Spalletti: “Non sono io a dire quando Totti deve smettere e non è detto che lo farà. Il mio contratto? Non voglio sentirmi comodo. Mercato? Acquistiamo in base alle nostre possibilità. Juan Jesus? Giocatore di prima qualità. Juve? E’ dura competere, hanno soldi e cervello. Bravi a prendere Pjanic” – FOTO

conferenza spalletti

Pagine Romaniste (F.Biafora – Y.Oggiano) – Luciano Spalletti, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa dal ritiro di Pinzolo. Dopo Gerson ed Alisson ora è il turno del mister giallorosso. Queste le sue parole:

Spalletti saluta i giornalisti in sala stampa e fa un breve introduzione: “Vi ringrazio di essere qui, dandovi la mano volevo porgervi un saluto per quanto riguarda questo viaggio perché sarà un viaggio per tutti quelli che vogliono bene alla Roma, carico di amore e di sentimento“.

Ci può descrivere le sue prime sensazioni dopo aver allenato i quattro nuovi acquisti e quei giocatori tipo Paredes o Iturbe che non ha avuto in rosa lo scorso anno…
“Le sensazioni di questi ragazzi nuovi, che sono Alisson, Iturbe, Paredes, Mario Rui, Seck, Gerson e Ricci, più tutti i campioncini allenati da Alberto De Rossi che sono qui a darci una mano, tra i quali per il momento non vedo dei fuoriclasse ma giocatori che possono venirci comodi a integrare quella che è la qualità dei professionisti della prima squadra. Alisson mi è sembrato un grande uomo, grande fisicità, grande presenza. Per quello che ho visto in porta in queste due partitine grande personalità: Alisson mi piace. Iturbe sono curioso come ho detto a lui. E’ venuto e mi ha detto che voleva sapere quello che era il mio pensiero nei suoi confronti proprio oggi, dopo pranzo. Io gli ho detto che sono curioso di vedere quelle che sono le sue qualità, che sono importanti per questo sport. Voglio vederle con i miei occhi: la forza, la corsa, il tiro, la disponibilità, sono da dieci sicuramente. Quando si ha queste caratteristiche, si perde di vista un’altra qualità, il pensiero, la scelta, il dosare. Sono curioso di vedere soprattutto questa parte qui di lui. Però sono predisposto molto bene nei suoi confronti, perché le cose più importanti le ha. Non conterà come si è presentato ieri sera, un gol in un’importante partita per fare la differenza per i calciatori della Roma, conterà quella che è una solidità di continuità. Il nostro sarà un periodo lungo, non breve, ci vuole fermezza nelle valutazioni, nei momenti che affronteremo, e si comincia piano piano ma niente andrà a scalfire o turbare quello che sarà la ricerca del nostro obiettivo finale, o per lo meno quello che deve essere il confronto giornaliero. Paredes lo conosco abbastanza, io sono di Empoli, ho avuto un periodo in cui l’ho visto giocare, allenarsi. Lui ha come gli altri delle qualità facilmente rimarcabili, naturalmente gli manca un po’ di velocità nella gestione della palla, nelle scelte, nella qualità di scelta. Spesso si fa confusione, si dice spesso che uno ha qualità quando calcia bene la palla, è vero, però poi le scelte dove usare questa qualità è una cosa ancora più importante. Se uno la usa al momento sbagliato o se non sa quando usare il passaggi filtrante e lo fa due secondi prima o due secondi dopo e non anticipa quella che che è l’intuizione del compagno, gli rimane la qualità di piede ma non di scelta. Lui invece ha tutte e due, però da un punto di vista di copertura di spazi è uno che non ha un tratto lunghissimo, ma è un gran calciatore. Mario Rui è uno che nei miei pensieri può sostituire Digne, un gran calciatore, ma Mario Rui è un giocatore di grande carattere, di grande disponibilità da un punto di vista di sacrificio, non ha grandi problemi con qualsiasi tipo di caratteristica dell’avversario, è chiaro che ha quella fisicità lì, non è che sia il massimo ma ha tutte le altre qualità. Seck lo sto imparando a conoscere ma è bellino, molto carino perché è uno che rincorre, che si butta in scivolata, uno che si prende le responsabilità, che ha voluto far parte della nostra squadra e questo è un biglietto da visita importante. Ricci l’ho seguito io, l’ha seguito Pane, perché nell’ultimo periodo lo abbiamo guardato insieme a Balzaretti. Ci ha fatto una buonissima impressione. Gerson ha qualità, ha doti, non è facile creargli un ambiente che lo possa mettere subito a disposizione, a frutto. Mancano El Shaarawy, De Rossi, Florenzi e Nainggolan che hanno ricevuto quel permesso che è d’obbligo, perché fare il calciatore a questi livelli è un lavoro importante, stressante sotto tutti gli aspetti. Dopo aver fatto i supplementari con l’Europeo dovevano per forza staccare un attimo e spero che gli bastino queste tre settimane perché poi sarà una stagione molto lunga e riuscire a riazzerare quello che è l’entusiasmo è una qualità importante. La mattina della partenza per la tournée saranno con noi”.

