Stadio della Roma: ora tocca alla Raggi

 

La «grana Stadio» è pronta per tornare sul tavolo della Raggi. La risposta della Regione, pur se scritta in un fitto e stretto burocratese, lascia poco spazio alle interpretazioni e in sostanza ribadisce che, come da impegni presi dalla Roma, metà dei tifosi dovrà essere messa in condizione di arrivare e andarsene dallo Stadio di Tor di Valle con il trasporto pubblico su ferro, quindi con la Roma-Lido di Ostia e con la ferrovia Fiumicino-Orte. Ma, in modo molto chiaro, sancisce che questo vincolo – opere tutte completate e collaudate prima dell’apertura dello Stadio – vale solo per le opere incluse nel progetto e non «da interventi sull’intera infrastruttura successivamente programmati e finanziati». Tradotto: la stazione Tor di Valle va fatta, completata e collaudata. Ma l’apertura della nuova casa giallorossa non può essere vincolata alla stazione Acilia Sud della Roma-Lido. Quindi, se la Raggi pensava di subordinare l’apertura dello Stadio alla Roma-Lido totalmente adeguata e rifatta, può scordarselo. Ma la Roma deve comunque garantire che metà degli spettatori possa usare la ferrovia per andare alla partita. La pazienza della Roma è in via di esaurimento: al rientro dalle ferie di agosto inizierà un pressing sul Campidoglio. Dentro o fuori. La Roma per metà settembre vorrà sapere dalla Raggi se si va avanti con i fatti oltre che con le dichiarazioni radiofoniche. In mancanza di una chiara posizione, potrebbe iniziare uno show-down: ricorso al Tar per la nomina di un Commissario ad acta che obblighi l’Aula a votare i testi. Lo riporta Il Tempo.

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