Squadra a km 0 e con limiti tattici. E c’era chi rifiutava pure l’uso dei Gps

gervinho-norman

La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – Ci sono i numeri. Poi le interpretazioni. E infine i comportamenti, Luciano Spalletti li definirebbe così: quelli non sono interpretabili, ci sono e basta. Novantotto e spicci, 98,176 per la precisione: è la media dei km percorsi dai giocatori della Roma in ogni partita, 19a squadra del campionato, peggio ha fatto solo il Carpi. È il dato che Rudi Garcia potrebbe agitare come grande alibi: 11 km in meno del Bologna capolista della speciale classifica, 9 sotto il Napoli campione d’inverno. Occhio però all’equazione: pochi km corsi, uguale a preparazione atletica sbagliata. Che il lavoro di Norman e Lippie sia stato messo in discussione dal francese e da buona parte della squadra è un dato di fatto. Ma in fondo, potrebbe essere molto più significativo un altro dato, il numero di km in sprint, ovvero in accelerazione. E anche qui la Roma non eccelle: 13a, con 7,978 km di media a gara, sotto la Juventus e distante anni luce dal Napoli. Un dato, peraltro, condizionato positivamente dalla presenza di Gervinho e Salah, due che fanno degli strappi la loro caratteristica principale.

QUEI GPS… – Il dato fa rumore. Ma è giusto parametrarlo col possesso palla, classifica nella quale la Roma è quarta: se il pallone ce l’ho io, è quasi naturale che corrano più gli altri. Tutto ok, allora? Neppure per sogno. Perché il possesso palla della Roma di Garcia è stato spesso sterile. Un conto è tenere il pallone nella metà campo offensiva, un altro davanti al proprio portiere. Il match col Milan è stato eccezionalmente negativo: dei 22’43” complessivi col pallone, 15’05” sono stati nei pressi di Szczesny, solo 7’38” nella trequarti rossonera. È stata dunque una Roma carente dal punto di vista tattico. E pure della voglia di vincere. Ma che i giocatori ora siano senza alibi è concetto ben chiaro a tutti. Magari chi di dovere avrebbe dovuto «controllare» meglio prima, lungo tutto l’era Garcia. Non permettere, ad esempio, che i giocatori si rifiutassero a più riprese di indossare i Gps, strumento che aiuta i tecnici a verificare se l’intensità dell’allenamento si avvicina realmente al ritmo gara. Forse con Spalletti questo non accadrà…

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti