Stadio della Roma, Caudo: “Lo stadio porta grande investimento alla città. Abbiamo esaminato con rigore il progetto, abbiamo rispettato i tempi e siamo andati in giunta”. Kipar: “Vogliamo costruire una grande isola verde attorno allo stadio. Il progetto sarà enorme e complesso ma è un’opera grandiosa”

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Alla Casa della Città parla l’assessore Giovanni Caudo in merito allo Stadio della Roma che si farà ma che per ora sta trovando dei problemi. Queste le sue parole:

La nostra maggiore aspirazione è quella di far conoscere il progetto ai cittadini. Non c’è nulla di peggio che basarsi sulle cose che circolano per sentito dire. Vogliamo mettere a disposizione uno strumento formale per far conoscere ai cittadini il progetto e l’iter, anche per migliorarlo. Questo intervento è privato ma non per questo in contrapposizione all’amministrazione comunale. E’ un progetto che non ha una valenza esclusivamente edilizia e sportiva. Io sono molto più interessato al resto che allo stadio. Tutto l’intervento sarà fatto con soldi privati. Ha senso per la città sfruttare questo progetto privato perché noi siamo in una città che vive di una base economica molto bassa. Siamo una città provinciale che ha investimenti immobiliare esteri bassi. Tra Roma e Milano c’è un rapporto di 1 a 5 perché non abbiamo interventi funzionali di inteesse per i privati. Interventi del genere porteranno nella capitale 700-800 milioni di euro”.

“E’ possibile avere un nuovo sviluppo della città grazie agli interventi come questo progetto e altri lavori come le torri dell’euroLo stadio ha senso se si fa perché porta un grande investimento alla città. Quando un intervento porta 700-800 milioni alla città vedo in questa operazione un’operazione molto importante. Attenzione però a non entrare in questa dialettica nella città dove c’è uno strano connubio tra ambientalisti e cittadini che parlano di un’area negativa. Abbiamo esaminato con rigore il progetto, abbiamo rispettato i tempi e siamo andati in giunta. Poi è stato valutato il pubblico interesse fino ad aspettare il progetto definitivo che è stato presentato il 15 giugno. Abbiamo esaminato tutto con rigore. Io non ho mai visto un progetto studiato con questo rigorosità e in così poco tempo, però in un progetto così complesso ci sono delle cose che mancano. Se noi non prendiamo atto della crisi di Roma e non cerchiamo di ricostruire una base economica grazie ai privati che hanno un interesse per questa città, Roma rischia di essere meno vicina alle altre grandi capitali europee“.

Insieme a Caudo è presente anche l’architetto Andreas Kipar. Il paesaggista presenta il suo progetto del Nuovo parco fluviale di Tor di Valle: “Con questo progetto vorremmo trovare l’applicazione giusta di questo principio in grande scala. Un po’ come una libreria: quando uno ha tanti libri e non ha tanti scaffali fa fatica. Gli studenti oggi chiedono: ‘Cosa è più importante, la libreria, gli scaffali, o i libri?’ Io stupidamente dico sempre gli scaffali, se non li hai non sai nemmeno dove inserire le cose.

Roma ha un patrimonio naturalistico, in termini di biodiversità, da Capitale. È grande, è variegato, ha delle grandi potenzialità nelle aree protette. Ha una capacità nel lavoro sulla biodiversità dello sviluppo. Da dove iniziamo? Mettendo insieme i vari progetti, le diverse centralità. In questo progetto c’è una componente di verticalità. Più andiamo verso l’alto, più sentiamo il bisogno dell’orizzontale. Cosa sarebbe il verticale senza l’orizzontale? Più pensiamo di andare in alto, più dobbiamo pensare al suolo che ci accompagna, l’acqua, la vegetazione. È come l’organismo umano. Il corpo senza anima è come il suolo senza acqua. Le aree verdi sono paragonabili ai nostri vestiti. Ma ditemi voi cosa è più importante: il corpo, l’anima o i vestiti? Sono consequenziali. Senza la base non c’è neanche il vestito.

La Green Infrastracture (Nature Based System) deve essere monitorata. L’Italia è chiamata a presentare progetti su progetti, ma poi per realizzarli le risorse non ci sono. Questo tema della Green Infrastructure serve ad attivare il patrimonio naturale, a ridefinire quest’identità anche nelle periferie, a mettere insieme delle relazioni dove nessuno dei cittadini deve sentirsi escluso. Noi vediamo gli stadi di tutto il mondo, sono diventati ormai luoghi di frequentazione quotidiana. Sono i nuovi poli di attrazione, non solo durante le partite, offrono servizi durante tutta la settimana. Questi temi sono importanti perché ogni progetto paesaggistico dovrebbe mettere a regime la vocazione del territorio.

Vogliamo ‘costruire’ una grande GreenBlue Infrastructure intorno allo stadio, dal parco centrale fino al parco agricolo, per una grande isola verde che aiuti la città e i cittadini. Il progetto è enorme e complesso, ma sarà un’opera grandiosa. Il progetto mira ad aumentare il numero di ettari di verde pubblico. Ci saranno nel parco rurale 3,5 kilometri di nuovi percorsi, e pianteremo altri 6000 alberi per garantire un futuro al verde e farli diventare patrimoni vegetali.

