Pagine Romaniste (Y.Oggiano) – Giorgio Cesari, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino del fiume Tevere, è stato intervistato dalla nostra redazione ed ha parlato della situazione idrogeologica di Tor di Valle. Queste le sue parole a Pagine Romaniste:
“Il parere è stato mandato al Presidente del Consiglio e sarà esposto a nome di tutte le amministrazioni centrali e quindi c’è necessaria riservatezza su quanto è contenuto nel nostro parere che verrà esposto il 3 marzo anche se ogni giorno c’è una notizia nuova“.
Perché si parla sempre di rischio idrogeologico anche se sono state fatte tutte le valutazioni del caso?
Se noi abbiamo espresso un parere che sarà reso noto, e dato al Presidente del Consiglio a nome di tutte le amministrazioni centrali quindi conterà anche il nostro parere e le prescrizioni, non significa che noi abbiamo approvato qualcosa, né potevamo approvare uno Stadio. Noi diamo un parere dalla parte nostra su quelle che sono i riferimenti a rischio idrogeologico e anche ai problemi conseguenti all’applicazione delle direttive europee e quindi in termini di pressioni sul corpo idrico, in termini di qualità dell’acqua etc. Sto dicendo i termini generali e non necessariamente attinenti allo Stadio. Quindi il problema principale è se si parla che c’è rischio idrogeologico etc. se i politici lo dicono poi ci penseranno le competenze che ci sono nell’Autorità di Bacino e noi agiremo come nostro dovere e non come nostro atto di volontà, ci mancherebbe altro.
Grillo parla sempre del rischio idrogeologico ma del Tevere e non del fosso di Vallerano…
Bisogna sempre distinguere quando si usano termini come pericolo, rischio, sono due cose molto ben classificate e che non possono essere confuse. Il pericolo è quando diciamo che un’area può essere allagata, lo dico in maniera molto brutale, il rischio è quando c’è un bene esposto, che c’è qualche cosa che ne può soffrire, quindi cambia anche se c’è una landa desolata è chiaro che il rischio sarebbe molto più basso rispetto ad un’area abitata. Con il decreto 32 dell’Autorità sono state mappate tante aree pericolose e a rischio su tanti beni esposti su tutta Roma, stiamo parlando di 120 mila persone, residenti a rischio, cioè che sono in aree allagabili quindi il problema chiaramente è un elemento importante per definire un’azione della pubblica amministrazione e così via. Per quanto riguarda lo Stadio c’è una parte che arriva al Tevere che ovviamente ha delle condizioni molto diverse dal fosso di Vallerano e diciamo che il problema può esserci, come si dice da noi un “rincollo” del fiume, cioè che l’acqua entra perché il fiume s’ingrossa oppure un po’ più significativo quando il Vallerano può avere i suoi effetti di piena e che possono essere certamente importanti per le condizioni dell’area del Bacino del Vallerano. Ovviamente se parlassimo di un edificio, nella parte alta, è chiaro che qualsiasi intervento che sta in basso potrebbe soffrirne se si facessero delle opere di difesa per quello in alto. Se viceversa si dovesse fare un intervento come quello del caso dello Stadio è chiaro che a quel punto le condizioni di eventuale nocumento sarebbero estremamente inferiori perché dopo il Vallerano sfocia nel Tevere.
Col progetto dello Stadio l’area Torrino-Decima sarebbe messa in sicurezza…
Non è un procedimento che si fa così. La legge parla in maniera molto chiara, nel momento in cui ci fosse una decisione, che chiaramente uscirà dalla Conferenza dei Servizi con tutti i pareri, ed io ritengo che molti pareri, anche se non voglio impicciarmi, delle altre amministrazioni avranno delle prescrizioni da ottemperare, è chiaro che prima bisognerà ottemperare alle prescrizioni e poi si parlerà di quello che si farà in termini di risoluzione dei problemi. La riclassificazione della pericolosità o del rischio eventuale da parte dell’Autorità di Bacino segue un iter del decreto segretariale previsto dal piano di assetto idrogeologico che prevede delle azioni molto ben concrete, le esecuzioni delle opere e il loro collaudo, il parere dell’autorità idraulica competente, l’invio da parte della Regione come richiesta o la precisazione di quale classe di rischio ritiene possibile all’Autorità di Bacino. L’Autorità di Bacino farà la sua istruttoria e a quel punto farà, se ci sono tutte le condizioni, un progetto di decreto. Questo progetto sarà oggetto di osservazioni molto rapide perché si va sul sito, per cui non ci sono i tempi lunghi del piano di assetto idrogeologico classico, e poi dopo, una volta avuta l’approvazione di questo atto, si arriverà al decreto finale. Questo è un iter che bisogna seguire, è un iter che vuole la legge. I tempi non li posso valutare ma certamente non sono mesi.
In Europa parecchi stadi sono sulla riva del fiume. Perché qui non si può fare una cosa del genere?
Non è che non si può, non si può lasciare una condizione di pericolo/rischio, non è che uno le può lasciare. Quindi di conseguenza se si costruisce una cosa, lì le persone hanno sofferto tanto ci sono state esondazioni anche dal mare e non solo dal fiume, certamente anche loro hanno dei principi di mappatura e quindi di risoluzione dei problemi. Ricordo che tutta l’Europa ha attuato il primo piano di rischio alluvioni, quindi mappature di aree pericolose e a rischio interessa tutti i paesi, Olanda compresa. La situazione è uguale alla nostra, potranno cambiare le modalità per riclassificare un’area o certe valutazioni ma è molto molto chiaro. Noi queste aree, così come sono mappate, oltre che a un decreto sono già comprese dalla mappatura che dal 2013 abbiamo consegnato alla Commissione Europea e che abbiamo esposto sul nostro sito, sono cose assolutamente note, non è che non si può fare, bisogna vedere per farlo cosa bisogna fare, questo è il discorso. Poi ogni amministrazione avrà le sue prescrizioni immagino.