Domani si inizia in campo perché c’è la prima amichevole, cosa si aspetta di vedere?
“Non mi aspetto niente, ma mi aspetto tutto. Domani diventa fondamentale l’idea di squadra, l’idea di voler essere squadra, che farà la differenza. Si andrà subito a parlare di quelle qualità che deve avere una squadra. Se si riconquista palla alta c’è vantaggio, però probabilmente un po’ di differenza ci sarà dai nostri avversari e allora qualche volta gli sarà concesso di venire per scelta dentro la nostra metà campo e faremo quello che ci costringerà a fare qualche avversario del nostro livello, della nostra forza. Cercheremo di non esagerare nel tenere la palla, di fare meno tocchi possibili perché spostare la palla diventa una qualità fondamentale, l’anno scorso questo l’abbiamo fatto molto bene ed è stato il nostro cavallo di battaglia, il nostro marchio da un certo punto di campionato in poi. Lo dobbiamo riprendere subito, perché quello attraverso il comandare il gioco attraverso il carattere che avremo nelle situazioni di gioco può fare la differenza per sopperire le differenze. Non ci deve poi venire a mancare la stessa continua ricerca di andare dietro la linea difensiva, pur comandando il gioco. Bisogna sempre andare ad allungare la linea difensiva, bisogna stare corti e l’anno scorso lo abbiamo fatto benino, ma non bene, con la linea difensiva. Più corti possibile perché si aiuta il centrocampo e si permette di aiutarci, per cui la lettura della palla coperta e della palla scoperta va fatta più nei dettagli, in maniera più svelta, approfondita e precisa. Chiaro che poi ci vorrà questa qualità di impatto fisico perché nel nostro campionato ci sono squadre che hanno fatto dell’impatto fisico fanno la differenza e anche chi non lo ha ci dovrà mettere qualcosa in più oltre a un grande impegno in questa perché i contrasti vanno fatti, bisogna cercarli e bisogna portare a casa la palla di nessuno: la fase di possesso e la fase di non possesso, ma poi anche la fase dei palloni di nessuno. Si vuol vedere tutte queste cose qui”.

Quanto è difficile in questo inizio di stagione fare a meno di Miralem Pjanic, dell’unico centrocampista che è andato in doppia cifra con gol e assist? In conferenza stampa ha dichiarato di aver capito perché a Roma non si vinceva…
“Mire mi ha chiamato la sera prima di leggere sul giornale la sua partenza per Torino. Ci siamo detti delle cose che riguardano noi, ma mi ha fatto piacere. Su qualche dichiarazioni fatta, bisogna che mi accerti, anche se non vedo niente di particolarmente brutto, se dice che lì sono più bravi.. Io purtroppo non ho mai lavorato nella Juventus, nelle grandi squadre ho lavorato solo nella Roma. So come si lavora nella Roma, so dell’amore che circonda la Roma, non so quello che circonda altre squadre, fare delle differenze mi rimane difficile. Se lo dice lui è sicuramente un ambiente dove lavorano bene, lui è un professionista, sa accorgersi delle qualità altrui. La Juventus è stata brava, è stata forte a portarsi a casa questo giocatore importante, può fare più cose, è un giocatore che ha qualità di scelta e di piede: lui o anticipa il tocco anche sullo scorrimento banale, lo ritarda di mezzo metro che ti manda sempre a dover pensare in maniera oscura su quello che è il suo modo di pensare. E’ sempre un po’ buio pensare al suo tocco di palla, è una caratteristica che aveva Pizarro. Sono stati bravi e se lo godranno sicuramente. Noi dobbiamo trovare una soluzione, ce l’abbiamo già in casa, qualcuna verrà nella conoscenza dell’approfondimento di questi ragazzi, di questi professionisti, perché qualcuno è un ragazzo ma tutti sono professionisti, persone serie, che lavorano nella maniera corretta. Quelli che vengono dalla Primavera qualcuno è ancora ragazzo. L’obiettivo della Roma è confrontarsi ad armi pari con la Juventus, il Napoli, il Milan, l’Inter, la Fiorentina, il Sassuolo e la Lazio. Dobbiamo tentare di dare battaglia a tutte queste squadre di volta in volta, non è solo quello che fa piacere a voi. Chiaramente se si fa una partita a poker dove al tavolo c’è un giocatore che ha vinto gli ultimi tornei e in questo gioco su questa giocata, se bluffare o se rilanciare o raddoppiare le sue puntate, come si fa? La situazione è questa, loro sono stati bravi negli ultimi anni, sono stati bravi quest’anno che è già in corso, dobbiamo trovare le soluzioni per sopperire a questo. Abbiamo davanti una squadra che ha molte fiches, che ha vinto tornei e ha un cervello forte”.

