Spalletti: “Se smetti di giocare gli altri fanno il loro dovere. Questa sconfitta per noi è pesante. Quando si alza il livello di lotta delle partite noi diventiamo meno bravi. Il nostro non rendimento ha determinato il risultato. Quando una squadra non lotta la colpa maggiore è dell’allenatore. Il lavoro di preparazione alla partita è stato sbagliato”

schermata-2016-11-20-alle-16-34-56

Luciano Spalletti, tecnico della Roma, è stato intervistato durante il post partita di Atalanta-Roma 2-1. Queste le sue parole:

SPALLETTI A MEDIASET

Primo tempo notevole, poi nella ripresa troppa sofferenza…
Il discorso è che se smetti di giocare è chiaro che gli altri fanno quello che è il loro dovere. Prendono la palla, si organizzano e tentano di farti gol. Nel primo tempo noi siamo scesi in campo, al di là dei primi dieci minuti, abbastanza bene, abbiamo giocato la palla come dovevamo fare, perché la nostra è una squadra che deve giocare la palla, nel secondo tempo questo è venuto meno, non lo abbiamo fatto e di conseguenza loro sono saliti in cattedra. Hanno avuto la bravura di portare a casa il risultato. E’ un risultato pesante per noi, per loro è una bella vittoria.

Avete sofferto dal punto di vista fisico? Come mai non avete gestito?
Fa parte delle nostre caratteristiche. Quando si alza il livello di lotta delle partite noi diventiamo meno bravi. O gestiamo la partita in velocità, con qualità tecnica e riusciamo a fare il nostro calcio, o se questo viene un po’ ad abbassarsi e diventano dei continui duelli, noi da un punto di vista di qualità perdiamo e concediamo qualcosa. Se poi si commettono un paio di ingenuità, come ci è successo nell’episodio del rigore finale, è una sconfitta che ci può stare.

Si può migliorare questo aspetto?
Si può lavorare, noi lo abbiamo fatto. La partita, o quello che è il nostro storico raccontano questo, che quando poi diventa una mischia continua qualcosa concediamo, abbassiamo quello che è il livello di qualità e di rendimento. E’ evidente. Anzi commettiamo qualche ingenuità, perdiamo palloni troppo facili. Oltre al rigore ci sono stati altri due o tre episodi prima dove abbiamo controllato una palla dentro l’area è arrivato l’avversario e ce l’ha portata via e noi abbiamo messo il piede e ci siamo trattenuti all’ultimo secondo, dove il piccolo impatto avrebbe determinato quello che è successo da ultimo. Di conseguenza è un risultato che bisogna accettare, il nostro non rendimento lo ha determinato. Se non c’è un grande errore non avvengono grandi ribaltamenti o grandi risultati. Loro stanno in un gran momento, hanno qualità e sono una grande squadre, ma noi abbiamo abbassato il nostro livello, la differenza non era quella. Dovevamo sfruttare meglio le occasioni che ci sono capitate nel primo tempo.

Il rigore procurato da Gomez?
Il colpetto c’è, il giocatore poi può stare in piedi perché ha già appoggiato il piede per ripartire, ma è giustamente rigore perché il colpetto c’è.

Manca un po’ il fatto di aiutare il compagno nelle difficoltà?
Sicuramente la responsabilità maggiore è dell’allenatore quando una squadra non lotta. E’ l’allenatore ad avere il termometro durante l’allenamento, che vede le caratteristiche che mancano, deve saper scegliere bene. Nel primo tempo è stata la partita che volevamo. Nel secondo tempo loro hanno alzato un po’ il livello di intensità sotto l’aspetto della battaglia e delle mischie, ma noi abbiamo abbassato troppo la qualità del gioco. Se le cose non le fai tu le fanno gli altri, è chiaro. C’è sempre da portare un prodotto, un risultato alle tue idee e alla tua ricerca. Se tu decidi di non far niente stai tranquillo che ci sarà qualcuno che lo fa e ti passano avanti.

La Roma esce ridimensionata?
La partita ha sempre un racconto, in questo caso ha raccontato che abbiamo fatto un passo indietro per le nostre ricerche, le nostre qualità. L’Atalanta era in salute, ma se noi facciamo la squadra in salute diventa gestibile, come abbiamo visto nel primo tempo.

