Spalletti: «Dopo 8 mesi di attesa è la partita della verità»

conferenza spalletti

TuttoSport (S.Carina) – Tutto in una notte. Prestigio, ambizione e soprattutto i soldi della Champions (almeno una trentina di milioni) sono legati al ritorno del playoff di questa sera con il Porto. La Roma parte in vantaggio grazie al pareggio dell’andata (1-1) ma considerando che lo 0-0 che basterebbe per superare il turno è uscito sulla ruota giallorossa soltanto una volta nelle ultime 31 partite europee (contro il Bate Borisov, il 9 dicembre del 2015), la sensazione è che per qualificarsi la squadra di Spalletti dovrà vincere. «È la partita, quella che aspettiamo da otto mesi», ribadisce il tecnico che dopo una pausa ad effetto lascia intendere come non verranno fatti calcoli: «Non è la partita che aspetta noi ma il contrario. È lei, è tutto per noi, ci può dare le chiavi per salire sul palcoscenico più importante d’Europa. Bisogna spazzar via il risultato dell’andata, non bisogna pensarci troppo. Non ci affideremo al destino, lo decideremo noi il nostro destino. A testa alta». La sensazione è che il messaggio non sia rivolto ad intimidire il Porto, ma ai suoi ragazzi. E non è la prima volta che accade. Quel ribadire appena ne ha la possibilità la forza del gruppo, il valore dei singoli, eccedendo a volte anche nei paragoni (leggi Paredes-Pjanic), è semplicemente un martellamento continuo finalizzato all’autostima della squadra. Che anche ieri è stata esortata a non avere paura: «Saremo a casa nostra e vogliamo fare i padroni. Noi stanotte (ieri, ndr) dormiremo, saremo tranquilli perché chi ha paura a gestire le tensioni poi ha paura anche a gestire i successi. Chi è fatto così non può giocare nella Roma».

MANOLAS CE LA FA – Che per l’impegno profuso e la rincorsa in campionato culminata lo scorso anno con il terzo posto, meriterebbe probabilmente uno stadio diverso questa sera. E invece per la nota protesta della Curva Sud nei confronti delle istituzioni che hanno deciso di separare il settore ergendo una vetrata, sino a ieri sera erano stati venduti appena 32mila tagliandi, compresi gli 8mila abbonamenti e i 200 tifosi provenienti da Oporto. Il sospiro di Strootman sulla questione dice tutto: «Magari trovassimo uno stadio come in Portogallo, perché in un impianto così è come se si giocasse in dodici. Io spero che i tifosi possano venire». Speranza che rimarrà vana. Sulla formazione, con il duo Florenzi-Torosidis out e Paredes non al meglio per un problema al polpaccio destro, Spalletti non si sbilancia: «Sceglierò la mentalità di squadra, andremo ad impattare la partita a testa alta provando a vincerla da subito e non aspettando gli avversari. Schiererò la migliore formazione che ho a disposizione e i calciatori con più qualità per quella che è la nostra ricerca di gioco. Poi ho solo una scelta da fare in difesa e se non dall’inizio la farò a partita in corso». Il riferimento è a Juan Jesus centrale con Manolas (che ha recuperato dall’affaticamento all’adduttore sinistro) oppure sulla fascia, al posto di Emerson Palmieri: «Con l’Udinese è entrato teso, nella ripresa ha fatto quello che doveva fare», assicura il tecnico sul laterale brasiliano. L’altro dubbio è in porta tra Alisson (convocato dal Brasile per le due gare contro Ecuador e Colombia a settembre) e Szczesny con il polacco favorito.

CI PENSA ESPIRITO SANTO – Non difetta di certezze, alla pari di Spalletti, nemmeno Nuno Espirito Santo, il tecnico del Porto: «Abbiamo già dimostrato in questo inizio di stagione di non arrenderci mai. L’obiettivo è raggiungere i gironi, c’è poco da aggiungere». Il gol della Roma a Oporto lo costringerà a fare la partita, ma il tecnico lusitano non sembra essere preoccupato: «Le partite sono sempre diverse, intendiamo giocare una gara per volta. Ok, si parte dall’1- 1 ma è un risultato che ci tiene vivi. Sappiamo che non sarà facile ma siamo preparati a superare le difficoltà e raggiungere i nostri obiettivi». Di poche parole anche Maxi Pereira: «Noi e la Roma siamo due grandi squadre, che normalmente sono qualificate ai gironi di Champions, per cui è inutile parlare di favorita. Loro hanno grandi individualità, non saprei chi togliere. L’importante è guardare a noi stessi». Con parole diverse lo stesso messaggio rilasciato da Strootman qualche ora prima: «Il Porto? Io penso solo alla Roma».

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