Che tipo di valutazione tecnica si può dare a Juan Jesus? Quanto può essere utile soprattutto in questa nuova stagione?
“E’ un giocatore di prima qualità, noi stiamo cercando di fare mercato cercando giocatori di prima qualità. Di prima qualità tenendo anche in considerazione con la valutazione di quello che in questo momento la società può permettersi. Noi vogliamo giocatori di prima qualità per quella che è la nostra potenzialità. Noi stiamo lavorando forte per portare il meglio possibile, per quello che la società in questo momenti può permettersi”.

Oltre a Juan Jesus può arrivare anche un altro difensore centrale, come Nacho?
“Un giocatore seguito da Sabatini, abbiamo guardato, l’abbiamo controllato. Ciò che ci necessita sono chiacchiere giuste. Noi abbiamo bisogno minimo di due difensori”.

Un terzino?
“Questo lascialo dire a me. Un po’ centrale e uno un po’ un’altra maniera, anche stando un po’ più aperto sarebbe meglio. Se un giocatore ha questa duttilità diventa fondamentale averli. Ad esempio: viene Juan Jesus, se lui è a disposizione insieme a Zukanovic e ti viene a mancare Manolas, un sinistro a destra ci gioca difficilmente, se invece hai un destro a sinistra come Ruediger ci gioca facilmente. Mentre un destro a sinistra ci gioca, un sinistro a destra difficilmente ci gioca. Abbiamo per questo anche Gyomber, ma è chiaro che in questo caso qui dobbiamo anche prendere un calciatore che possa fare il centrale e il terzino, perché Ruediger ci ha fatto comodo in questa sua duttilità, perché ci vuole un terzino con caratteristiche diverse da Florenzi. Seguiamo Nacho, Sabatini ci sta parlando”.

La Roma è un cantiere aperto…
“In questo calcio qui è diverso. Il rischio di fare le cose subito ti può far perdere delle occasioni che potrebbero arrivare tra una settimana, ormai è un mercato aperto. Se vai a fare una forzatura mentre non sei convinto o pronto e poi passa la situazione migliore… Si cerca i calciatori ma un po’ di margine ce l’abbiamo”.

Pensa di poter accorciare il gap con la Juventus con il gioco?
“La qualità del gioco è un punto che può andare a favore nostro, o di quelli che abbiamo davanti come altre cose. Forse la qualità del gioco ne vale 2 di punti, come hanno fatto molto spesso i giocatori. Essa può darti qualcosa in più. La Juventus può fare quello che le pare. Noi dobbiamo confrontarci nella maniera corretta cercando di vincere le partite con quegli avversari che ho citato pocanzi. Dobbiamo provare a vincere contro la Juventus. Differenza, non differenza, non ci sono scusanti. Dobbiamo fare il massimo, dobbiamo puntare al massimo. Poi naturalmente al nostro tavolo del poker ci sono anche altri avversari con tante fiches davanti”.

La scelta dei nuovi giocatori è anche per tornare ad una difesa a tre?
“Noi vogliamo esercitare il nostro modo di stare in campo durante la prossima stagione sia con la difesa a quattro che con la difesa a tre. La squadra deve essere pronta a cambiare. Per cui entrambi i moduli”.