SPALLETTI A SKY

Dopo un buon primo tempo, la Roma è sparita dal campo. Cos’è successo?
Si sicuramente è stato un secondo tempo con un’involuzione che non mi aspettavo. I primi dieci minuti col freno a mano, abbiamo cominciato a giocare e la partita si è messa sui binari che volevamo con un’Atalanta che dava battaglia ma noi tentavamo di sovrastare la lotta dell’Atalanta con la qualità del gioco e ci siamo creati i presupposti per vincere la partita già nel primo tempo. Nel secondo tempo si è abbassato tutto: c’è una grande differenza di rendimento che non mi aspettavo in questo momento, perché io li vedo lavorare tutti i giorni e questa settimana abbiamo lavorato benissimo. Avevamo due o tre giocatori che di solito vanno in Nazionale e invece li abbiamo potuti coccolare nella maniera corretta. Nel secondo tempo non abbiamo fatto bene quello che c’era da fare nell’aumentare della lotta, nella ricerca dell’1 contro 1 e delle mischie.

La rinuncia a Salah e Perotti è stata una resa?
No. Ci ho messo mano proprio perché non era una resa. Questo è quello che dice il risultato dell’analisi facile da fare. Fino al punto delle sostituzioni non riuscivamo più a tenere palla e salire per cui ho provato a metterci mano. Quando si perde è sempre colpa dell’allenatore. Sia prima che dopo il cambio il risultato è stato lo stesso. Per questo il lavoro di preparazione alla partita è sicuramente sbagliato più che quello delle sostituzioni fatte.

La Roma è scoppiata fisicamente o è stato l’entusiasmo dell’Atalanta?
Non c’è mai un grande merito se dall’altra parte non c’è un grande demerito. Noi abbiamo demeritato. Se noi fossimo riusciti a tenere la partita su binari più congeniali a noi cioè della palla a terra e in velocità, come è successo un paio di volte con Salah. Abbassando il livello di qualità va ad essere più interessato il livello di lotta e non è proprio il nostro campo. Nella lotta abbiamo lasciato lì qualche pallone di troppo e in velocità abbiamo commesso qualche ingenuità come nell’episodio del calcio di rigore.

La Roma non ha tenuto più l’intensità mentale?
Da fuori sì, ma da dentro, nel primo tempo, eravamo più arrabbiati che tranquilli per ciò che non avevamo portato a casa dal lavoro prodotto. In un campo come questo loro sono bravi ad alzare il ritmo della partita e nel farlo dovrebbe venire a nostro favore perché rimane più spazio ed è quello che ci dobbiamo auspicare che succeda contro tutto e se non siamo bravi a sfruttarlo o riportare la partita nei nostri binari è colpa dell’allenatore. Non è solo una questione fisica perché non abbiamo più vinto un duello, un contrasto. Durante questa settimana ci siamo allenati benissimo. Ero convinto di fare una buona partita.

Come si fa ripartire questa Roma?
E’ chiaro che delle analisi bisogna farle e bisogna fare delle scelte. Se si va a vedere il nostro storico non è la prima volta che mettiamo la testa sotto la sabbia, non è che sia poi un grande vantaggio. Non è successo una sola volta di avere una doppia faccia da proporre nella stessa partita. Secondo me è meglio parlarne e affrontare la situazione, ma si fa sempre questo.

SPALLETTI A ROMA TV

Si può lavorare sull’intensità?
Si potrebbe insegnare, anzi insegnare è un termine troppo forte, perché i giocatori ne sanno più di me come calcio giocato. E’ chiaro che si può riproporre un certo tipo di lavoro che va a toccare questa qualità che per noi ogni tanto diventa un tallone d’Achille.

Cosa ha cambiato così tanto la partita?
Soprattutto la ricerca di qualità che non abbiamo fatto nel secondo tempo. C’è mancato un po’ di coraggio, di cercare la palla, di anticipare le giocate fatte di qualità e in velocità, loro hanno messo più duelli e alzato il baricentro della squadra. Questo per noi doveva essere un vantaggio perché ci poteva portare a giocare negli spazi e ad avere più agevolazioni per come sono le nostre caratteristiche, invece siamo stati titubanti a fare la fase difensiva e loro sono in un momento importante, in una condizione eccezionale. Non avendo portato la partita nei binari più congeniali a noi hanno fatto risultato loro in base anche a qualche ingenuità nostra.

Che aria sta respirando ora lei e la squadra?
La partita racconta che dobbiamo lavorare in maniera diversa in queste situazioni di calcio giocato perché abbiamo concesso troppo, anche se loro sono una grande squadra, non c’è mai un grande risultato se non c’è un piccolo risultato dall’altra parte e noi abbiamo fatto un piccolo risultato.

La sconfitta può essere salutare o negativa?
Negativa. Le reazioni ci saranno, tutti si prendono le responsabilità io per primo. E’ chiaro che da questa partita ne esci male, perché la squadra si era allenata bene ed eri convinto di fare una buona gara, abbiamo avuto ritmi alti in allenamento, palla che viaggiava a grande velocità, hanno fatto quel che dovevano fare. Pensavo che lo sviluppo del primo tempo sarebbe migliorato perché i ritmi sarebbero calati, se avessimo scelto e anticipato delle giocate nel secondo potevamo avere molti più spazi da usare.

