I TEMPI – A pochi giorni dalla chiusura della conferenza dei servizi, fissata per il 3 marzo, nessuna richiesta di proroga è intanto arrivata in Regione. Cosa sta succedendo? Non bastano, ovviamente, post su Facebook e dichiarazioni ai giornali per ufficializzare che il progetto sarà cambiato con il taglio delle cubature, servono atti formali. L’ipotesi più probabile è che la comunicazione in cui si chiede un prolungamento dei lavori di almeno un paio di mesi arrivi in queste ore, da parte dei proponenti, vale a dire Parnasi e As Roma. I tempi certi delle conferenza dei servizi (l’organo che raccoglie i pareri tutte le istituzioni interessate) vengono fissati dalla legge nell’interesse del privato per tutelarlo da eventuali lungaggini della burocrazia. Se come in questo caso sarà proprio il proponente a comunicare che intende modificare il progetto, questo problema può essere aggirato.

L’ITER – Se come denunciato da più parti oltre alle cubature saranno tagliate anche le opere pubbliche, però, la conferenza dei servizi dovrà essere azzerata. In attesa che la richiesta arrivi, in Regione però devono capire, quando ci saranno gli atti formali, se si può poi esaminare un nuovo progetto all’interno della stessa cds. Non è una questione secondaria, perché è evidente che riconvocarla allungherebbe i tempi. Proprio su questo tema dovrebbero incontrarsi a breve l’avvocatura capitolina, i proponenti e l’avvocatura regionale per andare avanti nella conferenza servizi. Ma c’è un altro problema da risolvere. La delibera che ha riconosciuto la pubblica utilità, la 132, votata ai tempi di Marino può essere semplicemente modificata o, al contrario, come chiede una parte del Movimento 5 Stelle, sarebbe più trasparente annullarla e votarne una nuova, alla luce del nuovo progetto senza grattacieli su cui sta lavorano il proponente? Anche in questo caso, se prevale la linea più ortodossa i tempi si allungano. In ogni caso, dopo il passaggio in giunta dovrà esserci quello in consiglio comunale, e Virginia Raggi sta lavorando per evitare che le spaccature già emerse nel gruppo M5S si replichino anche in Aula.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti