Spalletti, Roma e il Natale. Imbattuto dopo la sosta. Ma allo Zenit andò male…

La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – L’ultima volta la sosta invernale non gli ha portato così bene, perché nel 2014, alla ripresa del campionato russo, Luciano Spalletti pareggiò 0­-0 col Tom Tomsk, all’epoca terzultimo in classifica, e fu esonerato dallo Zenit San Pietroburgo, dopo la sconfitta casalinga in Champions contro il Borussia Dortmund. Stavolta l’impegno sarà più complicato, a Marassi la Juve ha giocato la peggior partita della sua storia recente e il Napoli ha sofferto parecchio, ma da Trigoria filtra come il tecnico abbia trovato una squadra convinta nel morale e anche in discreta forma fisica — al netto degli infortuni — dopo la sosta.

FESTE E RIPRESE – Spalletti ha trascorso il Capodanno nel suo locale in centro a Firenze insieme alla compagna, Tamara e alla piccola Matilde, nata proprio in Russia. Ha deciso di non allontanarsi troppo e il primo era già a Trigoria a lavorare per quella che sarà la sua prima gara dopo la sosta di Natale con la Roma, otto anni dopo l’ultima volta. Era l’undici gennaio del 2009, Totti e compagni avevano chiuso l’anno perdendo 3­-2 a Catania, lo riaprirono pareggiando 2­-2 all’Olimpico contro il Milan grazie a una doppietta di Vucinic, protagonista della serata insieme a Pato, anche per lui due reti. L’anno precedente le cose erano andate meglio: vittoria per 2-­0 nell’ultima dell’anno contro la Samp, 2-­1 a Bergamo contro l’Atalanta alla ripresa. A segnare, ribaltando lo svantaggio dopo il gol di Ferreira Pinto, Totti e Mancini, entrambi su rigore. Una vittoria dal sapore forte, soprattutto a rileggere i giocatori che chiusero i 90’ in panchina: Curci, Ferrari, Antunes ed Esposito. Non esattamente gente che ha lasciato un segno indelebile nella storia giallorossa.

PAREGGI E RECORD – Nel 2007, invece, amara trasferta in Sicilia: 1­-1 a Messina, pareggio subito da Parisi su rigore in pieno recupero per un fallo ingenuo di Chivu su Di Napoli. Le cronache, neppure troppo segrete, raccontarono di uno Spalletti infuriato prima in campo (chiese un fallo su Pizarro, inutilmente, all’inizio dell’azione), poi nello spogliatoio al fischio finale, nonostante la giornata si fosse aperta con l’abbraccio tra Totti e Mancini (assist il primo, gol il secondo), che solo qualche giorno prima in Coppa Italia si erano platealmente ignorati, costringendo lo stesso Spalletti ad ammettere che tra i due c’era qualche ruggine di troppo. Nessuna ruggine, invece, nel 2006, quando al ritorno dalle feste la Roma vinse a Treviso 1­-0, gol di Aquilani, in quella che è stata la seconda delle storiche undici vittorie di fila. Non solo: quella è stata anche l’unica volta in cui la squadra di Spalletti non ha preso gol nella prima partita del mese di gennaio ed è uno dei ricordi più dolci non solo nella carriera del neo centrocampista del Sassuolo, ma anche di tutti i romanisti, che iniziarono ad innamorarsi in quel periodo di Spalletti e del suo 4­-2-­3-­1.

MAI PARI – Domenica ritroverà il Genoa, una sorta di derby visto il suo passato sampdoriano, e lo farà affrontandolo per la decima volta. Li ha battuti in sei occasioni, in tre è stato sconfitto, ma le sue squadre non sono mai rimaste a secco. Quando però ha perso — sempre a Marassi lo ha fatto subendo in ogni occasione 3 reti: due con la Roma e una con l’Empoli. A maggio, sul finire dello scorso campionato, l’ultimo successo, da archiviare in fretta domenica. La partita sarà di quelle «complicatissime», ecco perché in questi giorni, tra video e lavoro sul campo, sta preparando la partita come fosse un big match. Panettone e spumante, Maldive e montagna, sono ormai un lontano ricordo.

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