Stadio da fare

Corriere dello Sport (R.Maida) – Le bottiglie ormai sono state stappate, almeno virtualmente. Ma per consumare fino all’ultima goccia lo champagne, occorre ancora aspettare che vengano perfezionati alcuni adempimenti tecnici necessari ad aprire il cantiere di Tor di Valle. Ieri il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, ha fissato «tra aprile e maggio» la posa della prima pietra. La speranza fondata dunque della parte proponente, la doppia P composta da Pallotta e Parnasi, è che la Roma possa giocare la sua prima partita dentro il suo nuovo giardino all’inizio della stagione 2020/21.

PASSAGGI – Il problema, dal punto di vista temporale, è che non dipende più dai privati e nemmeno dai finanziatori, che erogheranno nelle prossime settimane alla newco costituita da Pallotta i fondi necessari per cominciare i lavori. Adesso il timing è tutto affidato alla burocrazia e all’aspetto procedurale, che non può non tener conto di una serie di passaggi: 1) il Campidoglio deve approvare la variante urbanistica nella prima riunione utile, dopo il “palleggio” tra giunta comunale e assemblea capitolina, evento che si materializzerà tra fine anno e inizio gennaio; 2) la redazione della Convenzione urbanistica, il contratto firmato tra parte proponente e amministrazione pubblica che fissa il calendario degli interventi, situazione che dovrebbe sbloccarsi entro la fine di gennaio; 3) la costruzione dei progetti esecutivi delle opere pubbliche (250 milioni interamente a carico di chi costruisce), che potranno avviare il bando per gli appalti europei; qui ci vorrà qualche mese.

PRESCRIZIONI – Nel frattempo approvata la variante urbanistica, redatta la Convenzione col calendario degli interventi e ultimati i progetti esecutivi, si potrà poi celebrare l’apertura del cantiere di Tor di Valle Pallotta e Parnasi avranno ripulito il sito di Tor di Valle, che versa da anni in uno stato di degrado, e sistemato le prescrizioni necessarie per migliorare la viabilità emerse dal verbale della conferenza dei servizi chiusa martedì scorso alla Regione. L’ammodernamento della ferrovia Roma-Lido, per la quale i proponenti contribuiranno con 45 milioni, richiederà probabilmente altri fondi pubblici. La questione del Ponte di Traiano invece non è di pertinenza dei privati: sarà il governo a finanziarlo, come annunciato dal ministro Lotti nella famosa telefonata che aveva sbloccato l’impasse.

TREPIDAZIONE – Ad ogni modo è già importante che si possa discutere del “quando” e non più del “se”. Nonostante l’intesa siglata con il sindaco Virginia Raggi a febbraio, l’intero progetto ha rischiato fino all’ultimo di saltare per dettagli tecnici che non si risolvevano, per discussioni anche aspre tra le varie componenti della Conferenza. Tutto passato, comunque. Come ha osservato Monchi al termine di Roma-Qarabag, il 5 dicembre sarà ricordato come una delle date più significative della storia del club: tra il mondo reale dello stadio Olimpico, che ha assistito alla qualificazione in Champions League con il primo posto del girone, e il mondo sognato dello stadio di Tor di Valle, il futuro della Roma nel breve e nel lungo periodo si annuncia ricco di strepitose novità.

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