Spalletti ingrana la sesta. E così la Roma si riprende la Champions

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La Gazzetta dello Sport (F.Bianchi)Champions per una notte, anzi due almeno, nel segno del Faraone. Ritrovata proprio davanti a chi ha subito il (temporaneo?) sorpasso. Paulo Sousa è un tecnico e uno studente diligente. Era all’Olimpico per la sfida della Roma con il Real Madrid, era a Empoli nonostante la giornata uggiosa. I rivali (e le partite) si vedono meglio dal vivo. E il guru della Fiorentina ha capito che la Roma, che affronterà venerdì prossimo, è diventata un rivale pericoloso, molto pericoloso. E che ha protagonisti intercambiabili: un giorno Salah, un altro El Shaarawy. Prima doppietta romana per l’uomo venuto dalla Costa Azzurra, 4 reti e un assist in 5 gare. Un ruolino da Higuain. Protagonisti intercambiabili, Roma costante. Dopo il pari col Verona e la sconfitta con la Juve, Spalletti ha inserito il turbo: sesta vittoria di fila, una classifica che si è fatta sognante nel giro di poco tempo. Terzo posto, ma anche 5 punti dalla vetta Juve, fino a stasera. Che situazione affascinante, dopo le pene «garciane». Perché non sognare in grande? Con Spalletti si può fare senza correre il rischio di perdere la bussola. La Roma ha ritrovato gioco, solidità e, perché no, un po’ di buona sorte. Quella che a detta di Giampaolo, l’Empoli ha perso per strada da tempo. È difficile dargli torto anche se dietro all’Empoli che non vince più qualcos’altro ci deve essere per forza. I toscani sono alla terza sconfitta di fila, non accadeva da novembre 2014. Allargando il triste panorama, l’Empoli non vince da 8 giornate. Il gioco resta, ma è ovvio che qualcosa si è inceppato.

LA CHIAVE – Si può spiegarla con un vecchio detto per le ragazze: bella ma non balla. L’Empoli è rimasto bello ma non balla più, cioè non concretizza più il gioco che produce. L’esatto contrario della Roma, che conferma di essere la squadra con la più alta percentuale di realizzazione. Nelle ultime sei gare vinte, ha segnato 18 reti. Una media di 3 a partita è niente male. E con l’Empoli ne ha fatti 3 tirando 6 volte in porta. Con la grande collaborazione di Skorupski però, che sembrava giocare ancora per la Roma. Diciamo che a questo giro di giostra la sfortuna del’Empoli porta il nome del polacco, in giornata nera, titubante o disastroso (come per il 3-1) in tutti i gol. Comunque, la Roma spallettiana ha talmente confidenza con il gol che ha segnato anche per l’Empoli. Dopo il vantaggio perla di El Shaarawy (tiro a rientrare nell’angolino da fuori area con Skorupski dormiente) ha pensato bene di regalare il pareggio con l’autorete di Zukanovic, colpevole solo di trovarsi sulla traiettoria della brutta respinta di Szczesny. La Roma ha meritato la vittoria per aver reagito subito trovando il nuovo vantaggio con Pjanic (un altro che dà del tu al gol), e per aver tenuto duro a una grande frazione di secondo round dell’Empoli, cercando e trovando nel momento di sofferenza l’occasione di chiudere la partita. Giampaolo ha provato a ruotare tutti gli attaccanti che ha, ma il solito Maccarone è stato l’unico ad avvicinarsi al bersaglio.

ROSA AMPIA – Spalletti si è portato a casa la vittoria nonostante il turnover forzato. Florenzi, Manolas e Dzeko sono partiti in panchina per i postumi di influenza. Gli ultimi due sono entrati al tramonto della gara. Manolas per ovviare alle carenze difensive di Maicon, il bosniaco per far uscire tra gli applausi l’hombre faraonico del partido. Questo significa che il tecnico riesce a gestire bene l’ampia rosa e trovare soluzioni. In questo caso Dzeko gli ha facilitato il compito, perché a lui piace giocare col falso nove (in Italia l’ha praticamente inventato con Totti). Perotti svolge abbastanza bene il compito come punta di raccordo e di assist, ma deve essere più incisivo sotto porta. Può diventarlo con calma, dato che appunto quando si ferma Salah (ieri sembrava un fantasma), ecco che esce fuori El Shaaarawy e Pjanic mette il suo nono sigillo. Se Spalletti riesce a resuscitare anche Dzeko è a posto. E ora c’è pure Strootman da inserire nel motore. C’è ancora un tassello per promuovere a pieni voti questa Roma: le sfide pesanti che stanno per arrivare. Venerdì ce n’è giusto una con la Fiorentina. E Sousa è ben preparato.

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