Spalletti: «Usciamo noi, ma è ingiusto»

Corriere dello Sport (R.Maida) – Incompiuta. Vigorosa, irruente, a tratti bella, ma incompiuta. La Roma non passa, non cresce, non supera i propri limiti. Niente rimonta, niente effetto Monaco, niente 60 per cento. Non sono bastati 25 tiri in porta: la stagione europea si ferma ancora una volta agli ottavi. Luciano Spalletti osserva: «Andiamo fuori per una serie di ingenuità. Bisogna leggere meglio le situazioni e noi in alcuni momenti ci perdiamo, come è successo in Francia e in parte anche qui. A volte buttiamo via delle energie importanti, siamo poco furbi. Peccato perché la squadra ha fatto una grande partita, soprattutto come atteggiamento. Forse avremmo meritato di più, anzi sicuramente nel complesso avremmo meritato la qualificazione, ma per questa serata non ho recriminazioni. Il pallone non entrava, a volte è pure una questione di fortuna».

APPLAUSI – La consolazione è aver recuperato uno splendido pubblico, che ha spinto i giocatori all’impresa fino all’ultimo secondo di gioco. E’ un patrimonio disorganizzato, un po’ come la Roma di ieri sera, ma di grande impeto ed enorme passione. Anche per questo Spalletti è dispiaciuto. Avrebbe voluto regalare una soddisfazione alla gente. «Il pubblico è stato magnifico – conferma – purtroppo non siamo stati abbastanza scaltri nei dettagli. Evidentemente dobbiamo migliorare. Ma ripeto, è difficile prendersela con questa squadra dopo una serata del genere: noi non sbagliamo le partite, sbagliamo dei pezzi di partite».

AUTOCRITICA – Non vorrebbe parlare dei singoli ma torna indirettamente alle critiche del presidente Pallotta parlando di Salah: «Mi è stato detto che doveva giocare sempre… Invece contro il Lione avrebbe dovuto fare di più. Ma capita in una stagione: ci sono dei saliscendi di rendimento che vanno accettati». Ammette qualche errore di gestione: «Avrei dovuto provare qualcosa di diverso, trasmettere nuovi stimoli ai giocatori, ma con tante partite ravvicinate non me la sono sentita. Qualcosa evidentemente ho sbagliato. Ho preferito puntare su quei giocatori che avevano dato tanto prima». Lascia sospeso il discorso del futuro: «Fino a fine anno darò tutto per questa squadra. Del resto non parlo».

LA RABBIA – Era molto teso anche lui. Da tempo non mostrava questa agitazione in panchina, nelle contestazioni all’arbitro e negli urlacci al Lione che perdeva tempo. Un’immagine televisiva lo ha sorpreso mentre, rivolto al collega Genesio, pronunciava con un sorriso amaro un insulto. E poi un’osservazione contro la fortuna (diciamo così) degli avversari. «Serve il tempo effettivo, il Lione ha dato uno spettacolo bruttissimo, perdendo tempo apposta». Spalletti le ha provate tutte. Persino il modulo finale con El Shaarawy di qua, Perotti di là, Totti regista arretrato e Fazio mandato avanti a raddoppiare il centravanti. «Secondo me sono io che porto sfiga – conclude amaro – però forse è vero, avrei dovuto togliere un attaccante per non perdere il controllo del centrocampo».

L’AFFONDO – La coda polemica arriva a TV8 partendo dal labiale offensivo intercettato dalle telecamere: «Voi della stampa siete dei prestigiatori di parole, i giornalisti qui stanno sempre a rinfacciarmi le cose, io lo so che non mi sopportano, mandano dei messaggi minacciosi, io mi devo difendere, non succede da nessun’altra parte». 

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