Siete un cantiere aperto…
“No, il calcio qui è diverso. Il rischio di fare le cose subito può farti perdere occasioni che puoi fare tra una settimana. Se vai a fare una forzatura e poi passa la situazione migliore: si cerca questi ma un po’ di margine abbiamo. Ci permette di essere più precisi nella scelta che vogliamo fare”.

La ricerca di questi due giocatori nel reparto arretrato è anche in funzione del modulo, magari cambiando in corsa la difesa?
“Noi vogliamo esercitare il nostro modo di stare in campo durante la prossima stagione. Lavoreremo sia con la difesa a 4 che con quella a 3. La squadra dovrà saper cambiare e saper fare tutti e due i moduli”.

Ci può confermare un ritorno di Franco Baldini a Roma? Lei spera che possa tornare in pianta stabile?
“Non lo so, però mi farebbe piacere perché è un professionista valido, una persona intelligente, un professionista esperto. Io ci parlo spesso perché è un amico. So che è molto vicino alla figura del presidente, me lo ha confermato anche Pallotta, ma questo riguarda loro”.

Tra i giocatori più acclamati in questo ritiro c’è Dzeko. Lei vede dei miglioramenti dal punto di vista dell’interpretazione del ruolo? Sarà lui il centravanti titolare della Roma?
“Posso valutare solo la sua voglia di far bene e di rimanere alla Roma. L’anno scorso nel mio modo di lavorare ho cercato di aiutarlo tantissimo, più di tutti. Ora guardo quello che sta facendo. Lui deve avere nelle intenzioni di far parte della Roma della prossima stagione. Se mantiene queste intenzioni lui sarà il centravanti della Roma”.

Può chiarire la sua situazione contrattuale? C’è un rinnovo automatico?
“Il mio contratto scade a fine stagione, sì. Non c’è un rinnovo automatico”.

Il fatto che è l’ultimo anno può essere un’anomalia?
“Dipende, perché il mio ultimo?”.

Il fatto che sia un allenatore a scadenza…
“Sono un allenatore a scadenza per quella che è la firma del contratto, non che sia l’ultimo anno, questo lo dirà questa stagione in corso se sarà il mio ultimo anno o il mio primo anno. E’ tutto in base a quello che succederà e in base come lavorerò. Io non voglio stare comodo, voglio sentirmi acceso e voglio che i giocatori possano valutare e che i giocatori sappiano che io mi gioco la prossima stagione. Io voglio rimanere nella Roma, per cui voglio far bene perché mi voglio giocare la prossima stagione. Chi non è d’accordo dà già un messaggio, perché è così. Oppure ti fa più piacere poter scrivere che la Roma spende soldi avendo mandato via allenatori, qui le cose cambiano velocemente, come cambiano ora nella vita comune di tutti. Bisogna lavorare in maniera professionale, sennò non devi lavorare, devi star fuori. E nella Roma soprattutto, visto che si creano queste aspettative qui, perché il giochino è nel creare più aspettative possibili, voi lo sapete bene, voi fate bene il vostro lavoro. Se si creano della aspettative e poi non fai bene, se non ti piazzi bene… Io nella precedente situazione ci sono stato quattro anni, tre anni bellissimi dove la palla viaggiava a duemila orari, un anno mezzo e mezzo e… bisogna che tu vada via. E sono andato via. Poi il contratto, il non contratto, sono tutte cose che servono a lei, a te, a voi. I giocatori possono dire quello che gli pare, i giocatori vengono indottrinati da quello che è il modo, sono dei professionisti, a volte dei giovanotti a volte un po’ più esperti. Però poi loro usano le parole che si usano nell’ambiente, per cui per quanto mi riguarda non funziona così, io non ho da guardare a pararmi il culetto su qualcosa, io devo lavorare bene. Ho solo quella di strada e i giocatori lo debbono sapere, per cui già questo è un segnale giusto, non è un segnale sbagliato. Facile sarebbe per me fare il contratto lungo e poi… Succede come l’altra volta, che poi va lì e gli lasci il contratto e vai via, non voglio che succeda. Per questa stagione però rimango, faccio per dirti che arrivo in fondo, ognuno può fare le forze che gli pare, non vado via prima. Va bene? Fine anno si vedrà”.

