Stadio, Frongia sicuro: «Non si riparte da zero»

Corriere Dello Sport (M.Evangelisti) – E adesso aspettano. Vabbè, non proprio: nel frattempo la Roma e soprattutto gli ingegneri del costruttore Luca Parnasi lavorano al progetto, James Pallotta raccoglie i fondi, non è che stiano proprio con le braccia incrociate. Ma il terreno sul quale si scavano adesso le fondamenta del nuovo stadio sono le sabbie mobili della politica. In questo momento è il Comune che deve dare di olio di gomito. Giovedì il Movimento 5 Stelle è riuscito a non dividersi, a parte quattro consiglieri assenti e giustificati per questioni personali, al momento di approvare un ordine del giorno sull’utilità pubblica del complesso di Tor di Valle. Con i tempi che corrono è già parecchio. Ovviamente bisognerà vedere se al momento di votare la vera delibera (o novazione di delibera, la differenza è sottile ma sostanziale per il prosieguo dell’iter: con una delibera nuova si ricomincia senz’altro daccapo, con la novazione c’è un appiglio giuridico per sperare di evitarlo) proseguirà la marcia compatta o al contrario prevarranno le forze centrifughe e ideologiche interne al Movimento. Ma pure questo appartiene a capitoli successivi.

Adesso la giunta ha meno di una settimana per tirare giù un testo che possa essere presentato entro la fine del mese alla Regione Lazio, passare per atto ufficiale e far sì che il 5 aprile la conferenza dei servizi venga prorogata di altri trenta giorni. Ieri l’assessore allo sport Daniele Frongia è tornato a rassicurare gli interessati: «Entro il 5 aprile ci saranno importanti novità. Credo che resteremo nei termini dell’attuale conferenza dei servizi». Questo è certamente l’obiettivo della Roma, che intende aprire i cantieri mal che vada all’inizio del 2018 per inaugurare lo stadio nell’estate 2020, e del Movimento. Tutt’altra aria ovviamente tira tra le opposizioni, che anche in vista delle prossime elezioni politiche non intendono concedere sconti ai 5 Stelle, tanto meno in una piazza chiave come Roma. Il nuovo progetto, tuttora in facitura, conterà su una quantità ridotta di opere pubbliche. La novazione di delibera deve pure illustrare come il risultato possa comunque rispettare i criteri fissati dalla vecchia delibera della giunta Marino. Non è una banale riscrittura, è un vero rompicapo giuridico e politico.

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