C’è stato qualche calo fisico?
No. Perché li ho visti allenarsi questa settimana e si sono allenati bene, addirittura avevamo 2-3 giocatori in più che dovevano partire con le Nazionali. Era il massimo per noi di poter lavorare con tranquillità per recuperare la condizione di qualcuno come Rudiger o Strootman. Avendoli a disposizione abbiamo fatto una preparazione mirata, senza costringerli a fare 90 minuti in una partita, andando oltre la loro condizione fisica momentanea.

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

Un buon allenatore e un buon motivatore deve avere la capacità di tirare fuori dai giocatori questa disponibilità di aggressività e di continuità di duelli perché poi è una ricerca di Gasperini, ha qualche giocatore tecnico e veloce e altri fisici. Sono bravi perché è costruita in maniera perfetta dal punto di vista fisico perché la metà dei gol fatti sono fatti su palla inattiva. Questa fisicità gli ha dato onore.

Perché ha vinto Gasperini oggi?
Perché nel secondo tempo ha portato la partita nei modi a lui più congeniale, noi non siamo stati bravi a portarla in una nostra qualità di sviluppo e non chiuderla nel primo tempo quando scorreva sui nostri ritmi.

Sa spiegare il crollo della Roma nel secondo tempo?
Non c’è mai un grande comportamento se di la non c’è un comportamento scadente. Loro ci hanno messo anche qualche furbata, noi qualche ingenuità ed è venuta la differenza che risulta difficile anche in base a quello che ho visto in settimana dove avevamo lavorato in maniera corretta e forte. Ero convinto di venire a fare una grande partita perché stavamo bene e si veniva a giocare contro una squadra che stava altrettanto bene.

Se Salah fosse stato più cinico sarebbe stato diverso?
Sicuramente si, non l’abbiamo chiusa nel primo tempo perché ci erano capitate le giocate per poter fare male, nel secondo hanno vinto più duelli e contrasti nella lotta e non abbiamo avuto la qualità che dobbiamo avere in questi livelli alti. Abbiamo tentato più di rompere senza dare un senso di costruzione. Io riconquisto ma allo stesso tempo gioco, non riconquisto e butto via. Bisognava fare il secondo passaggio altrettanto bene per dare possibilità al compagno di fargli arrivare una palla modellata per dar seguito alle situazioni in maniera precisa. Noi abbiamo cambiato atteggiamento nel secondo tempo perché la ricerca era la stessa ma nei ritmi alti e nell’intensità non abbiamo avuto la stessa personalità nel cercare la giocata e abbiamo commesso anche delle ingenuità come in occasione del rigore e di alcune palle perse in area e per poco non si è rischiato di causare prima il rigore. Siamo stati timorosi nel prendersi carico di alcune giocate, perché anche noi siamo una grande squadra e bisogna avere il coraggio di far le cose.

Determinanti le mosse di Gasperini?
Hanno fatto dei cambi ma in quei cambi hanno meno fase difensiva, potevano essere in sofferenza nel recuperare posizione e palle. Ma se non si fanno giocate si da vantaggio a quello che è la ricerca di quel momento, non si riusciva a gestire la palla e quindi ho pensato di mettere Paredes che a farlo è il numero uno, ma non ci siamo riusciti. Quindi è segno che le scelte che ho fatto, quello che ho preparato allora è stato parziale, è andato bene solo per un po’.

Non doveva uscire De Rossi?
No stavo valutando, volevo infoltire il centrocampo, avevo parlato di Strootman ammonito e rischiavamo di rimanere in 10 in questo campo perché c’erano molti duelli e non potevamo rimanere in inferiorità numerica, solo perché era ammonito perché poi ha fatto una grande gara. Di Daniele non ho parlato anche se è un po’ calato ma siamo calati tutti. Una cosa inaspettata rispetto a quello che ho visto tutta la settimana, mi ero anche sbilanciato perché avevo visto segnali giusti avverati solo per 50 minuti e non per i restanti.

SPALLETTI ALLA RAI

Non siamo riusciti a mantenere il livello di qualità di gioco che assomiglia di più alle qualità individuale dei miei calciatori. Hanno avuto qualche vantaggio in più l’hanno messa sul piano dell’agonismo, non centra nulla la condizione fisica. Noi dobbiamo avere quel qualcosa in più rispetto agli altri, noi dovremmo essere contenti se le altre squadre ci affrontano come l’Atalanta di questo secondo tempo. Difficoltà? Quella di combattere in alcuni momenti della partita, come il ritmo. Molte volte abbassiamo il ritmo giocando con sufficienza, facciamo alcune ingenuità che non dobbiamo visto il livello della nostra squadra.

PER APPROFONDIRE LEGGI ANCHE

I più letti