Strootman nella prossima stagione sarà di nuovo a disposizione. Stiamo vedendo un giocatore ritrovato, anche dal punto di vista della personalità. Può essere lui il leader della prossima stagione?
“Di leader, per fare una buona squadra, ce ne vogliono più di uno. Ce ne vogliono tanti, di grandi calciatori ce ne vogliono tanti, perché è un campionato difficile, sarà una storia lunghissima e di leader ce ne vogliono tanti in una squadra forte come la Roma, ce ne debbono essere tanti. E noi siamo alla ricerca di qualche altro leader, Strootman è già uno dei leader presenti, però ce ne vogliono ancora altri. Non carichiamolo troppo, anche se su di lui non si corre nessun rischio perché saprà gestire tutto quello che noi vogliamo tirargli addosso, però il ragazzo, per quello che ha passato, ha bisogno di un periodo di partite dove non sarà al massimo della sua qualità individuale o fatta vedere in precedenza, lui ha bisogno di giocare un pochino. Quello dell’anno scorso non è sufficiente, ora già qualcosa gli può dare questa continuità di allenamenti, di adattamento a quello stress massimale che poi lo riporta ad avere un equilibrio di condizione. Però Strootman è uno forte, molto forte”.

Avevo due curiosità: risponde al vero l’indiscrezione letta qualche tempo fa che tu volevi cautelarti con Szczesny prima di vedere Alisson? Poi una sul ruolo di El Shaarawy, visto che ho letto che potrebbe essere utilizzato come prima punta…
“El Shaarawy prima punto lo escluderei fin da subito, perché sicuramente non l’ho detto io. Non so chi l’abbia scritto, non è un problema, non ho detto niente. Secondo me in questo gioco qui è possibile tutto, io sono uno di quelli che ha fatto giocare tutti prima punta, però in questo caso qui, per quel settore di campo lì, va ad essere poi forte una considerazione, che è quella di ricevere palla con le spalle girate alla difesa o di riceverla di taglio e di poterla far sfilare ogni tanto o di venire incontro, andare lungo. Lì spesso ti trovi a dover avere il tuo avversario che ti bacchetta da dietro in maniera forte e lui ha bisogno di un po’ di spazio per dare poi il via a quella sua qualità di corsa e di tecnica addizionata allo stesso modo ecco. Io spesso gli chiedo, e probabilmente sarai stato ingannato da questo, di stare più dentro al campo, ma è un po’ nei momenti dove la squadra va a giocare al di là della metà campo, il terzino spinge forte, e Digne lo faceva di essere spesso nella posizione di esterno alto a sinistro, e lui faceva questa doppia battuta vicino larga, dove a volte si veniva ad essere marcati da un uomo solo, mentre se entra cinque metri dentro al campo è un po’ la stessa cosa e gli ha dato anche dei vantaggi perché poi con questi tagli ha fatto gol ad Empoli, magari portando palla quello lì, lo ha fatto anche nel derby dove ha fatto gol di testa, è andato più vicino alla porta, ma sempre un po’ spostato sulla fascia. Come riferimento centrale non lo metterei nella condizione ottimale e lo posso escludere. Mentre faccio per dire un giocatore più fisico, come Iturbe, lo potrebbe fare, faccio per dire. Un giocatore come quelli che ci ho già provato, di questi qui, ad esempio anche a Momo Salah ho chiesto di stare un po’ più dentro al campo, però poi lui con quella faccettina gentile (ride, ndr) mi fa “Posso andare un po’ più là?”. E quindi lo metti in difficoltà, perché lui vuole partire sulla palla sopra, però da esterno. Quando gli crei 360 gradi di attenzione da dove gli arriva il pericolo è diverso dall’averne 180 di gradi. Con la riga del fallo laterale ne hanno solo 180 i giocatori che sono abituati. Centrali è un pochettino più difficile, però Iturbe è un giocatore più fisico, regge più botta, il contatto a volte lo va a cercare, vuole palla sui piedi per sentire l’avversario dietro. El Shaarawy mi sembra che non abbia queste caratteristiche”.

