Stadio della Roma, avanti tutta: “Niente ritardi per gli espropri”

Corriere della Sera (L.Monforte)Nessun rallentamento e nessuna modifica al progetto: lo stadio dell’AS Roma si farà nei tempi previsti. Lo ha assicurato il sindaco, Roberto Gualtieri, chiarendo che dei 20 ettari su cui dovrà sorgere l’impianto soltanto l’uno per cento non è di proprietà comunale. E così, secondo l’amministrazione capitolina, i ricorsi contro gli espropri – presentati sia al Tar sia al Tribunale civile dagli abitanti della zona – non dovrebbero incidere sul cronoprogramma generale,

L’obiettivo resta inaugurare l’impianto nel 2027, centenario della fondazione del club giallorosso. «I terreni sono tutti del Comune di Roma, il fatto che l’esproprio non fosse trascritto non vuol dire che non ci sia l’esproprio. C’è soltanto la necessità di entrare in possesso di terreni che sono del Comune, ma di cui il Comune finora non ha preso possesso. È parte della procedura per la realizzazione dello stadio, è una procedura complessa ma è tutto nella norma», ha detto il sindaco.

Come previsto ieri pomeriggio alle 17, nella sala della Protomoteca in Campidoglio, è partito il dibattito pubblico coordinato da Marco Leone di Nomisma: dieci incontri, sia in presenza sia online, con una capienza massima di cento persone ciascuno da qui al 30 ottobre, volti ad ascoltare la cittadinanza. Entro il 30 novembre, in linea con la normativa, sarà redatta una relazione di sintesi. Le istanze raccolte andranno a integrare il progetto definitivo a cui sta lavorando l’As Roma. La data attesa dai tifosi per vedere una proiezione del futuro stadio è a ridosso di Natale, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Tra la primavera e l’estate del prossimo anno invece il progetto tornerà in Assemblea capitolina per una verifica di conformità. E così la Regione Lazio potrà indire la Conferenza dei servizi decisoria, al termine della quale si procederà agli espropri e alla posa della prima pietra.

Gli espropri interesseranno 2.500 metri quadrati su 200mila totali dell’area individuata, che è quasi tutta comunale. «Ci sono in tutto 250 particelle nel progetto e 244 sono di Roma Capitale: di queste, solo in quattro stiamo completando le trascrizioni degli espropri, che comunque non hanno alcun effetto in termini di proprietà che è e resta comunale», ha spiegato l’assessore all’Urbanistica, Maurizio Veloccia. Ad ascoltare il dibattito anche Silvia Prandelli, la responsabile Europa di Popolous, lo studio di architettura che ha progettato gli stadi di Wembley e dell’Arsenal.

Inoltre «anche qualora il Tar dovesse accogliere le richieste dei ricorrenti – ha rassicurato l’assessore – fino a quando non saranno avviati i lavori gli espropri non saranno fatti». In sostanza gli espropri, pendenti da quando doveva essere realizzato lo Sdo, saranno attuati in virtù dell’interesse pubblico definito dall’attuale amministrazione. I ricorsi pendenti al momento sono almeno cinque.

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