Stadio, le contestazioni dei pm al dg Giampaoletti

Franco Giampaoletti, direttore generale del Campidoglio, ha concentrato su di sé le attenzioni della procura per alcune dichiarazioni rese da Mauro Baldissoni e Luca Caporilli (stretto collaboratore di Luca Parnasi) che forniscono «coerentemente con quanto emerso dalle intercettazioni una rappresentazione diversa su alcuni punti di non secondario significato» rispetto a quanto messo a verbale da Giampaoletti stesso. A questo si aggiungono le dichiarazioni della Raggi – scrive il Corriere della Sera – che ha ricordato come fu Luca Lanzalone a indicarle Giampaoletti per il ruolo di dirigente generale. Il tema dunque è quello del ruolo di Lanzalone nel dossier stadio e riguardo alle sue «interferenze» nelle scelte del Campidoglio. A Giampaoletti, il 20 giugno, i pm chiedono di «precisare le ragioni di questa discrasia» tra la sua testimonianza e quella di Baldissoni-Caporilli: «Sono intervenuto nel marzo del 2017 e la fase cruciale della trattativa sullo stadio si è svolta in una fase precedente», dice Giampaoletti. Il pm Barbara Zuin e l’aggiunto Paolo Ielo vogliono però definire fino a quando l’avvocato grillino, divenuto presidente Acea nell’aprile 2017, ha continuato a seguire il dossier Tor di Valle. E partono da una dichiarazione di Baldissoni, che nella sua audizione da testimone ha ricordato: «Lanzalone ci fu presentato dalla sindaca Raggi come referente per lo stadio nel gennaio 2017 e fino a oggi niente ci ha fatto pensare che non lo fosse più». Allora la procura chiede se Lanzalone abbia interrotto la sua consulenza sullo stadio e il dg capitolino risponde: «Vi è stata una disponibilità dell’avvocato a continuare a dare supporto, sicché quando noi avevamo bisogno della sua presenza lui partecipava alle riunioni».

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