Ci vuole tecnologia nel costruire stadi, città ma anche la natura. Il parco urbano sarà ‘rustico’, perché deve funzionare venti anni, e non deve essere spaccato dopo un anno. Noi questo non lo costruiamo solo per il domani, ma anche per il dopodomani. Tutto è migliorabile nella dialettica complessiva ma non pensate che il progetto paesaggistico fosse un progetto slegato dal resto. Questo è il passpartout nel quale si legano i singoli elementi. Il nostro progetto verde deve corrispondere all’esigenza di far sì che ogni giorno possano venire le scuole a studiare lungo il fiume, ma anche per migliorare lo stadio. Questo è il primo capitolo di una più ampia strategia che non vuole rimanere sulla carta ma deve essere propulsivo per tutto il grande disegno che stiamo delineando“.

ANSA – «La delibera dice che lo stadio può aprire se il 50% delle persone arriva con i mezzi pubblici cioè, se non ci sono 16 treni l’ora lo stadio non apre». Lo ha detto l’assessore capitolino all’Urbanistica Giovanni Caudo a proposito del parere negativo di Atac sulla possibilità di realizzare una seconda diramazione della linea B che serva l’area sulla quale dovrebbe sorgere lo stadio dell’A.S.Roma. «Nel nodo di Tor di Valle – ha spiegato – deve esserci un servizio di 16 treni l’ora per garantire il movimento di circa 20mila persone. La delibera capitolina stabilisce che in modo prioritario questo dovrebbe realizzarsi col prolungamento della linea B della metropolitana. Se in fase di conferenza di servizi decisoria, a seguito del parere gestionale espresso da Atac, si dovesse prevedere l’opzione di aver questo livello di servizio solo sulla Roma-Lido, automaticamente si disobbliga dal prolungamento della metro B e la Regione si fa carico di garantire i 16 treni l’ora su quella tratta», cioè uno ogni 3,5 minuti.

ADNKRONOS«Il parere letto in Parlamento è lo stesso dichiarato dall’autorità di bacino nella conferenza dei servizi preliminare del 31 luglio 2014. E riguarda la messa in sicurezza del fosso di Vallerano che esonda e mette sott’acqua l’area di Decima, già oggi a rischio esondazione. Il progetto del Comune ha accolto questa prescrizione aumentando da 2 a 5 milioni le previsioni di intervento per il rischio idraulico. Il nostro progetto, quindi, già prevede la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano e il consolidamento degli argini sul Tevere così come prescritto dall’autorità di bacino. La procura, ovviamente, fa fede a quel parere che però è già vecchio di un anno». È quanto dichiara l’assessore alla trasformazione urbana del comune di Roma, Giovanni Caudo, a margine dell’incontro che ha dato il via ai lavori dell’osservatorio sul nuovo stadio di Tor di Valle che ospiterà la Roma. «Ovviamente, – aggiunge Caudo – nella conferenza dei servizi decisoria sarà di nuovo presente l’autorità di bacino che verificherà se il progetto é coerente e risolve le prescrizioni date. Quello che è uscito sui giornali non è nulla di nuovo rispetto a quanto già era stato fatto: l’amministrazione comunale aveva già inserito la messa in sicurezza del pozzo di Vallerano tra gli interventi che qualificano il pubblico interesse dell’opera. Se non si risolve il quesito posto all’attenzione dall’autorità di bacino, il progetto non potrà andare avanti».

ADNKRONOS – «Il paesaggio è qualcosa che deve evolversi continuamente. È un idea a cui mi ispiro in tutti i miei progetti. La green economy in Italia deve ancora evolversi: in questo campo la penisola ha un valore aggiunto come il grande patrimonio paesaggistico». Ha esordito con queste parole l’architetto Andreas Kipar, paesaggista di fama mondiale, che ha illustrato il suo progetto sulla costruzione del parco fluviale di Tor di Valle che avrà al centro il nuovo stadio della Roma. L’occasione è stata il primo incontro che ha dato il via ai lavori dell’osservatorio sulla costruzione del nuovo impianto. «Il paesaggio di Roma – ha aggiunto Kipar – ha un valore importante come la biodiversità. L’obiettivo è realizzare un grande arcipelago verde che abbia al centro il nuovo stadio con attorno un grande parco fluviale. Anche qui applicheremo il concetto europeo di ‘green infrastruction’. Il nuovo stadio rappresenta un grande elemento propulsivo per il resto dei tasselli del progetto Roma Arcipelago: dal parco fluviale all’area urbana fino ai mezzi di trasporto contigui». All’evento hanno partecipato le associazioni dei cittadini di Tor di Valle, che hanno posto domande sulla fattibilità del progetto del nuovo parco fluviale che dovrà nascere intorno allo stadio. Quesiti a cui ha risposto l’assessore alla trasformazione urbana del comune di Roma Giovanni Caudo: «In questa opera, come si può vedere dalla delibera, dovranno essere chiari gli obblighi del settore pubblico e quelli del settore privato sulla fattispecie del rispetto dei tempi dei lavori».«Il piano approvato dal Comune – ha aggiunto Caudo – prevede che, se non dovesse essere realizzata anche solo una delle opere di interesse pubblico individuate dall’assemblea comunale, tutto il progetto che ha al centro lo stadio muore ancor prima di nascere».

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