Iturbe a volte ha fatto la punta centrale con la Roma…
“Questo che mi dici mi fa piacere, secondo me è uno di quelli. Però poi è bravo quando parte da destra e rientra sul sinistro, a portar dentro. Io sono di quelli che sposa la causa di questo fatto del piede contrario, per esempio quando Florenzi è stato messo a giocare in fascia sinistra, anche in Nazionale, io lo potrei vedere, anche se ce l’ho fatto giocare, ha fatto quello che gli è stato richiesto, da terzino ha difficoltà, perché da lì deve impostare e allora poi spesso se la deve mettere sul sinistro la palla. Da terzino a sinistra, al di là che ci siano poi delle necessità particolari, ma da più alto a sinistra, perché quando poi va dentro e rientra sul destro fa male, perché quando tira in porta ha un piede importante. Mentre da quest’altra parte mette, da quell’altra parte incrina, perché ti entra dentro e ti dà la bastonata, ha un piede importante nel tirare ad effetto, nell’imbucare, perché quando entri dentro poi c’è la palla messa per il taglio degli avversari. Per cui lui quello altro lo può fare anche a sinistra Florenzi, secondo me al fine dei numeri di assist, di palle messe importanti, di gol, sarebbe più prolifico da quella parte lì che non a destra, da destra si contano più cross, ma non è detto che poi con i cross ci siano più vantaggi che il venire dentro ed imbucare, sul cross la linea difensiva è sempre allineata con la palla, il venire dentro è sempre un segno per la linea difensiva di svuotare l’area, quando tu prima di arrivare sul proseguimento dell’area di rigore grande entri dentro il campo quello è il segnale per la linea difensiva di venire su. E in questo venir su ci sono molti vantaggi, nell’interpretazione di questo venir su. Prima si parlava di palla coperta o palla scoperta che va lavorata bene perché quello fa la differenza nell’attenzione poi per avere qualche vantaggio nella fase difensiva, per aver qualche palla importante in fase offensiva. El Shaarawy è finito”.

I portieri?
“Sono due portieri forti, noi ancora Szczesny non ce l’abbiamo. Se mi domandi “Ma state lavorando per riportare Szczesny?”, ti dico “Sì”. Questo perché ci vogliono due portieri forti, se son due fortissimi vedremo le reazioni, però è sempre un vantaggio, per ora ne abbiamo due, che sono Lobont ed Alì, però ce ne vuole un altro forte, per cui vedremo chi sarà”.

Chi è che può sostituire nella rosa attuale Pjanic sui calci di punizione?
“Secondo me noi ne abbiamo diversi. Lui è uno specialista, però ne abbiamo diversi che hanno qualità e carattere per battere le punizioni. Florenzi è uno di questi, El Shaarawy è uno di questi, uno di quelli che tira a girare, Perotti è uno di quelli che calcia a girare”.

Totti?
“Sicuro (ride, ndr). Poi secondo me Iturbe ha un buon piede, Salah ha un buon piede. Pjanic è uno specialista, però noi ne abbiamo tanti altri che possono far gol su punizione. E diventeranno specialisti anche questi altri, perché poi ci sarà una corsa a prendersi quelle responsabilità lì. Attraverso il carattere, attraverso la ricerca del leader in più dentro la squadra. Totti le sa battere (ride, ndr)”.

Al suo arrivo a Roma ha spostato Nainggolan più avanti, arretrando Keita, anche per l’infortunio di De Rossi. Avendo perso sia Keita che Pjanic, il solo Strootman può sopperire in quel ruolo all’assenza di due registi? O le serve qualcosa in più in termini di qualità?
“Più basso dici. Ora citando i nomi hai detto De Rossi, non so se l’ho detto prima, è un altro che può battere le punizioni, non l’avevo detto no? Ogni tanto dimentico, però lui le può battere. A volte è stato anche diversamente, ho messo Pjanic più avanti, dipendeva un pochettino anche dalla forza dell’avversario, se mi faceva più piacere disturbarli nell’inizio dell’azione o se non c’era questa necessità allora tu usavi l’uno o l’altro. Nainggolan ha sicuramente la caratteristica del saltarti addosso, con questa fisicità, con questa scivolata, lo reputi non pericoloso, poi ti fa il balzo e da cinque metri ti arriva addosso. Pjanic viene messo lì per la qualità dell’ultima imbucata, ultimo passaggino e via dicendo. Io ce li ho, perché c’è Paredes che può fare questo, De Rossi è lui. Vainqueur l’ho usato tante volte che non ha magari questa qualità di profondità ma nella gestione della palla corta, del possesso e del fraseggio è uno molto bravo oltre a essere tignosissimo per la riconquista della palla. In quella piazzola lì questa caratteristiche di essere un po’ tignosi bisogna averla e Vainqueur questa ce l’ha tutta, è proprio il top. Per il momento starei tranquillo se non mi capitano delle necessità particolari, noi siamo a posto, o se non capita l’occasione particolare, ecco”.

