Stadio della Roma, Caudo: “Paradossale usare contributi pubblici per costruire il ponte di Traiano”

L’ex assessore all’urbanistica, Giovanni Caudo, si è espresso in merito al possibile utilizzo dei fondi pubblici per costruire il ponte di Traiano, parte fondamentale nel progetto presentato dalla società capitolina. Caudo ha pubblicato una lettera sul proprio profilo Facebook, destinata alla sindaca Virginia Raggi e al presidente della Regione Zingaretti. Queste le sue parole:

Gentili, con riferimento alle notizie di stampa pubblicate questa mattina da diversi giornali anche in cronaca nazionale e con richiami in prima pagina (il Tempo, Corriere dello sport, ecc..) apprendo che opere ritenute essenziali per l’approvazione del progetto, come da prescrizioni formulate dai diversi enti partecipanti alla conferenza dei servizi decisoria in atto, verranno messe a carico del bilancio dello Stato, con contributi pubblici direttamente erogati (di importo pari a circa cento di milioni di euro), in particolare per la realizzazione del Ponte di Traiano. Ove tale notizia fosse confermata faccio presente:
– che la previsione del Ponte di Traiano e di altre infrastrutture ritenute essenziali per assicurare il pubblico interesse dell’opera erano previste senza alcun onere per il soggetto pubblico nella delibera n.132 approvata dall’Assemblea Capitolina il 22 dicembre del 2014, “Stadio della Roma a Tor di Valle” – Studio di fattibilità. Dichiarazione di pubblico interesse della proposta, ai sensi della legge n. 147/2013, art. 1, c. 304, lett. a.”;
– che il contributo economico pubblico che si sta configurando è conseguenza della modifica al progetto richiesta dal Comune di Roma, “nota della Sindaca di Roma Capitale prot. RA 10782 del 22/02/2017, [che] ha comunicato alla Società Eurnova Srl, ai sensi dell’art. 7 della legge 241/1990 e ss. mm. ii., l’avvio del procedimento di verifica/ridefinizione dell’interesse pubblico dichiarato con Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 132/2014, con particolare riferimento alla individuazione delle Opere Pubbliche di interesse generale e alla rideterminazione della potenzialità edificatoria massima (S.U.L) dell’area oggetto di intervento”, (il taglio della cubatura pari al 50% con l’eliminazione delle tre torri);
che il contributo pubblico contraddice di fatto, nonostante le soluzioni formali che si stanno predisponendo, il deliberato dei tre commi 303/304/305 art.1 della legge 147/2013 che persegue l’equilibrio economico dell’opera all’interno all’opera stessa e prescrive che tale equilibrio debba essere assicurato dal proponente in base alle caratteristiche previste nello studio di fattibilità e verificate dal piano economico e finanziario dell’opera;
– che pertanto un qualsiasi contributo economico pubblico diretto contraddice il presupposto normativo e configura un contesto decisionale nonché di responsabilità dei soggetti procedenti del tutto diverso da quello seguito dal progetto precedente che si vuole ancora richiamare con evidente contraddizione. Mi permetto di segnalare quanto sopra e di richiamare l’attenzione sugli esiti paradossali a cui è pervenuto il percorso decisionale del progetto in questione che, a quanto si legge, si sta concludendo con l’esborso di un consistente contributo economico pubblico a favore di un intervento privato la cui proposta è stata possibile in attuazione di una norma statale formulata per scongiurare oneri diretti a carico del bilancio pubblico. Contributo economico che si aggiunge a quello urbanistico concesso dal Comune che ha autorizzato un incremento di cubatura di circa il 100% rispetto a quanto previsto dal piano regolatore vigente (circa 210 mila mq di Sul invece di 112 mila mq). Convinto che si possa ancora ricondurre a chiarezza e linearità il processo decisionale in corso e approntare le necessarie e coerenti decisioni a tutela del pubblico interesse, colgo l’occasione per porgere i saluti più cordiali“.

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