Spalletti: “La Roma non sarà mai la mia nemica. Totti? Farò una serie: Speriamo de morì tutti dopo”

Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della partita contro la Roma. Queste le sue parole:

Si è parlato a inizio campionato del ritorno delle ‘sette sorelle’, domani avete la possibilità di eliminarne una dalla corsa per il titolo, come ci arrivate?

Domani è uno scontro diretto con un inquilino del condominio più ambito in Italia, quello in cui tutti quelli che fanno il mio lavoro vorrebbero abitarci. E quel condominio lì resta integro per tutto l’anno, non ci sarà qualcuno escluso prima. Tutti resteranno agganciati alla possibilità di arrivare in Champions, il vero obiettivo di tutti. Del resto se ne parlerà strada facendo.

Le sue emozioni alla vigilia del suo ritorno a Roma?

In generale non bisogna vivere invano. Ho capito una cosa di me in tanti anni di questo mestiere: per essere un allenatore felice ho bisogno di piazze da umori forti. Roma-Napoli è la mia partita, ma questa partita non sarà mai una partita contro un nemico. Sono due esperienze esaltanti della mia storia, è una sfida tra due parti di me. Non c’è nessun passato da sconfiggere per quel che mi riguarda, ma una partita importantissima per il futuro del Napoli e da provare a vincere. Naturalmente domani sarò tutto del Napoli, ma la Roma non sarà mai la mia nemica.

Sulla preparazione alla partita…

Oltre al tempo in partita, c’è un ulteriore tempo che si consuma in allenamento e da parte mia è facile constatare come si comportano i calciatori nel consumare questo extra-time. Come si sta sul pullman per arrivare allo stadio, come si vive in albergo la sera prima della partita, quali sono i discorsi e gli sguardi che si fanno, anche tra chi gioca meno spesso. Danno sempre dei segnali. E i segnali con questa squadra qui sono tutti positivi. Mi fa piacere che qualcuno di voi ha sottolineato le risposte di Koulibaly, di Mertens, di Insigne, Juan Jesus e Demme. Di tutti.

Può essere un’insidia la rabbia agonistica della Roma?

Ci sono tutte le difficoltà della partita. Ad inizio conferenza abbiamo detto che questa squadra può stare davanti a chiunque, come una di quelle sette sorelle. Ci sono momenti in cui fa peggio e momenti in cui fa meglio, ma la Roma ha una squadra forte e un grande allenatore. Mourinho è uno di quegli allenatori che migliorano la qualità del campionato. Io ho sempre guardato quello che fanno gli allenatori più bravi di me e lui è uno di questi. Poi c’è la partita e lì valuteremo che cosa fare. I calciatori devono fare delle scelte, devono avere delle iniziative, non devono rimanere fermi. Sono sicuro che la mia squadra saprà da che parte andare. Ma la partita è di estrema difficoltà.

E’ cambiato in questi due anni in cui è stato fermo?

Non lo so. Dicono che ero nervoso? Il mio non era nervosismo, era simpatia selettiva. Se si lascia la squadra tranquilla nei momenti di difficoltà, senza andare a creare delle storie volutamente contro, io rimango sempre così. Mi potete attaccare quando volete e quanto vi pare perché io sono più feroce di voi nelle critiche, mi conosco benissimo come le mie tasche, vado sempre a volto scoperto davanti allo specchio. Poi se toccate la squadra si ride.

Tra lei e Mourinho chi è più stratega e chi rischia di più domani?

Per me è un onore essere accostato a Mourinho, ma lui è qualcosa di differente. Lui ci ha insegnato a dare importanza alle conferenze e a cosa si dice nelle riunioni con la squadra. Il rischio è per entrambi, questa partita azzera tutto. In questo momento, per significati diversi, è una partita che può dare un’altra piccola svolta ad entrambe le squadre. Bisogna dunque essere bravi ad arrivarci al top e proporre il top come possibilità di collettivo.

Si aspetta i fischi dagli spalti?

E’ già avvenuto. Io quei fischi non me li merito perché io so quanta passione, quanto amore, quanta ossessione ho dato alla Roma e ho messo per la Roma. Se me li faranno è una cosa che a quella distanza lì diventa anche facile sopportare. E poi mi farò consolare da quei ricordi di quegli applausi delle magnifiche partite che abbiamo vinto giocando un calcio spettacolare con dei calciatori altrettanto magnifici, portando a casa dei risultati e delle vittorie che poi hanno fatto anche la storia della Roma.

Walter Sabatini ha detto che oggi prenderebbe più Osimhen che Mbappé…

Io la penso come lui, anche in un altro momento. La penso sempre così.

Come dovrà essere il Napoli contro la Roma?

Dobbiamo essere rimbalzanti, reattivi rispetto al gioco della Roma che ha varie soluzioni e riesce a trovare più modi per attaccare. Ha un po’ le nostre stesse qualità nel gioco con Mkhitaryan e Pellegrini, ha Zaniolo che dà gli strappi, Abraham che fa un po’ la stessa cosa che fa Osimhen con noi, ossia attaccare gli spazi in campo aperto. Noi dovremo essere più bravi di loro a proporre queste cose qui. Bisogna essere feroci nelle reazioni su quello che proporranno loro.

Sul 6-1 subito dalla Roma in Conference League.

Io avrei preferito che non avessero perso quella partita lì, da un punto di vista mio.

Che contributo può dare Osimhen in questa partita?

Può dare sempre il suo contributo, l’abbiamo visto anche nell’ultima partita. In allenamento si vede subito il suo timbro, le sue corse importanti, ora sta facendo molto meglio anche le giocate nello stretto. Quando si parla di alcuni dettagli lui va a tentare di metterli in campo. Le qualità ci sono tutte. Gli riesce pure mettere in campo queste qualità.

Totti? 

Per Totti ho fatto delle cose che pensavo di non fare per nessun calciatore e le rifarei anche. Ho amato l’ambiente, ho amato Totti. Col pallone tra i piedi è il calciatore più forte che ho mai allenato, è tra i più grandi quest’era calcistica. Non voglio spoilerare la serie che farò io su Totti: il titolo è ‘Speriamo de morì tutti dopo’.

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