Ha rilevato un deficit dal punto di vista mentale visti i suoi rilievi in allenamento?
“Ieri nell’allenamento ho detto dieci volte “Questo va fatto”, una volta ho detto “Se si fa questo non va bene perché chi ha paura non gioca”. Per cui 10 a 1 hanno fatto la cosa giusta, è chiaro che se poi siamo nel contesto vero con il pubblico che è feroce non ci prendiamo le responsabilità diventa difficile avere quel confronto che si diceva prima. E allora bisogna stimolarlo. Ora però se mi viene messo in evidenza che dico così ai miei professionisti ci starò più attento, non glielo dico più. Ha detto questa cosa che ho detto una volta sola e non ha detto che gli ho detto bravi dieci volte, questo va fatto”.

Totti ha la testa giusta quest’anno?
“Penso che l’anno scorso abbia evidenziato che il modo di gestirlo correttamente è quello li. Poi dipenderà da quello che mette in pratica. L’anno scorso ha fatto vedere di poterlo usare anche di più per quelli che sono stati i risultati. Come non ero d’accordo quando qualcuno lo voleva sempre in campo, non sono d’accordo adesso con chi ha iniziato a scrivere che è l’ultimo anno. Volete fare il tour dell’ultima partita, dell’ultimo stadio, dell’ultimo avversario, volete fare così? Non ero io, non sono io che posso dire quando Totti deve smettere, e l’ho sempre detto, assolutamente non siete voi. C’è il mio pensiero, il tuo pensiero. Può riportare quello che dice la Roma e può mettere, come spesso ha messo, quello che è il suo pensiero. La società ha detto questo, che è la società. Per quanto mi riguarda Totti deve avere la possibilità di continuare a giocare, perché adesso dovete scrivere che deve smettere per forza. Lo volete fare smettere. Scrivete che sarà l’ultima stagione, quando vi fa comodo usate il comunicato, quando non vi fa comodo scrivete Dzeko via quando fa gol Totti? Perché Dzeko via se fa gol Totti? Quando fa comodo scrivete di 73 collaboratori. Io ce li ho, a non sono 73? 23 soli… Finiamo di Totti: secondo me il tempo che intercorrerà da quando Totti smetterà all’ultima partita sarà breve, non sarà per forza un anno. Lui deve smettere quando gli pare, come ho sempre detto. Poi guardo come si comporta. Perché caricarlo di responsabilità dell’ultima partita, dell’ultimo campionato? Lo dico a te, a Pallotta, ai miei parenti: è il mio pensiero. Mi avete attaccato perché volevo farlo smettere, è scorretto. Siete scorretti se dite che deve smettere. E’ il campionato che lo decide. Il comunicato è il comunicato, tu riporti il comunicato poi dici quello che è il tuo pensiero. Io non vado a sindacare quando deve smettere. E’ una notizia che deve smettere a fine anno? E’ più il desiderio di chi lo scrive. Avete il desiderio che smetta, altrimenti non scrivereste così che deve smettere a fine anno. Non l’ho mai detto lo scorso anno, non lo dico ora. Totti ha la possibilità di giocare un altro campionato. Se viene quando lo chiamo, viene si allaccia gli scarpini velocemente, viene usato sempre più. Se fa quei numeri. Se fa quello che ha fatto nessuna preclusione, come lui non c’è nessuno. Se ha ancora le caratteristiche di poter aiutare la Roma, i risultati della Roma, Totti gioca. Ve lo dico seriamente: non è quello che gli state preparando la cosa corretta. Gli state preparando il ciondolino di portarlo in giro per i campi, farlo vedere nei musei, gli ultimi stadi. E’ scorrettissimo. Io non vengo dietro al vostro tram tram. Dei collaboratori lo ha scritto la società o è un tuo pensiero? Avevo 7-8 amici al bar e gli ho detto di venire con me a Pinzolo, ad un paio anche il dottore gli ha detto di andare in montagna e li ho portati. Poi c’era mio cugino Gigino e non l’ho portato. Sono tutti professionisti scelti, grandissimi professionisti che danno una mano: i miei due collaboratori che ho portato lo scorso