Spalletti in pressing per la nuova Roma

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Il Messaggero (S.Carina) – «Scherzando si può dire tutto, anche la verità». Chissà se nel farlo l’altra sera, Spalletti si sia ispirato all’aforisma di Freud. Fatto sta che ancora una volta, è toccato al tecnico fotografare la situazione della Roma. Un click parziale, sia chiaro, visto che il calendario recita 17 giugno che fa però luce su ciò che va migliorato. E in fretta.

LÌ DIETRO – «Dobbiamo aggiustare la difesa, c’è rimasto soltanto Manolas. Mario Rui farà il lavoro di Digne ma dietro ce ne mancano almeno due». Parole inequivocabili su quello che pensa il tecnico del reparto. Per quanto riguarda i centrali, sia Castan (richiesto dal Genoa) che Zukanovic non rientrano nei suoi piani (piace allo Stoccarda). Lecito attendersi un pronto intervento in entrata: con Nacho c’è l’intesa ma si aspetta il via libera del Real Madrid (Sabatini lo vuole in prestito). Anche con Caceres (parametro zero) è stato trovato l’accordo ma in questo caso l’attesa riguarda il prossimo responso medico visto che l’uruguaiano si è dovuto operare a febbraio per un problema al tendine d’Achille. Se prima del ko di Ruediger la Roma era pronta ad aspettarlo, ora vuole capire meglio i tempi del recupero. Con l’ex juventino in rosa, il discorso-centrali potrebbe limitarsi ad un innesto. Senza, ce ne vorranno due: Juan Jesus e Acerbi rimangono in corsa. Capitolo a parte merita il reparto degli esterni. A sentire Lucio, Digne è perso. Gioco al ribasso anche col Santos che chiede 1,8 milioni per il riscatto di Emerson. A destra, con l’idea di utilizzare Florenzi nelle rotazioni in mediana, qualcosa andrà fatto. Caceres, eventualmente, non basta. Van der Wiel invece non convince e costa troppo d’ingaggio (4 milioni). Per questo motivo ha ripreso quota Ansaldi che può ricoprire tre ruoli (centrale e terzino sulle due fasce). Singolare invece quanto sta accadendo in porta: se Szczesny, come sembra, rimarrà un altro anno e «poi abbiamo De Sanctis» (chiaro l’invito a rinnovargli il contratto), con Lobont e Alisson (che da quanto dichiara non sembra intenzionato ad andare in prestito, come aveva pensato il club una volta confermato il polacco), in rosa i portieri sono quattro.

SOCIETÀ E FUTURO – «Bisogna restare uniti e dentro ci metto noi della società. Non commentare per spararci addosso». Il riferimento del tecnico è sia alle parole di Sabatini nei suoi confronti sul rapporto avuto con TottiIn lui c’era una quota residuale di uno stato d’animo che era maturato in passato») che alla gestione del caso Pjanic, dove ritiene sia inutile la caccia alle streghe «perché durante la stesura di un contratto hai la possibilità di scrivere ciò che vuoi. Bastava mettere che poteva essere ceduto a tutti, meno alla Juventus. E invece non è stato scritto». E nemmeno lo è il futuro di Spalletti. Il temporeggiare, seppur mascherato con la ricerca di stimoli, sta a significare soltanto una cosa: Lucio vuole capire se la Roma gli può garantire una squadra per vincere. Si è reso conto, come Garcia un anno fa, che «noi non siamo come la Juve che ha già fatto i suoi acquisti» ma che il mercato della Roma passa inizialmente per una prima fase caratterizzata dalle cessioni (Iago Falque verso Torino). Chi obietta sventolando gli acquisti di Gerson (preso a gennaio) e Alisson (a novembre), deve fare i conti con le idee di Spalletti che dà l’impressione di preferire calciatori pronti. E quindi del centrocampista non parla e in porta chiede la permanenza di Szczesny.

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