
La Gazzetta dello Sport (D. Stoppini) – Dicono che Zurigo sia una delle città con la qualità della vita più alta al mondo. Come non prenderlo, allora, un aereo per cercare un po’ di aria pulita? Telefono in mano, non sia mai arrivi una chiamata da Miami o dallo studio Tonucci. Nel dubbio, era mattina quando Rudi Garcia si è imbarcato a Fiumicino. Forse (ancora) non lo sapeva, ma era il primo gesto da ex allenatore della Roma. Sì, è vero, oggi rimetterà piede a Trigoria: non è detto che lo faccia per allenare, di sicuro aspetterà comunicazioni ufficiali da parte di Sabatini. Ma già ieri a Zurigo, territorio neutro, Garcia ci è andato non da tecnico giallorosso. Invitato da France Football, che ha pagato pure il viaggio: a Trigoria lo sapevano, sì che lo sapevano. Ma certo avrebbero evitato volentieri l’imbarazzo di un allenatore virtualmente esonerato alla premiazione del Pallone d’Oro. Avrebbero evitato i silenzi in aereo con Florenzi e moglie, soprattutto quelli con Italo Zanzi, l’uomo di James Pallotta, la faccia della società, quella che sta decidendo di farlo fuori. Avrebbero fatto a meno, anche, delle inquadrature tv sul francese mentre il premio di miglior allenatore del mondo andava a Luis Enrique, assente ma presentissimo nel mondo Roma, uno che andò via esaurito da Trigoria.
SEPARATO IN CASA – C’è tutta la simbologia del momento, in questa giornata di Zurigo. Garcia separato in casa, ma in fondo questa mica è una novità: a Trigoria lo è dallo scorso giugno, da quando Pallotta lo ha esonerato tenendolo in panchina, caso più unico che raro. Garcia, però, ieri era separato pure fuori casa, a Zurigo, in un albergo diverso rispetto alla delegazione della Roma. Almeno intorno c’era l’aria pulita, non quella che lui stesso giudica pesante, convinto com’è ormai da mesi di lavorare in una città complicata. «Ma io sono felice alla Roma, anche quando le cose vanno meno bene – ha detto a una tv francese al termine della serata –. Sono un uomo di calcio, so che queste situazioni capitano nella vita di un allenatore». È la frase di un tecnico che ha capito il suo destino. Chi l’ha difeso fino a sabato sera ora si è arreso all’evidenza, alla voce del padrone. L’esonero è in arrivo. Dopo la tempesta, stavolta, non splenderà il sole. Almeno non con Rudi in panchina.