anno, più uno quest’anno, due più uno quest’anno, gli altri erano tutti della Roma: sono uno staff importante che la società ha fatto bene a crearsi, che gli permette di gestire e di non dipendere dall’allenatore. Sono scelti e fidati. Guidino l’ho lasciato a casa, nonostante mi dicesse che mi avrebbe dato una mano. Quest’anno sono 3, tutti allenatore di serie A. Pane ha allenato in nazionale, Baldini serie A, serie B, Domenichini la Primavera di Siena e Empoli, ruolo importante ed è il meglio del mondo. Domenichini lo cambierei solo per Ancelotti, se viene Ancelotti lo cambio altrimenti come secondo scelgo Domenichini sempre: è di una qualità impossibile per altri avere le sue qualità. Ora vedo se il prossimo anno rifirmo e al bar giù ci sono altri 7-8 da portare. Di Totti smettere di giocare è il vostro desiderio, non il mio. Siete voi che adesso avete iniziato questa manfrina per distruggerlo psicologicamente. Quando uno va a giocare una partita essendo l’ultima non è nelle condizioni ottimali come te che devi scrivere l’ultimo articolo per il tuo giornale. Mi avete fatto un culo così per la responsabilità di Totti, siete i primi a scrivere ma io non lo dico neanche ora che sarà il suo ultimo anno. Siete voi che lo volete fare smettere. Sul giocare è un altro discorso che dipende da me, e io lo uso come è stato visto lo scorso anno e i risultati dicono che l’ho gestito nella maniera giusta. A me lo dice lui in base a come viene, con le sue intenzioni, nei confronti della Roma e per i risultati della Roma. Si valuterà di volta in volta, siete partiti in salita perché volete farlo smettere. Da giornalista tu dici, questo è il comunicato di Pallotta. Guardiamo quante partite ha giocato e cosa ha fatto, secondo me deve giocare di più. Te lo fai giocare di più per latri pensieri che non sono i miei. Scegliere nella maniera giusta in basse alle potenzialità, a lui non gli regalo niente ma stai sicuro che non gli toglierò niente: mi da un centimetro e gli rido un centimetro, mi da un metro e gli rido un metro, mi da metà campo e gli rido metà campo. Per me non smette quest’anno. Pallotta può scrivere o dire quello che vuole. Lo deciderà il suo comportamento nelle partite di quest’anno se smette o no. Quella è la maniera giusta che un giornalista bravo può tirare fuori come tema. Ora no, tutti allineati che gioca l’ultima partita al San Paolo. Facciamogli vedere il Vulcano perché è l’ultima volta che può vedere il Vulcano con la tuta della Roma, poi andiamo a Milano. Tutte manfrine che ti fa comodo scrivere però mettiamolo in evidenza che scrivi per manfrina. Totti gioca se si merita di giocare anche il prossimo anno”.

Hai detto che potevi farlo giocare di più…
“E’ chiaro che potevo farlo entrare cinque minuti prima in partita”.

Sabatini ha detto che ti sei portato scorie del passato con Totti…
“Le scorie del passato rimangono se c’è scoria, e non so chi te l’ha detto ma tu sei informato. Quando parli di scorie di Sabatini. Sei amico di Francesco, io di Vito. Se ce lo dici a tutti. Va chiesto a Sabatini quello che dice. Io guardo il campo, quando fa bene l’ho usato, quando voleva entrare velocemente l’ho fatto entrare. Non ho nulla contro di nessuno affinché sia in direzione Roma come club e risultati. Totti nel terzo anno mi pare che abbia vinto scarpa d’oro, 25 gol. L’anno dopo sono andato via è vero, i meriti sono suoi ma non ha salvato la mia posizione. Se la Roma arrivava seconda invece che sesta, come era arrivata negli anni precedenti, quello era il risultato che mi riguardava. Sono i risultati della squadra. Si può andare avanti, su Totti ora viene bene, è un casino: guarda come si affretta a riscrivere l’articolo. Grazie la prossima volta saremo più lunghi, tranquilli (ride, ndr)”.

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